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ALLARME ALCOOL GIÀ A 12 ANNI

Adolescenti, anche in Basilicata prende piede il fenomeno del binge drinking

POTENZA. Nelle realtà cittadine più piccole ed in età più fragili, come quella dell’adolescenza, i giovani spesso rifuggono dall’assenza di stimoli entrando nel mondo delle dipendenze. Quando parliamo di dipendenze possiamo fare riferimento a quelle più leggere e meno gravi, come l’utilizzo eccessivo e senza controllo dei dispositivi elettronici, ma anche a quelle più gravi, come l’abuso di sostanze alcoliche o l’abuso di stupefacenti. Si chiama “binge drinking” l’abbuffata alcolica di più bevande mandate giù in un intervallo di tempo breve,il comportamento sempre più diffuso tra i giovanissimi anche in Basilicata (ai primi posti in Italia per il consumo di alcol fra i giovani). Si abbassa a 12 anni l’età dell’iniziazione all’abuso di vino, birra e superalcolici. L’alcol spesso è solamente un’anticamera dell’utilizzo delle sostanze stupefacenti e il target riguarda proprio i giovanissimi, alla ricerca di nuove sperimentazioni e sensazioni. La dottoressa Laura Sola (psicologa, psicoterapeuta cognitiva comportamentale e Sociologa) ci ha spiegato che «il tema dell’abuso delle sostanze, che inizia spesso da giovanissimi fino a trasformarle in vere e proprie dipendenze in età adulta, è un tema che occupa un posto centrale nell’analisi dello sviluppo dell’essere umano. Tema importante soprattutto nell’età adolescenziale perché i giovani sono, in quella fascia d’età, particolarmente vulnerabili. Non è un caso che i primi incontri con le sostanze stupefacenti avvengono in questo periodo così complesso e difficile, in cui la voglia di autonomia e la dipendenza dalla famiglia sono fattori che entrano spesso in conflitto. L’adolescente cerca di costruire la propria identità, di ristrutturare il proprio concetto di sé. L’uso di sostanze può allora diventare un modo per fronteggiare o evadere dai momenti complessi della crescita, momenti dove spesso il ragazzo non ha gli strumenti necessari per affrontarli e vede, nell’utilizzo di sostanze stupefacenti, l’unico strumento per gestire i sentimenti di inadeguatezza tipici di questa età. Inoltre ci sono anche altre ragioni, come il bisogno di riconoscimento. Se l’adolescente si sente rifiutato in vari contesti, quali quello scolastico per esempio, tenterà la fuga e l’isolamento in casa o nella strada. In questo tentativo di fuga si inciampa spesso nell’utilizzo di sostanze. La principale motivazione dell’inizio delle dipendenze nell’età adolescenziale è proprio il debutto nel mondo dei pari, dove si è alla continua ricerca di una definizione dell’identità personale. Famiglia e scuola hanno minore considerazione da parte dell’adolescente, che invece ha un investimento emotivo prevalente nel rapporto con i compagni. Diventa fondamentale il concetto di appartenenza ad un gruppo ed ogni gruppo ha le sue regole di accoglienza, quindi sentirsi rifiutato potrebbe provocare un disagio difficile da gestire. Il ragazzo tiene molto, in questa fase, alla sua reputazione e per rinfrancarla potrebbe ricorrere all’uso di sostanze che lo spingono a sentirsi trasgressivo, forte e in grado di gestire i propri limiti». Nel mondo complesso e in fase di definizione e costruzione dell’adolescente tutto ruota intorno alle emozioni e spesso l’abuso di sostanze serve proprio a questo, offrire all’adolescente la sensazione di essere in grado di gestire o annullare emozioni quali ansia, paura, inadeguatezza. Dunque quale è il ruolo dei genitori e come riconoscere eventuali fattori di allarme? «Il nostro corpo parla ed è una mappa ben precisa – ci spiega la dottoressa Sola – osservare gli occhi ma anche eventuali cambiamenti fisici o umorali è fondamentale. Un genitore deve sempre mostrarsi presente, anche se non condivide le scelte del figlio. Quando invece la casa non ha le caratteristiche dell’ospitalità accade che la qualità dei legami è povera, la conflittualità della convivenza diventa insostenibile per i giovani e si consuma uno strappo dei rapporti. Anche in questo caso cercare sempre di mantenere aperta la porta di casa e della relazione per essere sempre pronti ad accogliere qualunque spiraglio in grado di mettere in discussione la vita di strada. Fondamentale dunque la presenza e la vicinanza».

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