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FICTION E TURISMO: PER I POTENTINI IL BINOMIO POTREBBE FUNZIONARE

Caso Claps, le interviste di cronache in città

Ci sono migliaia di motivi per scegliere la località per il proprio viaggio. E così esistono il cicloturismo, il turismo enogastronomico, il turismo lento, nautico, ippico e chi più ne ha più ne metta. C’è un fenomeno che sta davvero spopolando negli ultimi tempi, e con l’avvento dei servizi di streaming – che offrono una varietà innumerevole di serie TV, film, documentari e tanto altro – c’è poco da stupirsi sul binomio che si è espanso di serie tv e turismo. Al contrario dei film, pare che le serie tv creino un coinvolgimento eccezionale, che fa restare milioni di persone incollate allo schermo aspettando un nuovo episodio. Il set di una fiction o il paese in cui è ambientata, quindi, diventa un continuo via vai di appassionati e curiosi che vogliono sapere di più sulla propria serie preferita. Generando dei numeri impressionanti in tutto il mondo, tali da creare un vero e proprio flusso turistico e un’opportunità per chi vive e lavora “sulset”.

“IL CASO CLAPS” DIVENTERÀ UNA SERIE TV RAI: DALLA SCOMPARSA AL RITROVAMENTO DEL CORPO NELLA CHIESA

Chissà se sarà questo anche il caso di Potenza, interessata in questi giorni dalle riprese della serie tv “Il caso Claps” che andrà in onda prossimamente sulla Rai. La produzione televisiva tratterà della drammatica vicenda – che ha sconvolto l’opinione pubblica, non solo nel capoluogo lucano – della sedicenne potentina, ripercorrendo la storia dalla scomparsa di Elisa fino all’arresto di Danilo Restivo. Era il 12 settembre del 1993 quando scomparve nel nulla fino al ritrovamento dei suoi resti, il 17 marzo del 2010, nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità, nel pieno centro storico del capoluogo di Regione della Basilicata. Per la morte di Elisa venne condannato con rito abbreviato a 30 anni, nel 2011, Danilo Restivo. La sedicenne fu colpita tredici volte con un’arma da punta e da taglio. Secondo l’autopsia morì per dissanguamento. L’uomo è ad oggi detenuto in Inghilterra per l’omicidio di Heather Barnett, avvenuto a Bournemouth il 12 novembre 2002. Una vicenda di misteri, un giallo lungo anni: il corpo mummificato di Elisa venne scoperto il 17 marzo 2010 da un gruppo di operai salito in un locale del sottotetto della chiesa della Santissima Trinità. Che sarà riaperta come un «centro di spiritualità, preghiera e riflessione», contro il volere della famiglia Claps.

LA VOCE AI POTENTINI

Cronache ha chiesto ai potentini, cosa ne pensano del possibile “momento di gloria” che potrebbe essere generato dalla serie tv registrata tra i luoghi della città tra adulti scettici, altri propositivi e adolescenti in fibrillazione anche solo all’idea di incontrare per le vie i loro idoli dello schermo. «Secondo me quest’iniziativa che serve a Potenza – afferma ai nostri microfoni una liceale – perché credo che sia una città che ha dei luoghi che meritano di essere valorizzati e le persone che qui ci vivono, invece. tendono a girovagare altrove non prestando molta attenzione a quello che invece hanno sotto gli occhi tutti i giorno. Quindi, secondo me – prosegue – questa potrebbe essere una buona opportunità per la città che tratta di una vicenda molto importante e significativa un po’ per tutti i potentini». A farle da eco, la sua compagna che considera le riprese di questa serie tv anche e soprattutto «una buona occasione per noi giovani di Potenza, che di certo non abbiamo tutti i giorni di queste possibilità, di poter incontrare attori importanti. Quindi decisamente sì, la vedo una buona occasione per incentivare il turismo e anche la curiosità dei cittadini, giovani e non». Altri individui delle giovani generazioni mantengono altrettanto l’entusiasmo del progetto televisivo che «sicuramente potrebbe dare altro tipo di notorietà alla nostra città e metterà in luce anche tra noi giovani un caso sì noto che magari molti di noi non conoscono granché bene se non per vaghi episodi che ci hanno raccontato da bambini». Ai nostri microfoni c’è poi anche chi ha dichiarato che «se questa particolare serie televisiva fosse davvero in grado di avviare una serie di produzioni constanti e concrete allora sì che potrebbe portare turismo perché visitare i luoghi di ripresa è un classico, diventando talvolta anche mete di pellegrinaggio per vedere dove sono state girate certe scene rispetto ad altre». Poi c’è chi in modo contrariamente opposto pensa che «una giusta ricostruzione storica della vicenda è bene che venga diffusa anche attraverso questi mezzi. Di fatto, si tratta di un fatto di cronaca giudiziaria che ha inciso non solo sulla città di Potenza. Quanto questo possa incidere sul turismo – prosegue uno tra i cittadini intervistati ai nostri microfoni – ho invece più di qualche perplessità. Di certo non è un emblema di una buona immagina da sfoggiare per la città quanto per il Paese».

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