ACCORDI ROMANI, CANDIDATURE LUCANE

“Ci sono due modi per far muovere gli uomini: l’interesse e la paura” diceva Napoleone Bonaparte. In alcuni casi interessi e paura si autoalimentano, si fortificano, si sviluppano uno sull’altro come spirali di un serpente, si muovono all’unisono e determinano le azioni. Avevamo sospettato che dietro alcuni ventosi movimenti calcistici, dietro enormi ed improvvisi interessi sociali, dietro logiche di incontri di alti prelati ci fosse uno scopo politico che li muovesse. In realtà, senza sopravvalutare la nostra umile, modesta ed insufficiente intelligenza, non ci volevano grandi intuizioni per immaginare che, se un imprenditore che si è dedicato più al vento che alla terra, un giornale che si è reso famoso per la sua collateralità verso ambienti politici ben precisi e un gruppo di potere e di pseudocultura si muovono all’unisono, non lo fanno soltanto per curiosità e per trascorrere amabilmente il tempo nel dedicarsi ad un bene comune di cui fino ad ieri si erano totalmente disinteressati. Non ci vogliono grandi intuizioni per immaginare che non si tratta di affinità elettive ma di finalità selettive, non comunioni di intenti ma intenzioni di comunione. Non ci vogliono grandi intelligenze per capire che, a meno di un anno dalle elezioni regionali, se gruppi di potere si muovono lo fanno per occupare uno spazio politico. Il civismo, del resto, è da sempre il grande strumento con il quale chi dalla politica ha avuto benefici e della politica si è nutrito prova ad occupare gli spazi che la politica non vuole concedere e lo fa, quasi sempre, mordendo la mano con la quale il beneficiato è stato nutrito. Si potrebbe parlare di ingratitudine rancorosa del beneficiato. Potremmo parlarne per ore ma non è nostro scopo entrare nel merito di grassi interessi che fanno cambiare opinione.

MARGIOTTA FA USCIRE ALLO SCOPERTO CHIORAZZO E I SUOI SUPPORTER

È bastato che Salvatore Margiotta avanzasse qualche critica alla modalità di gestione del PD a livello nazionale e che iniziasse a parlare di una proposta politica perché “interesse e paura” facessero palesare la sussistenza di quanto noi avevamo immaginato e dedotto. E, così, dal solito grasso editoriale apprendiamo che per poter uscire dal pantano in cui si è cacciato, il Partito Democratico ha bisogno di sperare nella messianica discesa in campo di un Papa straniero che abbia realizzato se stesso anche nel mondo delle imprese e che sia in grado di mettere insieme una grossa coalizione che parta dal civismo per riunire il mondo cattolico e la CEI di Basilicata che oggi è l’unica capace di ascoltare il “grido di dolore” che sale dal territo- rio. La soluzione si calcifica tra fede e impresa. Salvatore Margiotta con le sue dichiarazioni ha avuto la capacità di produrre nel- le menti della strategia “interesse e paura” sufficienti per obbligarli a muover- si. Se sappiamo leggere un identikit, sappiamo che la discesa in campo (di calcio?) di Chiorazzo è imminente, quasi ufficiale, si tratta soltanto di supplicarlo e di convincerlo a farlo. Si tratta, cioè, di fare in modo che qualcuno apra una porta che è già socchiusa e pronta ad essere aperta.

IL NEMICO VA ABBATTUTO

Va dato atto che le faide a sinistra si consumano con la stessa veemenza con la quale si attaccano i nemici. Se Marcello Pittella qual- che giorno fa ha commentato la sua assoluzione ricordando che l’origine del processo è stata nella pervicace volontà della CGIL di Angelo Summa, oggi i supporter di una sinistra diversa non trovano metodo migliore di demolire, distruggere e insultare chiunque provi ad immaginare un futuro ed una strategia diversa. E, così, Salvatore Margiotta diventa nella penna di chi si pone l’obiettivo di essere l’alfiere della nuova sinistra del vento che sarà, l’abbronzato ex uomo potente che, non solo nel suo trascorso passato in Parlamento ha dilapidato il patrimonio ricevuto da altri, ma non riesce neanche a comprendere che è arrivato il momento di farsi da parte. Insomma, per il solo fatto di aver avuto un’idea diversa della sinistra in Basilicata, diventa la somma di tutti i mali che affliggono il PD. La storia più recente ci dice che c’è il serio rischio che questa campagna stampa di demolizione possa non finire nel breve e quel riferimento a giornali locali (noi?) e nazionali di centrodestra, cui Margiotta avrebbe avuto la colpa di rilasciare interviste lascia immaginare che siamo solo all’inizio. Siamo anche certi che l’ex Parlamentare ha le capacità tecniche, etiche, politiche e strategiche per reggere l’attacco. Quello che ci lascia basiti è il silenzio dei vertici del Partito Democratico di Basilicata. Forse è bastata qualche carezza annunciata per far dimenticare al suo segretario regionale che la difesa dei propri uomini è una pre- messa logica di qualsiasi azione politica.

NON C’E’ VENTO FAVOREVOLE PER IL MARINAIO CHE NON SA DOVE ANDARE

Seneca sosteneva che non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare. È una lezione che dovrebbero conoscere tutti, anche i signori del vento. Una lezione che, però, molti dimenticano o sottovalutano. Spesso capita di essere inorgogliti e, come i compagni di Ulisse, si apre l’otre di Eolo e si rischia di naufragare per oltre dieci anni anche quando si è in vista della riva. Certamente da ieri abbiamo la certezza che quello che noi immaginavamo, ovvero la saldatura tra calcio, vento e interessi clericali sta diventando una coalizione, ha già un suo speaker e attende soltanto la definitiva decisione sull’epifania del suo leader. Da oggi, come sempre accaduto, chiunque a destra o a sinistra proverà ad immaginare, costruire ed elaborare una strategia alternativa sarà, per coloro, sol- tanto un nemico da abbattere. Questa volta è capitato a Margiotta, domani potrebbe capitare a chiunque.

Di Massimo Dellapenna