LA CARCASSA DI UN MEZZO PESANTE ABBANDONATA DA MESI IN CURVA: «SI RISCHIANO ALTRI INCIDENTI»
La denuncia della Fim Cisl: «Si aggrava il degrado dell’area industriale di San Nicola di Melfi. Le immagini di una bisarca carbonizzata scattate sono l’emblema dello stato di abbandono in cui versa l’area industriale che ospita uno dei poli globali del settore automotive
«La zona industriale di San Nicola, che – giova ricordare agli smemorati – ospita uno dei poli globali del settore automotive, continua a vivere in un degrado imbarazzante e paradossale. E in attesa di capire chi ha la responsabilità di intervenire per risolvere le problematiche che il sindacato denuncia da anni con interventi strutturali ordinari e straordinari, il degrado non solo persiste ma si aggrava, con preoccupanti conseguenze sulla sicurezza dei lavoratori, come hanno dimostrato diversi episodi accaduti negli ultimi anni». È quanto sostiene il segretario generale della Fim Cisl Basilicata Gerardo Evangelista secondo cui «non è accettabile che servizi di base come la viabilità, l’illuminazione e i trasporti siano fonti di rischio per i lavoratori che ogni giorno transitano nell’area industriale di San Nicola di Mel- fi. Le strade di collegamento sono abbandonate al degrado, come dimostrato anche dall’autocarro bruciato, lasciato sulla strada accanto alle fabbriche, dagli incidenti gravi e dalle strade allagate». Secondo il sindacalista «questa situazione manda un segnale molto negativo sia ai cittadini che alle aziende che operano nell’orbita di Stellantis, soprattutto in un momento in cui si stanno decidendo le sorti occupazionali e lavorati- ve del polo automotive. È necessaria un’assunzione di responsabilità civica e politica per scuote- re questa situazione brutta ma an- che pericolosa. La connettività e l’accessibilità sono elementi cruciali per lo sviluppo socio-economico di una regione e la mancanza di tali collegamenti o strutture può contribuire all’abbandono industriale di questo territorio. Solo attraverso uno sforzo congiunto di tutte le parti interessate, a cominciare dal governo regionale, che è il vero soggetto con responsabilità diretta e che quindi deve intervenire immediatamente, si potrà evitare la disfatta del progetto industriale nato a Melfi nel 1993 con lo stabilimento Sata».