AttualitàBasilicata

PESCOPAGANO,LAVORI AI MASSI CADUTI SULLE CASE

Lo stato dell’arte degli interventi e la situazione delle famiglie che ancora non possono rientrare in casa

Siamo tornati in Via Focarete a Pescopagano per capire a distanza di mesi cosa ne sia degli enormi massi staccatisi dal costone roccioso sovrastante le abitazioni e delle famiglie evacuate.
Situazione seguita da Cronache fin dalla notte tra il 16 e il 17 agosto 2022 quando un boato fece letteralmente “saltare dal letto” i pescopaganesi: aperte le imposte i residenti in questione si ritrovarono sull’uscio di casa enormi massi , per un totale di diverse tonnellate.
Allarmate le autorità competenti e l’Amministrazione comunale, a scopo precauzionale il Primo cittadino dispose lo sgombro di 5 famiglie per complessive 16 persone: «Le famiglie che sono state costrette ad abbandonare le proprie case hanno purtroppo dovuto subire le dirette conseguenze di questa catastrofica vicenda» furono le parole del Sindaco Giovanni Carnevale.

DOVE ALLOGGIANO OGGI I CITTADINI CHE FURONO COSTRETTI A LASCIARE LE PROPRI CASE?
Il Primo cittadino spiega a Cronache: «Purtroppo si lavora in una situazione molto particolare, aggravata dalle condizioni metereologiche, pertanto si attende un miglioramento delle condizioni meteo e la fine delle piogge. Sarà questo un lavoro che una volta iniziato dovrà proseguire, per cui l’impresa ed i tecnici stanno aspettando di poter iniziare con un meteo favorevole. Questo ad oggi è l’unico handicap».

Per quanto concerne le famiglie, «hanno seconde case, anche se come Comune abbiamo avuto, e riconosceremo loro, un ristoro per quelle che sono le difficoltà che stanno affrontando. La Regione Basilicata ha riconosciuto, sulla scorta di una nostra sollecitazione, delle somme che andranno dunque a queste famiglie». In uno dei palazzi colpiti ed evacuati aveva anche sede una attività commerciale la quale si sarebbe trasferita anch’essa altrove.

SENSORI GEOLOCALIZZATORI PER MONITORARE IL MOVIMENTO DEGLI ENORMI MASSI NELLA ZONA
Per monitorare la situazione furono anche installati degli specifici sensori e su questo il Sindaco ragguaglia: «È stato necessario ai fini di poter realizzare una progettazione quanto più puntuale possibile e per monitorare la situazione non solo nel momento in cui bisognava fare la progettazione, ma anche successivamente.

Si tratta di sensori geolocalizzati che rilevano qualsiasi piccolo movimento nell’area di interesse, così da avere maggior controllo e sicurezza della zona. Difatti qualche piccolo avviso ci è giunto, ma nulla di significativo da richiedere interventi o ulteriori allontanamenti di famiglie. Questi sensori sono collegati con la Polizia Locale, il progettista e l’Ufficio tecnico e c’è un “alert system” che avvisa nel momento in cui il parametro raggiunge una determinata importanza».

LO STATO DELL’ARTE DEI LAVORI E LE TEMPISTICHE RALLENTATE DAL MALTEMPO
Per fare il punto dei lavori abbiamo raggiunto telefonicamente anche l’architetto Rossano Zampino, Direttore dei lavori di Somma urgenza: «La prima fase di messa in sicurezza finì già nel mese di agosto, ed i lavori furono completati, tolti i massi già staccati e in bilico e quelli caduti presso le abitazioni.

La Regione poi stanziò un finanziamento straordinario di 500mila euro, il progetto è stato realizzato e appaltato da un’impresa lucana che effettuerà l’intervento per mettere in sicurezza l’intera area, togliendo i massi di sopra, il muro che si ribaltò e mettere in sicurezza il costone roccioso. Mi auguro che con il miglioramento delle condizioni climatiche inizieranno anche questi lavori, perché la zona è impervia e difficile».

SPECIALI TECNICHE DI PERFORAZIONE FURONO USATE SU MASSI DI 35-40 METRI CUBI, PER LA RIMOZIONE DI TONNELLATE DI PIETRA
Proprio per la posizione del terreno, delle case e dei massi precipitati, oltre che per le loro mastodontiche dimensioni non fu semplice lavorare, in quanto «l’area interessata era inaccessibile dai lotti edificati, pertanto l’intervento ha comportato una prima lungaggine dovuta alla necessità di realizzare innanzitutto le strade di accesso per mezzi importanti che hanno bisogno di strade larghe almeno 5 metri per poter garantire movimento –spiegò già il Direttore Zampino in un sopralluogo con l’Assessore Regionale Donatella Merra, cui era presente anche Cronache– Dunque il primo ostacolo e la prima necessità è stata proprio creare le strade di accesso in un terreno scosceso e con abbondanza di altre pietre.

In secondo luogo i massi che si sono staccati e sono caduti verso le case, si sono fermati in punti diversi, per cui bisognava andare a toglierli tutti creando specifici punti di accesso per avvicinarsi. Per le loro dimensioni enormi è stato necessario «dapprima perforarli con le perforatrici a mano, non potendo usare il martellone per evitare vibrazioni, quindi sezionarli manualmente in 4 blocchi, ognuno dei quali andava portato poi fuori dall’area di cantiere, quindi movimentati e spostati oltre l’area di lavoro, in una zona detta di “deposito” dalla quale poi smaltiti».

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti