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CONFERENZA BILATERALE SULLA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento alla Conferenza Bilaterale sulla Ricostruzione dell’Ucraina presso il Palazzo dei Congressi, a Roma e, in precedenza, rilasciato le dichiarazioni alla stampa con il Primo Ministro d’Ucraina, Denys Shmyhal al termine dell’incontro bilaterale

Conferenza Bilaterale sulla Ricostruzione dell’Ucraina: Dichiarazioni con il Primo Ministro Shmyhal 

Mercoledì, 26 Aprile 2023

CONFERENZA BILATERALE SULLA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA

Ringrazio il Primo Ministro Shmyhal per avere scelto di partecipare a questa Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, un impegno che io avevo preso personalmente con il Presidente Zelensky quando, a fine febbraio scorso, mi sono recata a Kiev.

E come tanti altri impegni che l’Italia aveva assunto, ha inteso mantenere anche questo.
Prima della nostra partecipazione alla Conferenza abbiamo avuto un bilaterale per fare il punto sullo stato della nostra collaborazione.

Ho ribadito al Primo Ministro che l’Italia continuerà a fare la sua parte a 360 gradi a sostegno dell’Ucraina sul piano politico, sul piano militare, sul piano umanitario, sul piano anche della ricostruzione. Che è tema di oggi per alcune infrastrutture strategiche, soprattutto in alcune aree liberate, ma anche e soprattutto per domani.

Per noi, come ho detto a Kiev, come ribadisco qui, parlare di ricostruzione dell’Ucraina significa scommettere concretamente sulla vittoria e sulla fine del conflitto, perché io sono certa che il futuro dell’Ucraina sarà un futuro di pace, sarà un futuro di benessere e sarà un futuro sempre più europeo.

Noi continueremo a fare la nostra parte, non solo a livello bilaterale ma anche a livello multilaterale. Tra l’altro ricordavo che il prossimo anno, nel 2024, l’Italia sarà anche Presidente di turno del G7, per cui per noi un ruolo sempre più centrale che intendiamo utilizzare per sostenere questa causa, che è una causa di libertà non solo per gli ucraini ma anche per noi, come vale la pena di ricordare sempre.
Continueremo a fornire tutto il sostegno necessario. Continueremo a fornire il nostro sostegno anche al piano di pace in dieci punti che è stato presentato dal Presidente Zelensky. Crediamo nella possibilità di una soluzione diplomatica di questo conflitto a patto che, come ho detto tante volte e ribadisco, non si pensi che la soluzione del conflitto possa essere una resa dell’Ucraina, di un Paese aggredito, perché sarebbe ingiusto e perché costruirebbe un mondo – anche questo l’abbiamo detto e vale sempre la pena di ribadirlo – dove il diritto del più forte vince sulla forza del diritto, ed è un mondo che non conviene a nessuno. Per cui noi anche su questo continuiamo a lavorare, ma siamo convinti che alla pace si possa arrivare solamente quando la Russia cesserà le ostilità, gli attacchi agli obiettivi civili.

Il Primo Ministro ha ringraziato l’Italia per i generatori di energia elettrica che noi abbiamo aiutato a fornire alla popolazione Ucraina. 

