CronacaPuglia

TARANTO, ARRESTI PER OMICIDIO NARDELLI

I particolari dell’operazione sono stati illustrati in Questura durante la conferenza stampa: il fratello della vittima sarebbe il mandante

Miravano a conquistare il territorio servendosi dell’appartenenza a famiglie della guerra di mala, che stravolse con fatti di sangue la città di Taranto negli anni‘90. Alle prime ore dell’alba la Polizia di Stato ha tratto in arresto quattro presunti responsabili del delitto di Cosimo Nardelli, l’uomo freddato, in pieno centro abitato, con colpi di pistola, il 26 maggio scorso mentre rincasava. Inoltre due dei fermati, insieme ad un altro di essi indagato, di origine straniere, sono ritenuti presunti responsabili del tentato omicidio di Troia Cristian, consumato a Taranto la notte tra il 12 e il 13 aprile. Il provvedimento di fermo è stato emesso dalla Procura Distrettuale di Lecce e dalla Procura della Repubblica di Taranto. Tra gli arrestati anche il fratello di Cosimo Nardelli, Tiziano Nardelli ritenuto il mandante del delitto.
Le indagini condotte dalla Sezione Criminalità della squadra mobile, coordinate dalla D.D.A di Lecce, hanno permesso una lettura dell’efferato omicidio di Cosimo Nardelli, non una vendetta per l’omicidio di Cimoli, per il quale lo stesso Nardelli aveva scontato la pena, ma il movente dell’agguato è strettamente economico e legato a contrasti, che secondo l’accusa, sarebbero condotte alla gestione familiare di un’azienda agricola. In società vi sono il figlio della vittima e la moglie del fratello, Tiziano Nardelli. Probabilmente la determinaizone di Cosimo Nardelli nel liquidare la società non era ben vista dal fratello e dal gruppo criminale, di cui probabilmente potrebbe essere il capo, tanto da minacciarlo e tanto da ammazzarlo. Due degli arrestati sono esecutori materiali del delitto. Le modalità operative degli aggregati, erano chiaramente di stampo mafioso, con le quali tentavano la scalata nel contesto criminale tarantino sfruttando la nome dalla propria famiglia con membri già condannati per associaizone di stampo mafioso, hanno consentito alla Procura della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce la contestazione della relativa aggravante. Stesso aggravante riscontrato nel tentato omicidio Troia, avvenuto in aprile, che si presume commesso da due dei fermati, come una “punizione esemplare” perché la vittima si era reso responsabile di un affronto personale. Alle operazioni di esecuzione dei fermi di questa mattina, hanno collaborato con gli investigatori della Squadra Mobile, gli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Lecce e le unità cinofile antidroga ed antisabotaggio della Questura di Bari. I particolari dell’operazione sono stati illustrati in conferenza stampa dal questore di Taranto, Massimo Gambino, e dal capo della mobile, Cosimo Romano.

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