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FACCIA? QUALE FACCIA

TACCO&SPILLO

Non è la prima volta che in Basilicata le inchieste giudiziarie, perfino con una certa prepotenza sui fatti, si prendono la scena della politica che all’occasione pare somigliare alla mosca in bottiglia così meravigliosamente descritta dalla penna splendente ed antieroica di Raffaele La Capria, eppure c’è da dire che quello che si sta vedendo in giro non succede nemmeno dalle parti del Burkina Faso. Ora lasciamo stare il giornalismo quotidiano che s’improvvisa pm e giudice, solo per sollevare in aria una rancorosa rete di congetture e mormorazioni vicinissime alla calunnia come anche il controcanto sincopato e fuori campo fin quasi all’indecenza che ci arriva dagli indagati, ma le facce che s’alternano nei siparietti toccati dal potere del centrodestra sono il segno cattivo di come è ruzzolata la politica, dalle responsabilità d’onore alla resa comoda del camouflage, delle battute a rapida retromarcia, del cambio in falsetto d’umore e d’opinione. Così si può avere una faccia indignata per il giustizialismo quando colpisce gli avversari ed un’altra conciliante ed autoassolutoria per il garantismo quando la giustizia bussa forte alle porte di casa propria. Scrive Marco Travaglio:“E se uno ti rinfaccia un voltafaccia per sputarti in faccia, puoi ridergli in faccia: Faccia? Quale faccia?”.

 

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