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PREOCCUPATI DALL’INCHIESTA DI CRONACHE

Cava Pedali, a Vietri di Potenza il sindaco pentastellato Giordano perde l’uomo di fiducia: si dimette l’indagato Viggiano. Gara anomala, l’ex consigliere comunale allarmato chiamò Caputo: «Ti inoltro l’articolo»

Nel mentre procedevano le indagini dell’inchiesta della Procura di Potenza in corso, l’articolo di Cronache Lucane, edizione 6 aprile, sulla sentenza del Tribunale amministrativo regionale (Tar) relativa proprio all’appalto truccato della Cava Pedali. I giudici amministrativi, stabilendo che era stata palesemente «violata la segretezza delle offerte», accolsero il ricorso della 2a classifica, disponendo in suo favore un indennizzo economico, a carico del Comune di Vietri di Potenza, per 142mila euro. Così, come si apprende dall’Ordinanza del Gip Amodeo, nella messaggistica che si scambiavano gli indagati, anche l’articolo di Cronache. Il dimessosi consigliere comunale Antonio Viggiano, proprio il 6 aprile, «per gli evidenti interessi nella questione», l’appalto truccato, per la Procura, previo «accordo corruttivo», la mazzetta da 50mila euro, «chiama Caputo e gli anticipa che gli inoltrerà l’articolo di stampa che parla della decisione del Tar e restano d’intesa di vedersi l’indomani» perchè «dice che abbiamo fatto abuso sulla gara». Da parte dei Caputo della Caputo Srl, l’aggiudicataria della gara, «preoccupazione». Dall’articolo, però, la “buona notizia”: il Tar, nel rimarcare che la gara sarebbe stata da annullare per essere ripetuta, cosa non possibile perchè nell’agosto del 2022 era stato stipulato il contratto di vendita a corpo del materiale inerte con l’impresa aggiudicataria, ha accolto la richiesta di risarcimento della ditta seconda classificata condannando il Comune di Vietri di Potenza al pagamento di 142mila euro, oltre gli interessi legali dall’11 giugno 2022. Per questo, alla fine, Viggiano tranquillizza Caputo dicendogli che «ad essere interessato è il Comune escludendolo quindi dagli effetti della sentenza». Contenti, in sintesi, che per «la cosa truccata», ci avrebbe rimesso solo il Comune pagando coi soldi pubblici dei cittadini. La sentenza «resa nota mediante stampa», come da articolo di Cronache, è argomento di discussione anche tra l’indagato responsabile dell’area tecnica del Comune di Vietri di Potenza, Claudio Pirollo, ed il sindaco Christian Giordano che va nella sua stanza accompagnato da una donna e dal ragioniere Nappi, responsabile di Area amministrativa-contabile del Comune che sull’aggiudicazione alla Caputo Srl, in qualità di responsabile del Servizio finanziario, l’anno prima aveva apposto il parere favorevole. Il sindaco rivolgendosi a Pirolli: «questi qua dicono qualcuno ha visto quando aveva offerto uno ed ha chiamato ad un altro (…) questi qua ti dicevano chi stava al protocollo ha visto il prezzo e l’ha comunicato». Nonostante sulla violazione della segretezza delle offerte, «dai dialoghi emerge in modo chiaro ed univoco che le offerte economiche erano visibili a chiunque facesse accesso al protocollo del Comune di Vietri di Potenza», una gestione così allegra che Pirollo a una domanda risponde che «anche quello che ha presentato l’offerta» non vincente «poteva aver appreso che altri avevano indicato un importo inferiore perchè sapeva che quell’ altro metteva cinque quattrocentonovanta», il sindaco comunque «si tranquillizza» e in un certo senso Nappi pure: «Non è il fatto di pagare, la mia paura è il discorso penale». Sembra come se indagati e non siano accomunati da uguale indifferenza verso un dato: l’esborso di soldi pubblici per una cifra rilevante da versare in favore di una delle partecipanti all’appalto a seguito di una gara in cui, per riassumerla con le parole del Tar, vista la gestione comunale e poichè la seconda classificata «ha presentato la propria offerta prima dell’aggiudicataria Caputo Srl, in quanto è stata la quarta impresa, mentre la Caputo S.r.l. è stata la quinta impresa a presentare l’offerta, nella specie non può escludersi che l’aggiudicataria abbia formulato l’offerta, dopo aver conosciuto il prezzo, offerto dalla ricorrente». La paura, era «penale», dello spreco di pubblico denaro, poco importa nel Comune a guida 5 stelle

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