Il Primo Ministro ci ha detto “anche grazie al sostegno italiano, i nostri civili, i nostri cittadini hanno superato l’inverno”, perché quello che sta facendo la Russia colpendo sistematicamente le infrastrutture civili, le infrastrutture energetiche, vuol dire cercare di piegare la popolazione con il freddo e con la fame. Noi abbiamo difeso quella popolazione. Penso che l’Italia debba essere fiera di questo.
Riconosciamo le legittime aspirazioni europee dell’Ucraina, che sosteniamo. Crediamo che il futuro dell’Ucraina debba essere un futuro di sempre maggiore capacità di inserirsi nella dinamica nelle Istituzioni europee, è un avamposto della sicurezza del continente europeo. E credo che il modo più intelligente per ringraziare gli ucraini per quello che stanno facendo sia accelerare la possibilità di far parte delle Istituzioni europee, una possibilità che come sapete l’Italia ha sempre sostenuto.
Dobbiamo riconoscere, tra l’altro, gli sforzi enormi che il Governo di Kiev ha fatto, nonostante si trovasse in guerra, per riformare il suo sistema, avvicinandolo sempre di più ai target richiesti dalla Commissione. Penso quindi che sia fondamentale oggi riconoscere quello sforzo, accelerando e avviando in tempi rapidi i negoziati di adesione all’Unione europea. 
Vogliamo svolgere un ruolo di primo piano non solamente a livello politico ma, come dimostra questa conferenza, anche coinvolgendo i privati, le imprese, con il nostro know-how. La ricostruzione dell’Ucraina ci riguarda tutti perché è un pezzo di ricostruzione europea e credo che tutti debbano fare la loro parte. 
Voglio anche dire agli imprenditori che oggi abbiamo convocato qui e ai tanti altri che qui non ci sono ma che coinvolgeremo, che oggi investire nella ricostruzione dell’Ucraina non è azzardato.

Investire nella ricostruzione dell’Ucraina è, dal mio e dal nostro punto di vista, uno degli investimenti più oculati e lungimiranti che si possono fare in questo tempo.

Grazie ancora al Primo Ministro, ai membri del suo governo che sono venuti a trovarci e, come ho avuto modo di ribadire, contate sempre su di noi.

[Intervento del Presidente Meloni]

https://youtu.be/T8w65Gu6dfQ

[Dichiarazioni alla stampa – traduzione simultanea] 
https://youtu.be/yoB6C8DfsqY

[Dichiarazioni alla stampa – audio originale]
https://youtu.be/TnfP1lsMUYc 

Intervento del Presidente Meloni alla Conferenza Bilaterale sulla Ricostruzione dell’Ucraina

Mercoledì, 26 Aprile 2023

Buongiorno a tutti.

Grazie di essere qui, grazie a chi si è prodigato per l’organizzazione di questo evento, a partire dal Ministro Tajani, al Ministero degli Esteri. Grazie a tutti voi che siete intervenuti e grazie di cuore al Primo Ministro Shmyhal, ai Ministri della folta delegazione che lo hanno accompagnato a questo evento, al quale io sono molto felice di dare il mio personale benvenuto e di dare il benvenuto del Governo e il benvenuto dell’intero popolo italiano che da quel maledetto 24 febbraio di un anno fa non ha mai smesso di essere al fianco dell’Ucraina a 360 gradi. 

Non avrebbe potuto essere diversamente. L’Italia non avrebbe potuto fare altra scelta che quella di essere a fianco al popolo ucraino in questa battaglia per la sua libertà, per la sua integrità, per la sua sovranità, non solo perché era giusto farlo, ma anche perché – voglio ribadire ancora una volta utilizzando questa occasione – quello che accade oggi in Ucraina ci riguarda tutti. Ci riguarda tutti per il rispetto che tutti dobbiamo alla libertà e alla sovranità di un popolo e ci riguarda tutti perché un mondo nel quale la forza del diritto viene sostituita dal diritto del più forte, è un mondo che non conviene a nessuno e che non conviene a noi.

Il popolo ucraino sta combattendo anche per noi. Il popolo ucraino combattendo non avvicina il conflitto, allontana un possibile conflitto più vicino a casa nostra. E quindi il sostegno che noi forniamo è un sostegno dovuto, necessario e che abbiamo portato avanti in tutti gli ambiti che erano necessari e in questo quadro si inserisce la Conferenza sulla ricostruzione che abbiamo organizzato oggi.

