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OMICIDIO PUCILLO: DISSEQUESTRATA LA SALMA DOMANI I FUNERALI NELLA SUA PESCOPAGANO

Dopo gli ulteriori esami per rinvenire il possibile Dna dell’assassino il corpo del medico è stato consegnato alla famiglia. Alle 15 e 30 l’ultimo saluto

Una domenica pre-pasquale particolarmente triste a Pescopagano, comunità an- cora sconvolta della feroce morte del medico Lorenzo Pucillo. Per la famiglia giunge almeno la restituzione del corpo del marito e padre. La procura di Potenza ha difatti dissequestrato la salma, in quanto conclusi tutti gli esami autoptici sul corpo. Il provvedimento è stato assunto dalla Procura della Repubblica di Potenza e notifica- to al Comune di Pescopagano. Le esequie avranno luogo domani, nella Chiesa di San Giovanni, alle ore 15:30. «Amato e stimato da tutti. La solarità e la generosità con cui affrontavi la vita ci sarà sempre d’esempio» si legge sul manifesto funebre. Affranti per la perdita del proprio caro, ne danno annuncio la moglie, il figlio, la nuora, il fratello, gli zii, i cugini ed i parenti tutti. Al termine del rito funebre le condoglianze potranno essere dispensate presso il cimitero, con un saluto. Il medico sociale dell’Az Picerno, di anni 70, il 21 marzo scorso fu trovato cadavere nella sua azienda agricola in agro di Pescopagano. Le indagini sono serrate ed il fascicolo per omicidio è aperto contro ignoti. L’indagine è coordinata dal Pm Giuseppe Borriello e dal Procuratore capo Francersco Curcio. Gli investigatori continuano a lavorare: intanto si segue la pista sulle tracce di Dna che potrebbero essere state lasciate da chi ha sparato i colpi di fucile contro Pucillo, ferendolo mortalmente al collo e al torace, e poi spostando il corpo in un dirupo tra i rovi. Potrebbe essere questa la chiave per aprire la serratura del mistero che avvolge la morte del medico, e “leggere” le piste lasciate sul luogo del delitto. Le tracce di Dna potrebbero così essere messe a confronto con eventuali altre. O per restringere la cerchia delle indagini. Se ci fosse stata una colluttazione potrebbero esserci tracce sulle mani del medico, capelli, cellulle o gocce di saliva o sangue dell’aggressore. Oppure nello spostare il corpo potrebbero essere rimasti frammenti genetici, insomma, nessuna pista sarebbe esclusa. Le ipotesi comunque potranno essere confermate o smentite dai riscontri dei rilievi eseguiti nel- l’obitorio dell’ospedale San Carlo di Potenza. Lì infatti fu trasferito dopo un primo arrivo al nosocomio di Pescopagano San Francesco Di Paola. I dettagli che però cominciano ad emergere sulla morte di Pucillo si fanno sempre più cruenti, passando dall’iniziale ipotesi di un colpo mortale da parte di uno dei suoi animali da pascolo, per finire a quel- la che sarebbe una esecuzione: il medico sarebbe stato colpito prima da una fucilata, poi al capo probabilmente con un bastone o il calcio stesso dell’arma, infine il colpo finale, sparato tra gola e mento. Il rinvenimento del corpo è successivamente avvenuto casualmente da parte di un agricoltore di passaggio che ha poi allarmato immediatamente i Carabinieri. Gli investigatori continuano a cercare chiunque abbia incontrato Pucillo o lo abbia visto entro le ore 10 del 21 marzo: infatti, l’omicidio è avvenuto a quell’ora, secondo quanto emerso dall’autopsia. Le piste dai dissidi familiari a quelli di vicinato fino ad un aguato passionale per ora sono ancora tutte in fase di acceratmento. Tutti gli elementi sono utili alle indagini: «Il passaggio di un fuoristrada, di soggetti armati o disarmati, voci e rumori particolari». Secondo la ricostruzione fatta dai Carabinieri, Pucillo ha fatto colazione in un bar del centro storico di Pescopagano intorno alle ore 6:30 del mattino, poi ha raggiunto la sua azienda agricola, percorrendo uno fra tre possibili itinerari. Curcio ha sottolineato che si tratta di un «gravissimo omicidio, volontario, feroce, efferato». Il Procuratore della Repubblica ha altresì evidenziato che «il diritto alla sicurezza deve essere sicuramente garantito dallo Stato, ma vi deve essere una consapevole collaborazione da parte di tutti i cittadini. C’è poi un dovere di solidarietà, calandosi anche nei panni della vittima e dei familiari».

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