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PARCO DEI BALOCCHI, COMMISSARIATELO

Il presidente della Comunità del Parco Rubino scrive a Galella sui ritardi
Appennino lucano, il paradosso: le risorse ci sono, ma non vengono utilizzate. Economia: causa cinghiali, in ginocchio

«Le rappresento la necessità di affrontare con assoluta urgenza un problema fortemente sentito in tutti i Comuni del Parco e di recente sollevato anche da Coldiretti, CIA, nonché dagli Enti Locali, ossia la presenza massiccia di cinghiali sui nostri territori. Il problema ha assunto i caratteri dell’emergenza presentando diversi aspetti di pericolosità tanto rispetto ai rischi per la circolazione stradale, quanto per la qualità della vita nei centri urbani invasi dagli ungulati e, non ultimo, per gli ingenti danni alle colture. Sono quotidiane le segnalazioni ai Sindaci rispetto a questi problemi da parte dei cittadini e in special modo dagli agricoltori. A tal proposito, in qualità di Presidente della Comunità del Parco richiederò all’Ente di dotarsi quanto prima del piano di gestione del cinghiale, considerato che sono state stanziate le apposite risorse nel bilancio di previsione» scrive così Antonio Rubino, sindaco di Moliterno e Presidente della Comunità del Parco dell’Appennino Lucano all’assessore all’Agricoltura Alessandro Galella. Scrive a Galella ma, come si dice, sembra parlare a nuora perché suocera intenda, laddove il destinatario della richiesta di intervento è sicuramente l’assessore regionale mentre la causa dell’inefficienza denunciata è tutta ascrivibile all’assoluta mancanza di governance all’interno del Parco dell’Appennino Lucano.

IL PIANO DI GESTIONE DEL CINGHIALE

Lo dice chiaramente nella sua missiva Antonio Rubino e lo fa con l’eleganza e i toni moderati che lo contraddistinguono senza indulgere né nell’offesa né nell’aggressione verbale, lo fa giocando di fioretto ma riuscendo anche di fioretto a colpire nel vivo del problema. Il Parco dell’Appennino Lucano è un parco grandissimo, come tutti sanno va dalle porte di Potenza alle porte di Maratea, coinvolge tutta la provincia di Potenza a sud del capoluogo e insiste su Comuni e comunità che devono poter avere dal parco il massimo giovamento e il minimo fastidio possibile. «In area Parco la tutela della fauna selvatica è imprescindibile, tuttavia bisogna tenere presente la tutela prioritaria della sicurezza e del benessere dell’uomo e anche delle sue attività» scrive il Presidente della Comunità del Parco comprendendo esattamente quale sia il difficile punto di equilibrio che il territorio deve trovare. Il Management del Parco dovrebbe proprio prodigarsi per far si di ottenere dalla fauna selvatica la massima capacità di attrattività producendo grazie ad una corretta gestione della stessa il minimo danno possibile ai cittadini che su quel territorio lavorano e producono.

SOLO DANNI E BEFFA

Quello che l’eleganza di Rubino non dice è che Priore con la sua distratta e insufficiente gestione del Parco è riuscito nel difficile intento di coniugare la minima funzionalità delle potenzialità attrattive di un parco naturalistico con il massimo disagio per i cittadini. In sostanza un cittadino che opera e vive nel territorio del Parco non ha nessun beneficio reale (in termini di turismo, di economie diverse) dal Parco ma ne subisce soltanto i danni causati dalla fauna selvatica. Il Parco dell’Appennino Lucano è il più sconosciuto dei Parchi Nazionali d’Italia, ignoto anche a tanti lucani ma produce danni inenarrabili a chi vi risiede. Peggio di così sarebbe impossibile governarlo. Antonio Rubino è il Presidente della Comunità del Parco, l’unico organo rappresentativo del territorio che esiste nel governo del Parco, l’unico che conosce il territorio e ne presenta le istanze e, nella sua cahiers de doléances fa sentire il grido di dolore di una comunità territoriale cui non possono essere negate contemporaneamente le opportunità economiche legate al turismo mentre si colgono i danni legati alla fauna selvatica. Il Piano di gestione del parco ha risorse stanziate ma non viene messo in pratica. Dovrebbe farlo Priore ma non lo fa evidentemente distratto tra battute sessiste e opinioni politiche.

COMMISSARIARE IL PARCO

Ci chiediamo se non sia il caso che il Governo prenda atto dell’insufficiente gestione del Parco dell’Appennino Lucano, delle mancanze e delle inadempienze del suo Presidente/Commissaraio e agisca per commissariarlo. La Basilicata non può avere un territorio non governato solo perché il Governo Conte decise di affidarlo a chi non ha né la capacità né la voglia di gestirlo. Il pur volenteroso e capace Alessandro Galella non potrà rispondere con efficacia al 100% alle questioni sollevata da Rubino perché molte di esse competono al Parco che, purtroppo, non ha nessuna forma di Governo capace di affrontarle.

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