Un impegno che io personalmente avevo preso a nome dell’Italia quando mi sono recata a Kiev lo scorso febbraio, uno dei tanti impegni che l’Italia ha mantenuto dimostrando la sua serietà, la sua capacità di avere una parola sola, la sua capacità di essere coerente e credibile nelle scelte che fa.

L’intenzione di questo appuntamento è soprattutto quello di guardare avanti, di parlare di ricostruzione mettendo al centro di quella ricostruzione lo straordinario know-how del nostro sistema imprenditoriale e produttivo. Così oggi siamo fieri di accogliere qui, e davvero li ringrazio, i vertici di 600 tra le migliori aziende italiane, i vertici di 150 tra le migliori aziende ucraine, ovviamente i Ministri competenti e i rappresentanti delle maggiori istituzioni finanziarie internazionali.

Noi siamo qui per parlare di presente, per parlare di futuro, per parlare del futuro dell’Ucraina che è un futuro di pace, di libertà e di benessere. Perché questo è il messaggio che oggi da Roma la comunità internazionale vuole ribadire con forza: il futuro dell’Ucraina è un futuro di pace e di libertà, non ci sono altre soluzioni possibili, non ci sono altre opzioni.

Noi vogliamo contribuire a questo obiettivo non solamente aiutando l’Ucraina a difendersi, non solamente sostenendo tutte le opzioni politiche, compresa quella di immaginare soluzioni negoziali al conflitto, purché si parta dal presupposto che l’integrità di questa Nazione non è in discussione e purché si sia consapevoli del fatto che il tema di un’invasione non si scambia mai con la parola pace.

Noi lavoriamo perché si esca da questo conflitto e su questo siamo già orientati a partire da oggi con la nostra iniziativa, con le tante iniziative che portiamo avanti. 

È nostro compito aiutare l’Ucraina a scrivere questo nuovo capitolo della sua storia e l’Italia ha tutte le carte in regola per giocare assolutamente un ruolo da protagonista in questo, non solo per la determinazione e per la credibilità con la quale abbiamo fatto le nostre scelte e non abbiamo mai tentennato, ma anche perché, per esempio, l’Italia sarà il prossimo anno, nel 2024, Presidente di turno del G7, perché è stata protagonista in tutte le grandi scelte che sono state fatte in questi anni e, aggiungo, perché si candida anche a ospitare nel 2025 la Ucraine Recovery Conference, una conferenza molto più grande di questa, per segnare la nostra volontà ad andare avanti su questo terreno.

Il nostro compito è lavorare fin da subito per ripristinare in Ucraina quanto è stato distrutto, a partire dalle infrastrutture strategiche ed energetiche. Guardate il senso profondo della scelta che la Russia ha fatto di colpire tutte le infrastrutture strategiche che servivano al sostentamento della popolazione civile. Si è tentato di piegare un popolo con il freddo, con il buio, con la fame. 

Io penso che l’Italia debba essere orgogliosa del fatto che uno degli elementi principali ai quali noi ci siamo dedicati nell’ultimo pacchetto di aiuti all’Ucraina siano stati i generatori elettrici per restituire al popolo ucraino, che in ogni caso non si era fatto piegare, la luce, il caldo, l’acqua, il cibo. 

Penso che gli italiani debbano essere fieri di questo e penso, però, che da oggi noi dobbiamo lavorare per ricostruire nelle zone liberate le infrastrutture che sono state colpite o che continuano a essere colpite: strade, ponti, scuole, ospedali. Tutto serve.

Questo processo richiede non solo il sostegno delle Nazioni che appoggiano Kiev e delle Istituzioni multilaterali e finanziarie. Colgo questa occasione per annunciare – so che gli ucraini tengono molto a questa eventualità – che SACE è pronta a rilanciare la propria attività in Ucraina – ovviamente all’interno di un quadro di sostegno finanziario internazionale che serve proprio alla realizzazione di progetti strategici, tra cui i servizi, le infrastrutture e l’energia -, che è pronta a riprendere le operazioni interrotte nel 2022 a causa del conflitto e a sostenere nuove operazioni. 

