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L’ASTRONOMO SCHMALZ AL “RIFF” DI PADOVA

Lo studioso russo che lavora all’Osservatorio di Castelgrande è intervenuto nella sezione “Climate Change”

Al River Film Festival si parla certo di pellicole e film, ma anche di cambiamento climatico, da quest’anno infatti una sezione dedicata del festival racconta i mutamenti del nostro pianeta, fregiandosi del patrocinio morale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. A prendere parte i lavori anche l’Astronomo di Sergei Schmalz, lo studioso russo che da anni ormai lavora e vive Castelgrande in qualità di Responsabile della Stazione dei Detriti Spaziali presso l’Osservatorio astronomico del paese lucano.

Schmalz è nel novero dei più esperti al mondo nello studio della fotometria di satelliti e asteroidi e delle loro possibili interazioni con la Terra.

A Cronache lo studioso spiega:

“Si è parlato del cambiamento climatico e dell’inquinamento ambientale da vari punti di vista, sia l’inquinamento nucleare come quello reale di Fukushima in Giappone sia quello potenziale della centrale nucleare di Zaporižžja in Ukraina, ma anche della spazzatura spaziale, dei conflitti militari così come della carenza d’acqua come in Sudan, dell’inquinamento marino nella zona di Reggio-Calabria, e tanto altro. È stato un tentativo di presentare la problematica integralmente e approcciarla anche in modo cinematografico”.

Per quanto riguarda l’intervento di Schmalz, è lui stesso a parlarcene:

“La mia presentazione è stata un sommario delle cause principali dell’inquinamento spaziale nelle orbite geocentriche per il motivo di crescita permanente del numero di lanci spaziali. Si pensi che gli ultimi 24 mesi sono stati anni da record con 135 e 179 lanci all’anno, pure questo 2023, molto probabilmente sarà un terzo anno consecutivo da record con oltre 180 lanci. Per quanto riguarda il numero di satelliti nel 2021 c’è stato un lancio record con 143 lanciati dalla SpaceX con un razzo solo. Sono stati inoltre presentati vari diagrammi con la statistica dell’attività spaziale e una nota dell’ESA su quanto riguarda la frequenza di collisioni tra detriti spaziali -proprio la sindrome di Kessler- nel futuro prossimo, che non è buona anche nel caso che smettessimo completamente di lanciare razzi/satelliti nuovi. Infine ho descritto le soluzioni possibili, tra le quali: il monitoraggio di detriti, la rimozione attiva di essi, il riciclaggio dei pezzi, e lo sviluppo di nuovi regolamenti internazionali per la riduzione degli stessi detriti spaziali”.

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