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LA PATAFISICA PAESANA DELLE AMMINISTRATIVE

TACCO&SPILLO

Lo sappiamo che in politica non si finisce mai d’imparare, nemmeno dall’ordine degli errori che pure scombinano a piacere le cose, ma chi s’immaginava che dal voto di queste amministrative bonsai potesse uscire perfino una lezione di patafisica paesana da far invidia al tocco lunare di Jarry e su cui sarebbe doveroso approfittare della decostruzione di Derrida per capirci qualcosa delle infinite fumisterie in cui s’avvolge spesso e con vanto piccino la politica lucana. Ora lasciamo stare che destra, centro e sinistra come il passo mobile dei pavoni si diano arie facili, menando d’aver festeggiato fino a tarda notte un sindaco eletto o magari un consigliere stravotato che pure esiste da qualche parte dell’insignificante scibile di queste amministrative, ma non vi pare patafisico e paesano che a strombazzarlo siano quelli che ci hanno lasciato le penne alle politiche e che non hanno preteso l’uso dei simboli di partito sulle bandierine elettorali pur d’animare a più non posso ciambotte a bassa quota, oscenità varie, incastri di camouflage ardito e fratricida che farebbero sbiancare anche il povero Machiavelli e che mostrano come queste vittorie patafisiche abbiano davvero molti padri e le sconfitte invece proprio nessuno. Scrive Maurizio Manca:“La scala dei valori ha tutti i gradini spostati”.

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