Perché questo sostegno è fondamentale? È fondamentale quello delle Nazioni, è fondamentale quello delle organizzazioni multilaterali, è fondamentali il sostegno delle organizzazioni finanziarie.

Però, per la mole di quello che va ricostruito, è evidente come sia fondamentale anche l’impegno responsabile dei privati perché, per sostenere la ripresa economica dell’Ucraina, sarà fondamentale poter contare sulle aziende con il loro spirito imprenditoriale, con il livello di expertise che ciascuno ha nei propri settori chiave. 
In altre parole, i nostri ambiziosi obiettivi hanno bisogno di un importante intervento di capitali e investimenti privati.

L’Ucraina è una Nazione orgogliosa, certo. È una nazione però dinamica, ricca di risorse, nella quale non mancano talenti. È una Nazione che offre ad un occhio scaltro grandi opportunità di investimenti. L’Italia non a caso è il terzo partner commerciale dell’Ucraina. E non a caso abbiamo firmato con Kiev un accordo di cooperazione tecnologica e industriale in diversi settori che sono strategici: penso alla logistica, all’alta tecnologia, ai macchinari agricoli, fino allo start-up, alla piccola media impresa, un tessuto produttivo che per certi versi è molto simile a quello italiano. 

Noi come sistema Italia siamo già presenti in Ucraina. Lavoriamo, insieme alle istituzioni finanziarie e internazionali e alle nostre agenzie che sostengono l’internazionalizzazione, per rafforzare il sistema Italia in Ucraina, incluso il tema delle assicurazioni che sono necessarie per chi investe contro i rischi derivanti dal conflitto. Un impegno che intendiamo continuare a portare avanti anche nella piattaforma internazionale dei donatori alla quale pure la nostra Nazione partecipa dall’inizio. 

Allora quello che io voglio dire alla platea molto autorevole che è seduta qui davanti a me oggi, quello che voglio dire agli imprenditori italiani è non abbiate paura, non abbiate paura di investire, non abbiate paura di costruire, di ricostruire, non abbiate paura di saper guardare oltre i difficili mesi che noi stiamo attraversando. Non abbiate paura di scommettere sulla vittoria dell’Ucraina e di scommettere sull’integrazione europea di questo Paese, perché noi sosterremo con forza il diritto degli ucraini a essere parte integrante della famiglia europea. Una aspirazione che io considero, che noi consideriamo, assolutamente sacrosanta da parte di chi oggi difende con la sua vita anche la nostra libertà. 

Credo anche che sia un’occasione per tutti noi, per l’Europa, di crescere, di aprirsi, di allargare i propri confini. Sono molto importanti i passi in avanti che il governo ha compiuto in questo senso con le proprie riforme, ne parlava il presidente Zelensky che ringrazio e saluto. E credo che anche questo vada guardato con la giusta attenzione perché nonostante si sia nel mezzo di un conflitto, il governo continua a lavorare per avvicinarsi sempre di più agli standard europei, per dimostrare la sua voglia di essere compiutamente europea. 

Credo che questo sforzo fatto in un momento in una situazione così difficile non possa che essere ripagato, accelerando il più possibile le iniziative che sono necessarie a favorire questa integrazione. Anche questa è una dimostrazione della forza straordinaria di questo popolo che ha mostrato e mostra al mondo ogni giorno cosa sia l’amore per la propria libertà, l’amore per la propria patria, e che nonostante la sofferenza è stato capace alla fine di trasformare la crisi anche in un’occasione, anche in un modo per mettersi in discussione, per pretendere di più da sé stessi, per fare passi avanti. L’occasione per rinsaldare le proprie fila, per reagire, per migliorare, per modernizzare. Perché sì, le crisi contengono sempre anche delle occasioni. Sono il motore della scelta, sono il motore dell’azione, inevitabilmente portano con sé anche delle occasioni. Noi italiani, che sulle macerie della Seconda Guerra Mondiale abbiamo costruito il miracolo economico degli anni sessanta, lo sappiamo meglio di chiunque altro. E allora a me piacerebbe che oggi fossimo sempre noi italiani con quel know-how, quell’esperienza, a costruire anche il prossimo miracolo economico dell’Ucraina. Questa è una sfida che è alla nostra portata, perché nessuno alla fine sa avvolgere le crisi in opportunità come gli italiani hanno dimostrato di sapere fare. 

