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QUI CI VUOLE UN ASSESSORE IN PIÙ

TACCO&SPILLO

Da quant’è che al dipartimento agricoltura della Regione non si vede scorazzare un assessore, anche dietro mentite spoglie? La domanda vale almeno una risposta d’etica pubblica più che di conteggio cronologico giacché l’ordalia litigiosa del centrodestra ed il cuore immacolato di Bardi hanno fatto di tutto per farci avere e perfino prolungare quest’impasse surreale che sta lasciando i poveri agricoltori senza arte ne parte istituzionale. Ora vada pure che il cahiers de dolèance con in testa la Coldiretti sia ridotto a poco più d’uno starnuto, nonostante la sponda politica di Piergiorgio Quarto e FdI avrebbe dovuto assicurare la difesa ad oltranza dell’onore bello e forte degli agricoltori ed invece ha mostrato una fatale accidia di volontà, ma che dire allora dell’accrocco arzigogolato che s’è creato in doppio falsetto politico con qui che non si nomina il nominabile assessore all’agricoltura e a Roma che non ci si risparmia col ministro Calderoli per aumentare il numero di consiglieri ed assessori. Tutto questo per dire che la politica se vuol approfittare d’una possibilità vantaggiosa di legge deve saper usare bene testa e coerenza anziché lasciarsi sopraffare dalle solite beghe di bottega. Canta Ciccio Merolla:“Assessò assessò è arrivato l’assessore. Ca ce fa chisti cumizie ma cu nuje nun ce sta sfizio”.

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