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LO STRAPPO, MODELLO GIORDANO IN CRISI, LA «VERITÀ» DEL CAPOGRUPPO PD RIZZO

Provincia di Potenza, la nomina di Pappalardo vice presidente «non è l’unico motivo» scontro tra i dem e i 5 stelle

Nell’ultimo Consiglio provinciale di Potenza, infervorato dibattito sul “casus belli” della nomina di Rocco Pappalardo a vice presidente che sembra aver annullato di colpa l’alleanza di recente costituzione tra il Pd, le altre forze di centrosinistra, e il Movimento 5 stelle. Il famoso “modello Giordano” che ha portato alla vittoria, nelle elezioni di secondo livello per la presidenza della Provincia, del sindaco di Vietri di Potenza, parrebbe già fortemente a rischio. Per questi e altri motivi, in approfondimento alla questione politica, l’intervista di Cronache Lucane al capogruppo consiliare del Partito democratico alla Provincia di Potenza, Antonio Rizzo. Perché la nomina di Pappalardo come vice presidente ha creato malumori interni al Pd e incrinato l’alleanza con il Movimento 5 stelle? «Provo a fare un po’ di chiarezza, siccome il linguaggio della verità è sicuramente strada maestra per una corretta narrazione dei fatti, così da evitare conclusioni affrettate e distorte. Il Presidente della Provincia ha deciso di nominare un vicepresidente del Partito Democratico, dato anche il forte e decisivo sostegno del Pd per la sua elezione. E noi di questo lo ringraziamo. Lo ha comunicato alla maggioranza ed anche al segretario provinciale del Pd, Arduino Lospinoso. Subito io ne ho parlato con il segretario provinciale e gli altri componenti del gruppo, Enzo Bufano e Rocco Pappalardo. Per facilitare una sintesi, io mi sono tirato indietro dalla corsa e l’ho chiaramente esposto sia al segretario provinciale che al Presidente Giordano ed anche agli altri componenti del gruppo. La sintesi tra Bufano e Pappalardo non si è raggiunta, così abbiamo demandato al segretario provinciale la scelta, dopo analisi ed ascolto di tutte le componenti del Partito democratico. Il segretario del partito ci comunica e comunica anche al Presidente Giordano, il nome di Enzo Bufano per il ruolo di Vicepresidente della Provincia scelto dal Partito Democratico. Il Presidente, decorsi una quindicina di giorni, nomina Rocco Pappalardo. A seguito di ciò, è chiaro che ci sia un problema politico, ancora irrisolto. Un scelta del Presidente opposta a quella indicata dal Partito. Se il Presidente della Provincia non considera la decisione del Partito democratico, comunicatagli dal segretario provinciale, è chiaro che il Presidente Giordano crea uno strappo con il partito che più di tutti ha contribuito ad eleggerlo. E questo è un passaggio importante, perché non è il Pd contro Giordano, è Giordano contro il Pd». È quello della nomina in questione l’unico motivo di disaccordo? «Assolutamente no. Oltre a questa questione politica, c’è un’importante questione amministrativa. La Provincia di Potenza convive da anni con un bilancio complesso, figlio anche di scelte errate negli anni precedenti all’ultima riforma ed una pianta organica sempre più esigua con gli uffici ridotti all’osso. A questo si aggiunge la questione del caro bollette che rende drammatico il bilancio della Provincia . Problemi non riconducibili né a questo Consiglio né tantomeno al Presidente Giordano. Nonostante ciò, il Presidente decide di dotarsi di un ufficio di supporto, secondo l’articolo 90 del Tuel, che porterà ad assumere due unità a stretto ed esclusivo supporto del Presidente. La nostra richiesta era quella di stralciare questo capitolo dalla variazione di bilancio e di evitare queste assunzioni, per noi superflue. Crediamo che prima si debbano espletare le procedure concorsuali e rinforzare gli uffici, risorse già in bilancio per queste assunzioni, e poi, appena risolti i problemi di bilancio, si possa anche procedere alle assunzioni di figure di stretto supporto del Presidente, se proprio necessarie. Per onor di cronaca, è giusto ricordare che i precedenti Presidenti della Provincia, Valluzzi e Guarino, non avevano nessuno staff a supporto ed erano anche senza nessuna retribuzione personale. La nostra proposta di evitare queste assunzioni che gravano sul bilancio e ritardano le assunzioni negli uffici vuoti della Provincia non è stata accolta dal Presidente. Per tale motivo, data la questione politica e soprattutto la questione amministrativa il nostro voto non poteva essere favorevole». Al di là dell’incidente di percorso, la nomina del vice presidente, la valutazione sul modello elettorale Giordano resta ferma sulla posizione che sia un modello vincente e la strada futura per il centrosinistra? «Questa analisi spetta soprattutto ai segretari di partito. Io ho duramente criticato la scelta del segretario dell’epoca, Raffaele La Regina, che decise di non candidare nessun Sindaco del Partito Democratico a Presidente della Provincia di Potenza, ma di appoggiare un sindaco di altro partito. Lo feci perché mi giravo intorno e vedevo ottimi Sindaci del Pd che avrebbero potuto vincere le elezioni e ben amministrato la Provincia. Quell’accordo tra Pd e M5S ha portato alle elezioni di Christian Giordano. Un sindaco capace e che stimavo e stimo, per tale motivo io sento il Presidente Giordano come mio Presidente e del gruppo che rappresento, ma sulle prime scelte politiche ed amministrative non mi trova d’accordo. Il Partito democratico non esce dalla maggioranza, il Pd è partito responsabile e di governo. Il Partito democratico voterà sempre a favore di soluzioni ai problemi dei cittadini, di risorse per la viabilità e l’edilizia scolastica, di potenziamento degli uffici ormai ridotti all’osso, di investimenti, di abbattimento dei canoni, di innovazione, di sociale, di trasparenza, ambiente e legalità. Il Partito Democratico non sarà favorevole a scelte particolari che non risolvono problemi ai cittadini e ai tanti amministratori della Provincia di Potenza, ma che rispecchiano un vecchio modo di fare politica che non risponde alle aspettative di cambiamento ed innovazione della Pubblica Amministrazione».

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