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IL BOOMERANG DELL’AUTOVELOX SU GUARENTE

TACCO&SPILLO

Se come ci auguriamo i cittadini incazzati continueranno a vincere i ricorsi davanti al giudice di pace contro l’autovelox sulla SS 7 VAR/B, piazzato ad intimidazione d’entrata di Potenza e che in una decina di mesi ha saccheggiato migliaia d’ignavi automobilisti, quasi mai in gara pilotata e quasi sempre col garbo d’andatura velocistica d’appena sopra il limite dei 70 km/h, pur in tratto rettilineo, allora i conti della serva che si sono fatti al Comune per spendere e spandere milioni d’euro rischiano d’andare di traverso fino all’indigestione strozzata. Ora lasciamo stare che Mario Guarente continui a fischiettare perfino sulla rabbia dell’associazione italiana familiari e vittime della strada che ne chiede espressamente la rimozione, ma si sperava che a furia d’acchiappare verdetti sfavorevoli e per scongiurare l’effetto emulativo dei ricorsi su pronunce benevole, si sarebbe almeno evitato il rischio d’avere sul groppone del bilancio crediti inesigibili ed invece si continua ad ingolfare la Cassazione, pur d’asfaltare strade che si dovrebbero fare con le entrate ordinarie anziché con le furbate d’autovelox in danno ai cittadini. Eppure oltre il contenzioso c’è un’altra questione che ci fa valutare la gravità del comportamento di Guarente ed è l’etica pubblica che pure dovrebbe vietare alla politica d’ogni parte di prendersi il non dovuto. Il fattaccio andrebbe ricordato anche al tandem degli smemorati Pasquale Pepe-Stefania Polese che predica le virtù di bontà e capacità del leghismo, ma poi non sbircia mai a casa propria. Cantano Primo&Tormento: “Come un boomerang, come un boomerang. Tu-tu-tu-tu-tutto torna indietro sopra un boomerang”.

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