Sono certa che questo impegno possa portare anche ad allineare i livelli economici di Kiev ai suoi vicini molto più velocemente di quanto oggi non si possa immaginare.
Investire oggi sulla ricostruzione dell’Ucraina dal mio punto di vista non è azzardato. Investire oggi sulla ricostruzione della Ucraina dal mio punto di vista è un investimento estremamente oculato, lungimirante. È un investimento sulla pace, è un investimento sul benessere. È un investimento sulla crescita economica dell’Ucraina, dell’Italia e dell’Europa.
Confido che, chi come noi è sempre stato un pioniere delle opportunità che gli altri non vedevano, non si faccia sfuggire questa occasione.

Caro Primo Ministro – e concludo – noi siamo pronti a costruire insieme una pagina nuova della nostra storia comune. Antoine de Saint-Exupéry scriveva: “se vuoi costruire una barca non radunare uomini per tagliare la legna, per dividere i compiti, per impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia del mare”. Per ricostruire una nazione martoriata dalla guerra non bastano – anche se serviranno – i soldi, gli ingegneri e gli architetti, gli operai, serve la nostalgia della libertà e quella nostalgia del proprio futuro che il popolo ucraino ha saputo dimostrare così bene. E dunque la ricostruzione è possibile e inevitabile.

La guerra intacca spesso la fiducia che si ha nel domani, tende ad accecare. Non è stato così in questo caso. In questo caso non ci si è fatti accecare. In questo caso si è guardato dritto negli occhi il proprio nemico e si è scelto di combattere perché si voleva guardare oltre di lui, si voleva guardare quello che c’era dopo, quello che c’era davanti.

Oggi anche noi, l’Italia, la comunità internazionale guardiamo tutti nella stessa direzione e dove tutti stiamo guardando è oltre questo conflitto, oltre quel nemico, oltre quell’invasione, oltre quell’ingiustizia. E il modo migliore per guardare oltre è immaginare un’Ucraina ricostruita perché ogni scuola, ogni casa, ogni ospedale, ogni campanile che noi ricostruiremo insieme in Ucraina saranno un pezzo delle fondamenta dell’Europa intera. 

Grazie a tutti per quello che riuscirete a fare.

 

 

Conferenza Bilaterale sulla Ricostruzione dell’Ucraina: dichiarazioni con il Primo Ministro Shmyhal

Mercoledì, 26 Aprile 2023

Ringrazio il Primo Ministro Shmyhal per avere scelto di partecipare a questa Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, un impegno che io avevo preso personalmente con il Presidente Zelensky quando, a fine febbraio scorso, mi sono recata a Kiev. E come tanti altri impegni che l’Italia aveva assunto, ha inteso mantenere anche questo.

Prima della nostra partecipazione alla Conferenza abbiamo avuto un bilaterale per fare il punto sullo stato della nostra collaborazione. Ho ribadito al Primo Ministro che l’Italia continuerà a fare la sua parte a 360 gradi a sostegno dell’Ucraina sul piano politico, sul piano militare, sul piano umanitario, sul piano anche della ricostruzione. Che è tema di oggi per alcune infrastrutture strategiche, soprattutto in alcune aree liberate, ma anche e soprattutto per domani.

