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DOPO LA PASSIONE, CHE POTENZA RISORGA

La riflessione di Antonella Pellettieri

Oggi comincia la Settimana Santa e cioè la settimana nella quale si svolgono i rituali della passione, della crocifissione e resurrezione o Pasqua di Gesù: questo tempo liturgico termina lunedì in albis con l’apertura del sepolcro e la scoperta della scomparsa del corpo e della resurrezione di Gesù. Auguro alla città di Potenza, dopo questo tempo lunghissimo di passione, di risorgere presto, malgrado tutto! A Potenza, mancano le avanguardie (vige la moda dell’essere uguali, quelli più liberi ed eccentrici sono considerati folli e tenuti a distanza), mancano le élites intellettuali libere, gli umanisti. Mancano i politici e i metapolitici. Mancano le donne nei luoghi delle decisioni e del potere nella politica, mancano le donne che presiedono e dirigono istituzioni ed enti, manca il femminismo, mancano le femministe. Creare kalokagathia è oltremodo complicato se non impossibile. Bisogna accontentarsi e continuare ad ascoltare l’assordante vocio monotono, sempre uguale, fastidioso di coloro che si credono rivoluzionari e, invece, vogliono solo prendere il potere. O di chi si crede, presuntuosamente, migliore perché ritiene di essere collocato in un ambiente “perbene”. In una parola, conservatori oltre ogni limite. Volgarmente conservatori per conservare posizioni sociali non guadagnate con il merito ma con l’appartenenza. Non vi è uno spazio naturale ed efficace per organi politici intermedi, il problema è politico e non “manageriale”, è culturale! Non sappiamo distinguere il buono e l’originale, abbiamo la sindrome della primogenitura (c’è sempre qualcuno che rivendica che l’ha detto per primo, l’ha già fatto, conosce una persona da un milione di anni prima del suo interlocutore), non sappiamo fermare i giovani, non riusciamo ad accettare l’imprevisto e, principalmente, non usiamo il termine evoluzione. Evoluzione, in queste contrade, spaventa più di rivoluzione perché non si è mai rivoluzionata alcuna cosa, al limite, azzittita. Continua l’inutile vocio di sparuti gruppi che credono di fare tendenza e, invece, sono degli squallidi “vitelloni” che raccontano, ripetutamente, la stessa storia come viene narrato, così bene, ne I Basilischi. Il buono c’è ma è in disparte o va via. Una piccola onda sta crescendo ma deve diventare altissima e battere con fragore a terra. Solo allora, tutti si adegueranno. L’onda arriverà da lontano e quegli stessi conservatori, qualunquisti e rivoluzionari (solo teorici) si faranno avanti e diventeranno fautori di quel cambiamento. Alcuni per moda, altri per noia. I più per fame! Forza Potenza! Risorgi come meglio puoi…

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