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PD, PUZZLE IMPOSSIBILE

In Assemblea regionale reciproche accuse tra Speranziani e correnti dem: Cervellino si dimette. Sì al soccorso della Chiesa e del civismo, no a nomi preconfezionati c_ ome Chiorazzo

C’ erano una volta i dem lucani, embrioni elettorali del grande partito regione. Ora iscritti, amministratori e delegati dell’assemblea se le suonano di santa ragione. In assemblea, nei corridoi di Palazzo, nelle velenosissime chat. L’ultima zuffa è sulla candidatura alle prossime regionali. I livori si riversano nell’assemblea fiume convocata giovedì pomeriggio e proseguita fino a tarda notte. Colpi proibiti: si evocano i voti mancanti alle scorse politiche, le continue strategie per far fuori qualche dem di lungo corso e aperture a nuovi “gruppi” che con la storia del Pd poco o nulla centrano. Ci sono volute ore e ore per partorire, con non pochi malumori, una sorta di cronoprogramma in tre punti da rispettare per il rilancio del Pd che tanto in Basilicata, come nel resto d’Italia, è lontanissimo da un accenno di risalita.

LA PROPOSTA DEL SEGRETARIO LETTIERI

La prima assemblea capitanata dal segretario regionale Giovanni Lettieri non è certo delle più semplici. Nonostante con la sua elezione i dem si erano ripromessi di tenere fuori scontri, fughe in avanti e sgambetti, in favore di una nuova unione invocata a più voci dai diversi elettori e iscritti del partito, quello andato in scena ieri non è stato ceto un dialogo pacato e costruttivo. Lettieri però come sempre ha cercato di mediare, analizzando nella sua relazione come il centrosinistra «si mostra debole, con partner che non sono convinti di stare insieme oltre a una mancanza di partecipazione degli elettori tutto a discapito del polo del centrosinistra». È necessario invertire la rotta, per farlo «non serve fare accordi che uniscano sigle politiche, è necessario un progetto che abbia una missione, una condivisone della regione e che prenda atto dei problemi ascoltando i territori. E con loro scriva una nuova pagina per la storia della Basilicata».

LO SCONTRO TRA SPERANZIANI E RADICATI DEM: TRA ADII E FRECCIATINE

L’apertura ai cugini di Articolo 1 (il cui leader è l’ex ministro della salute Roberto Speranza) non ha certo facilitato le spaccature ataviche all’interno del Partito democratico. L’unione che doveva dimostrarsi il più fluida possibile in realtà ha visto (come abbiamo raccontato nei mesi scorsi) non pochi scontri nella gestione del partito, a partire dai posti da suddividere in assemblea. La visione del futuro Pd appare non solo differente ma anche distante, anni luce. A dimostrarlo i vari interventi che si sono susseguiti dopo l’introduzione del segretario regionale Lettieri. Il dibattito è stato incentrato non solo sulla necessità di dare seguito all’assetto dell’intero partito (completando la segretaria regionale e designando i vertici dei singoli circoli, come quello di Potenza) ma soprattutto sulla linea politica da seguire in vista delle due grandi tornate elettorali che ci saranno nel 2024: regione e Comune di Potenza. La base di partenza sembra essere uguale per tutti: unità e una coalizione ampia e che guardi anche ad altri mondi. Il terreno di scontro è stato particolarmente ostico sulla scelta di un candidato presidente. Se da un lato l’area dem più radicata continua a ribadire la necessità di una scelta interna ai dem la nuova aree speranziana vuole guardarsi all’esterno. Gli stracci volati in assemblea hanno avuto conseguenze non da poco. Tra le prime ad avere una reazione Viviana Cervellino, sindaca di Genzano, dem di lungo corso che tramite i suoi social ha fatto sapere di aver rassegnato le dimissioni dalla segreteria regionale del Pd: «Per costruire, bisogna ripartire senza veti, caccia alle streghe e rancori. Siamo ancora troppo impregnati di rabbia per proporre un sogno ai lucani». Dopo quasi 7 ore di scontri, frecciatine e abbandoni la soluzione condivisa.

LA SCELTA DEL PD: MANTENERE LA LEADERSHIP, GUARDARE ALLA PROPRIA CLASSE DIRIGENTE E NO A SOLUZIONI PRECONFEZIONATE

La relazione del segretario Lettieri è stata condivisa quasi da tutta la maggioranza del Pd, a partire da Cifarelli, Margiotta e De Filippo. L’analisi, anche se con qualche sottolineatura in più, è stata apprezzata soprattutto nel passaggio riguardante le regionali. Le elezioni regionali sono alle porte ha ribadito Lettieri e «dobbiamo far ripartire la politica. Non possiamo rimanere immobili. Dobbiamo allargare la nostra base politica anche con gruppi che al momento non sono rappresentati». Il mondo ci- vico e quello cattolico che hanno già avviato il dialogo con la politica interessa anche al Partito democratico. È chiaro che più larga è la coalizione più ci sono ampi margini di aumentare le preferenze. In quest’ottica di allargamento c’è chi guarda con fiducia anche ad una possibile leader della coalizione sterno al Pd, casomai vicino al mondo del calcio e della chiesa. Mentre la parte maggioritaria del Pd ribadisce l’importanza di dimostrare la forza che ancora in partito ha, pescando tra i numerosi esponenti dem il candidato presidente. Dopo oltre 6 ore di dibattito l’accordo è stato raggiunto sulla relazione del segretario Lettieri, riassunto in tre punti: obiettivo del Pd costruire una coalizione di centrosinistra più ampia possibile e che vada oltre i confini dei partiti politici; il Pd mette a disposizione la propria esperienza per individuare il miglior candidato possibile, ricordando come all’interno del partito ci sono numerose figure che possono essere candidate. Ma è pronto a dialogare con le altre forze senza imposizioni; se non ci sono altre soluzioni, l’unico meccanismo per individuare il candidato presidente saranno le primarie.

IL SOCCORSO CELESTIALE DI CHIORAZZO CHE NON PIACE AI DEM

Sul soccorso celestiale della Chiesa al centrosinistra Lettieri si è detto favorevole: «Registriamo germogli che vanno attenzionati come il rinnovato impegno del laicato cattolico che ha prodotto un documento che boccia tutto l’operato della Giunta Bardi e lancia un grido d’allarme delle popolazioni lucane. Dobbiamo accogliere l’attivismo del civismo e dell’associazionismo non certo quello tattico e strumentale». «Dobbiamo diventare strumento di allargamento alla partecipazione» evidenzia Lettieri ma sulla discussione dei nomi che sono circolati e che vedono il papabile duo Macchia-Chiorazzo del Potenza Calcio pronti a giocarsi una partita da protagonisti ha specificato che «il Pd ha classe dirigente da proporre. Non subiremo soluzioni preconfezionate. Disponibili invece a costruire programmi e leadership. Coinvolgeremo tutti e vogliamo costruire un percorso il più condiviso possibile». Non a caso la relazione del presidente è passata a maggioranza, il chiaro segnale che i dem vogliono riprendersi il loro protagonismo.

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