Per noi, come ho detto a Kiev, come ribadisco qui, parlare di ricostruzione dell’Ucraina significa scommettere concretamente sulla vittoria e sulla fine del conflitto, perché io sono certa che il futuro dell’Ucraina sarà un futuro di pace, sarà un futuro di benessere e sarà un futuro sempre più europeo.

Noi continueremo a fare la nostra parte, non solo a livello bilaterale ma anche a livello multilaterale. Tra l’altro ricordavo che il prossimo anno, nel 2024, l’Italia sarà anche Presidente di turno del G7, per cui per noi un ruolo sempre più centrale che intendiamo utilizzare per sostenere questa causa, che è una causa di libertà non solo per gli ucraini ma anche per noi, come vale la pena di ricordare sempre.

Continueremo a fornire tutto il sostegno necessario. Continueremo a fornire il nostro sostegno anche al piano di pace in dieci punti che è stato presentato dal Presidente Zelensky. Crediamo nella possibilità di una soluzione diplomatica di questo conflitto a patto che, come ho detto tante volte e ribadisco, non si pensi che la soluzione del conflitto possa essere una resa dell’Ucraina, di un Paese aggredito, perché sarebbe ingiusto e perché costruirebbe un mondo – anche questo l’abbiamo detto e vale sempre la pena di ribadirlo – dove il diritto del più forte vince sulla forza del diritto, ed è un mondo che non conviene a nessuno. Per cui noi anche su questo continuiamo a lavorare, ma siamo convinti che alla pace si possa arrivare solamente quando la Russia cesserà le ostilità, gli attacchi agli obiettivi civili.

Il Primo Ministro ha ringraziato l’Italia per i generatori di energia elettrica che noi abbiamo aiutato a fornire alla popolazione Ucraina. Il Primo Ministro ci ha detto “anche grazie al sostegno italiano, i nostri civili, i nostri cittadini hanno superato l’inverno”, perché quello che sta facendo la Russia colpendo sistematicamente le infrastrutture civili, le infrastrutture energetiche, vuol dire cercare di piegare la popolazione con il freddo e con la fame. Noi abbiamo difeso quella popolazione. Penso che l’Italia debba essere fiera di questo.

Riconosciamo le legittime aspirazioni europee dell’Ucraina, che sosteniamo. Crediamo che il futuro dell’Ucraina debba essere un futuro di sempre maggiore capacità di inserirsi nella dinamica nelle Istituzioni europee, è un avamposto della sicurezza del continente europeo. E credo che il modo più intelligente per ringraziare gli ucraini per quello che stanno facendo sia accelerare la possibilità di far parte delle Istituzioni europee, una possibilità che come sapete l’Italia ha sempre sostenuto.

Dobbiamo riconoscere, tra l’altro, gli sforzi enormi che il Governo di Kiev ha fatto, nonostante si trovasse in guerra, per riformare il suo sistema, avvicinandolo sempre di più ai target richiesti dalla Commissione. Penso quindi che sia fondamentale oggi riconoscere quello sforzo, accelerando e avviando in tempi rapidi i negoziati di adesione all’Unione europea. 

Vogliamo svolgere un ruolo di primo piano non solamente a livello politico ma, come dimostra questa conferenza, anche coinvolgendo i privati, le imprese, con il nostro know-how. La ricostruzione dell’Ucraina ci riguarda tutti perché è un pezzo di ricostruzione europea e credo che tutti debbano fare la loro parte. 

Voglio anche dire agli imprenditori che oggi abbiamo convocato qui e ai tanti altri che qui non ci sono ma che coinvolgeremo, che oggi investire nella ricostruzione dell’Ucraina non è azzardato. Investire nella ricostruzione dell’Ucraina è, dal mio e dal nostro punto di vista, uno degli investimenti più oculati e lungimiranti che si possono fare in questo tempo. Grazie ancora al Primo Ministro, ai membri del suo governo che sono venuti a trovarci e, come ho avuto modo di ribadire, contate sempre su di noi.

 

 

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