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D’ANGOLA OUT, È MARALDO IL DG ASP

Finisce l’era dell’f.f. per sopraggiunti limiti di età. Al Crob tutto da rifare, il lucano La Regina rinuncia

POTENZA.

Ieri mattina nella sala del Main Street si è tenuta la presentazione della neonata Accademia Lucana per le Politiche Sanitarie. Cinque associazioni, Accademia Lucana, MedinLucania, Il Circolo La Scaletta, Conf Professioni e I Tavoli di ascolto e di confronto sulla Sanità, messe insieme per analizzare tutte le criticità del sistema sanitario regionale. Un convegno che ha avuto per relatori eminenti professionisti del settore sanitario i cui interventi hanno dato vita ad un interessante dibattito. A moderare il presidente dell’Accademia Lucana Franco Scutari. Ivan Cavicchi, docente all’Università Tor Vergata di Roma ed esperto di politiche sanitarie, partendo dal suo libro “Sanità pubblica addio” ha analizzato la storia della Sanità italiana e ha individuato i problemi che oggi attanagliano il settore nel taglio dei fondi applicato dai governi negli ultimi 20 anni circa e dai tetti alle assunzioni. «Abbattere le liste di attesa si può eliminando immediatamente il tetto alle assunzioni» ha pro- ferito Cavicchi. La parola poi è passata al presidente Fondazione Gimbe Antonino Cartabellottache ha analizzato i dati della Basilicata nel- l’assicurare i livelli essenziali di assistenza (LEA) e la migrazione sanitaria. «Si tratta di una vera e propria “pagella” per i servizi sa- nitari regionali – afferma Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – che permette di identificare Regioni promosse (adempienti), pertanto meritevoli di accedere alla quota di finanziamento premiale, e boccia- te (inadempienti)». Le Regioni inadempienti vengono sottoposte ai Piani di rientro, strumento che prevede uno specifico affiancamento da parte del Ministero della Salute che può arri- vare sino al commissariamento della Regione. La Basilicata non è mai ricorsa al piano di rientro, i debiti contratti non sono stati tali da rendere la situazione critica. Sino al 2019 lo strumento di valutazione era la cosiddetta “Griglia LEA”, che dal 2020 è stata sostituita da 22 indicatori del Nuovo Sistema di Garanzia (NSG), sempre suddivisi in tre aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale ed assistenza ospedaliera. Per ciascuna area viene assegnato un punteggio tra 0 e 100 e le Regioni vengono considerate adempienti se raggiungono un punteggio pari o superiore a 60 in ciascuna delle tre aree; con un punteggio inferiore a 60 anche in una sola area la Regione viene classificata inadempiente. «Con il cambio dei parametri di valutazione e con un miglioramento anche della prestazione anitaria la Basilicata risulta ora adempiente. Le tre aree considerate hanno valori superiori al 60, mentre nel 2019 due parametri su tre non arrivavano alla sufficienza» ha affermato Cartabellotta. Angelo Andriulli; Lorenzo Bochicchio; Giovanni Bochicchio e Giuseppe Cugno sono intervenuti più nello specifico nel dare il proprio contributo al piano sanitario regionale. Da quello che è emerso dagli interventi e poi nel successivo dibattito, la Basilicata soffre di una disorganizzazione in ambito sanitario che porta i pazienti a non avere fiducia del sistema sanitario regionale e andare a curarsi altrove. I lucani vanno a curarsi per la maggior parte in Puglia e Campania e il resto nelle regioni del Nord Italia. La Basilicata ha tante professionalità e competenze e potrebbe proporre una offerta sanitaria adeguata on solo per i lucani ma anche per i cittadini deller egioni limitrofe, la mancanza di organizzazione e il dualismo ospedale-territorio ha portato la sanità lucana dall’essere una eccellenza ad entrare in una profonda crisi. Tutti hanno concordato sulla necessità di puntare su- la medicina territorile. Bisogna ripartire dal territorio e dare al territorio i giusti servizi. Le conclusioni sono state poi affidate a Michele Cannizzaro che invece si è focalizzato sulla sanità privata convenzionata, su quanto è stata utile in Basilicata per sopperirie alle carenze del settore pubblico. Si è anche soffermato sulla riduzione degli sprechi nella sanità pubblica a favore di un migliore servizio. Ai microfoni di Cronache Tv, il presidente di Accademia Lucana e promotore del convegno, Franco Scutari ha affermato: «Abbiamo fatto il punto della situazione in cui versa la sanità lucana che risente, per forza di cose, della crisi della sanità nazionale. C’è una grande volontà nel ricostituirla. Basti ricordare che una volta la sanità lucana era un’eccellenza. Ci sono tante eccellenze lucane che spingono per la ricostituzione di un sistema sanitario forte».

Rosamaria Mollica

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