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INDAGINI, LA SOFFIATA: CARABINIERE SOSPESO

Per gli inquirenti da Bellapianta in servizio a Melfi notizie sull’inchiesta in cambio di soldi. Non solo droga nella maxi operazione dell’Antimafia, 24 misure cautelari: scacco ai cerignolani della “Società foggiana”

Maxi operazione anticrimine denominata “Cocktail” coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari ed eseguita dalla parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia e dei finanzieri dello Scico di Roma e del Gico di Bari. Sono entrati in azione complessivamente centinaia di militari dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, compresi i Reparti specializzati: le province interessate sono quelle di Foggia, Bari, Brindisi e Potenza. È stata data esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 24 soggetti, di cui 22 in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 1 sottoposto a interdittiva. Col provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza, accertamenti compiuti nella fase delle indagini preliminari che necessitano della successiva verifica processuale in sede di contraddittorio, nei confronti dei destinatari delle misure cautelari, indagati a vario titolo per una pluralità di delitti. I reati contestati nell’ordinanza di custodia cautelare sono associazione dedita al traffico e allo smercio di sostanze stupefacenti, cocaina, marjuana e hashish, detenzione e porto in luogo pubblico di armi da sparo, sia comuni che da guerra, anche clandestine, estorsione, ricettazione e tentato omicidio aggravato: uno nei confronti di un cerignolano, l’altro nei confronti di un ghanese avvenuto nel 2017 a Policoro «per motivi di gelosia». I militari hanno anche recuperato otto Jeep Renegade e tre Fiat 500 X, risultate rubate a Melfi.

GLI ARRESTATI

Gli altri arrestati sono Leonardo Amoruso, 60enne di Lesina, Antonio Calvio, 48enne di Cerignola, Cosimo Candita, 57enne di San Pietro Vernotico (Brindisi), Giuseppe Claudio De Feudis, 38enne di Cerignola, Roberto Dello Russo, 43enne di Terlizzi, Massimiliano De Marco, 52enne di San Pietro Vernotico, Walter Dimmito, 52enne di Cerignola, Fabio Ferrara, 32enne di Stornarella, Vincenzo Fratepietro, 54enne di Cerignola, Gazmir Gorovelli, 48enne di Cerignola, Daniele Leuzzi, 49enne di San Pietro Vernotico, Francesco Russo, 48enne di Cerignola, Matteo Russo, 34enne di Cerignola, Leonardo Sciusco, 53enne di Cerignola, Pasquale Sciusco, 55enne di Cerignola, Gianfranco Specchio, 49enne di Cerignola, Vincenzo Tarricone, 42enne di Cerignola, Antonio Todisco, 67enne di Cerignola, Fabio Natale Tressante, 45enne di Cerignola, Stefano Valentino, 53enne di Cerignola e Savino Zagaria, 55enne di Cerignola. Ai domiciliari, Francesco De Filippis, 49enne di Cerignola.

IL CARABINIERE SOSPESO IN SERVIZIO A MELFI

Sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio di Carabiniere, era in servizio a Melfi, per il 48enne Biagio Bellapianta di Cerignola. La complessa attività investigativa avrebbe consentito di «accertare reati predatori in riferimento ai quali l’appartente all’Arma dei Carabinieri avrebbe rivelato notizie sullo stato delle indagini, ricevendo in cambio mille e 500 euro». L’attività investigativa, denominata “Cocktail” per la pluralità di reati contestati, è nata da una costola di “Decima Azione”, maxi operazione del 2018 contro la “Società foggiana” e ha individuato il ruolo egemone dei cerignolani nel traffico di droga ed i collegamenti sia con la criminalità organizzata foggiana che con quella di altri contesti territoriali. Grazie al coordinamento della Dda in collaborazione con la Direzione Nazionale Antimafia sono state documentare tre distinte, ma contigue associazioni dedite al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti con base operativa e logistica a Cerignola ed in rapporti di affari tra loro. L’attività investigativa oltre a far emergere un’attività estorsiva nei confronti di un commerciante di carburanti, non denunciata ha permesso di sventare l’assalto a un caveau della società Loomis International Ag, con sede in Svizzera, a Chiasso, dando luogo alle due operazioni denominate “Ocean eleven” e “Ocean Twelve”, che portarono poi alla cattura di tutti gli autori, 18 persone, del tentato furto aggravato. I 18 soggetti furono attinti da mandato di arresto europeo, 5 dei quali furono arrestati in flagranza in Svizzera dalla polizia cantonale e 4 ad Abbiategrasso nella quasi flagranza. Il clamoroso furto fu sventato proprio grazie alle informazioni che i Carabinieri avevano acquisito durante l’investigazione e che furono tempestivamente fornite alla Polizia Cantonale.

I RISCONTRI, DROGA E FURTI: RECUPERATE ANCHE LE 8 JEEP E LE 3 500 RUBATE A MELFI

A riscontro delle indagini, i Carabinieri della Compagnia di Cerignola hanno arrestato in flagranza di reato per spaccio 6 persone, sequestrato sostanze stupefacenti, hashish, cocaina e marijuana, per oltre 23 Kg, sequestrato la somma contante di 1milione e 200mila euro circa, sequestrato 3 pistole, di cui 2 clandestine, 3 fucili calibri 12 e circa duecento munizioni di vario tipo e calibro, recuperato 8 Jeep Renegade e 3 Fiat 500 X rubate a Melfi. Rinvenuto, durante una perquisizione, in una cassaforte murata,nella disponibilità di uno dei soggetti indagati, una pistola e oltre 400mila euro. I conseguenti accertamenti bancari hanno permesso di verificare la presenza sul suo conto corrente anche di ulteriori 700mila euro di presunta provenienza illecita. Le indagini si sono successivamente intersecate con altre investigazioni svolte dallo Sciso e dal Gico Bari della Guardia di Finanza, che hanno consentito di acquisire rilevanti elementi di presunta colpevolezza nei confronti dei medesimi indagati. I citati Reparti, in ragione delle peculiari competenze specialistiche della Guardia di Finanza, sono stati, inoltre, delegati a effettuare articolati accertamenti patrimoniali nei confronti di 7 soggetti oggi attinti da misura cautelare personale. Nello specifico, le Fiamme Gialle hanno proceduto ad acquisire – con riferimento al periodo oggetto d’indagine – copiosa documentazione, tra cui i contratti di compravendita dei beni, nonché numerosi altri atti pubblici che hanno interessato nel tempo gli interi nuclei familiari dei soggetti investigati, verificando poi, per ogni transazione, le connesse movimentazioni finanziarie sottostanti alla creazione della necessaria provvista economica.

IL TESORETTO DI OLTRE 5 MILIONI DI EURO

Il materiale così raccolto è stato oggetto, dunque, di circostanziati approfondimenti investigativi che avrebbero fatto emergere una ingiustificata sproporzione tra il reddito dichiarato e i beni nella disponibilità degli indagati. Quindi, il competente Gip del Tribunale di Bari, condividendo la proposta avanzata dall’Autorità giudiziaria inquirente, basata sul compendio indiziario acquisito dalla Guardia di Finanza, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa, ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca cosiddetta “allargata”, nei confronti degli indagati, avente per oggetto disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili, quote societarie e compendi aziendali, per un valore di oltre 5 milioni di euro.

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