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AOR S. CARLO, NOMINA COMMISSARIO MAGLIETTA: ASSOLUZIONE PER TUTTI

Cadono le accuse per gli ex Dg, per Pittella e l’ex Giunta regionale: sull’abuso d’ufficio per il Tribunale di Potenza «il fatto non sussiste»

Una nomina, quella fatta nel gennaio del 2018 dall’ex Giunta regionale a guida Marcello Pittella (difeso dal Prof. Donatello Cimadomo) e relativa al conferimento, in favore di Rocco Maglietta (difeso dall’avvocato Gerardo Donnoli), dell’incarico di Commissario dell’Aor San Carlo di Potenza, e 2 capi d’accusa, a vario titolo, concorso in abuso d’ufficio e falso: il Tribunale di Potenza ha assolto tutti gli 11 imputati con la formalo «il fatto non sussiste». Per la nomina di Maglietta, a processo lo stesso ex Commissario, Pittella, gli allora assessori Flavia Franconi, Carmine Miranda Castelgrande, Francesco Pietrantuono, Luca Braia, Roberto Cifarelli, questi ultimi 2 attuali consiglieri regionali, più il segretario verbalizzante della seduta di Giunta incriminata, Vito Marsico, che era Dg del Dipartimento Presidenza, Donato Pafundi, ex Dg Sanità, e i 2 componenti, il terzo era sempre Marsico, della Commissione unica di valutazione delle candidature per l’iscrizione all’albo degli idonei alla nomina di Dg dell’Aor San Carlo, Massimo Tarantino e Vincenzo Lapenna. Il Pm, al termine della requisitoria, aveva invocato la condanna per «l’istigatore e beneficiario» Maglietta a 2 anni e 4 mesi di reclusione, per Marsico ad 1 anno e 6 mesi, per l’ex Dg Pafundi, per Pittella e per l’ex Giunta, a 1 anno e 2 mesi ciascuno e, infine, per Tarantino e Lapenna la condanna a 1 anno di reclusione. Per l’accusa Maglietta, dipendente pubblico in quiescenza dal febbraio del 2016, ma comunque inserito nell’albo degli idonei approvato nel gennaio del 2018, dato che ha burocraticamente legittimato l’atto dell’esecutivo Pittella, non era nominabile a Direttore generale. Per questo, la Giunta regionale optò per l’incarico di Commissario, fino a nomina del nuovo Dg e comunque per non oltre 1 anno, attestando strumentalmente che la nomina avveniva nelle more del Piano di riordino del sistema sanitario, che era stato approvato l’anno prima, e sottraendo così al conferimento dell’incarico il previsto requisito della non quiescenza, procurando infine, a Maglietta, l’ingiusto vantaggio patrimoniale quantificato in circa 64mila euro netti. Altra falsa attestazione contestata, quella della ricorrenza del presupposto della vacanza del ruolo apicale al San Carlo, quando, invece, ha sostenuto l’accusa, si era semplicemente verificata la scadenza fisiologica del mandato del precedente Dg, nel caso sempre Maglietta. Impianto accusatorio, però, non condiviso dal collegio giudicante che ha assolto tutti con la formula «il fatto non sussiste».

Ferdinando Moliterni

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