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GIORGIA MELONI : SPERO CHE OPPOSIZIONE VALUTI PROVVEDIMENTI NEL MERITO

“L’unica possibilità, da che mondo è mondo, per favorire i negoziati nei conflitti è che ci sia un equilbiro. A meno che mi vogliate dire che la pace si ottiene con la resa, la pace si ottiene proseguendo con il sostegno all’Ucraina, consentendole di difendersi”

Governo: Meloni al via la replica

”Taglio del cuneo fiscale fino a 5 punti”
“Il salario minimo non è la soluzione. lo è il taglio del cuneo” precisa la premier GIORGIA MELONI 
Poi il dibattito e la replica. Infine il voto

Al termine del dibattito al via la replica del presidente del consiglio Giorgia Meloni.

“Ringrazio tutti i senatori che sono intervenuti per un dibattito franco, rispettoso e soprattutto composto”.

Lo ha detto il premier Giorgia Meloni in sede di replica al dibattito di fiducia in Senato.

Dagli interventi oggi al Senato sono anche emerse diverse criticità e “sono emerse le scarse risorse che disporremo” per affrontare le emergenze. “Emerge una realtà, gli interventi ci aiutano a fare una grande operazione di verità sulle condizioni dell’Italia che ereditiamo anche da chi ci accusa”. Lo ha detto Giorgia Meloni nella sua replica al Senato. 

“Forse è un racconto piu sincero di quanto è stato fatto in altri tempi in cui si sbandierava e si brindava per l’abolizione della poverta: è bene che gli italiani sappiano le condizioni che ereditiamo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in sede di replica al Senato. “A maggior ragione con risorse limitate devi scegliere una strada, dove vuoi andare e poi ragioni sui provvedimenti concreti “. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in replica dopo la discussione sulla fiducia al Senato. Per questo “io e Fdi abbiamo scelto di non fare mai parte di maggioranza arcobaleno, distoniche”. Prima, a aggiunto, bisogna vedere “dove vogliamo andare, dare una visione e poi fare calare da quella visione i provvedimenti”.

“Tutto quello che si può fare contro la speculazione siamo pronti a farlo“. Lo dice la premier Giorgia Meloni in replica al Senato in occasione della fiducia al governo parlando della crisi energetica. “Servono misure che nel medio-termine liberino l’Italia da una dipendenza energetica inaccettabile. penso all’estrazione di gas naturale, Penso che le risorse nazionali vadano utilizzate come chiede l’Europa. Poi estraggono altre nazioni e non è che il gas estero inquina di meno”. Lo ha detto Giorgia Meloni nella sua replica al Senato.”Non possiamo pensare di demolire filiere di eccellenza produttiva nazionale per assecondare obiettivi stabiliti prima della guerra e in un contesto diverso da quello di oggi. Non ci renederemo mai disponibili a passare dalla dipendenza dal gas russo alla dipendenza dalle materie prime cinesi, non mi sembra una strategia intelligentissima” ha detto la presidente del Consiglio.

“Non possiamo pensare di demolire filiere di eccellenza produttiva nazionale per assecondare obiettivi stabiliti prima della guerra e in un contesto diverso da quello di oggi. Non ci renederemo mai disponibili a passare dalla dipendenza dal gas russo alla dipendenza dalle materie prime cinesi, non mi sembra una strategia intelligentissima”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in sede di replica al Senato.

Se non partiamo dal taglio del cuneo fiscali i salari saranno bassi comunque e voi questo taglio non lo avete fatto. E stata fatta una scelta diversa che ha impattato meno. Impegno arrivare progressivamente a un taglio fiscale di cinque punti. Due terzi ai lavoratori, un terzo alle aziende. Naturalmente ha un costo rilevante ed è un impegno di medio-termine”. Lo ha detto Giorgia Meloni nella sua replica al Senato. “Il contrasto al lavoro povero è per tutti noi una priorità, ma capiamoci su come combatterlo. Io penso che il salario minimo legale rischi di non essere una soluzione ma uno specchietto per le allodole perchè sappiamo tutti che gran parte dei contratti di lavoro dei dipendenti è coperto dai Contratti nazionali che già prevedono salari minimi. Allora il problema per me è estendere la contrattazione collettiva. Ma perchè in Italia i salari sono così bassi? Perchè la tassazione è al 46%. Per questo serve un taglio (di 5 punti, ndr) del cuneo fiscale”. Lo ha detto il premier Giorgia Meloni in sede di replica al dibattito di fiducia.

“Vado random da un tema all’altro ma cerco dare risposte. Tetto al contante. In questi anni abbiamo assistito a una discussione ideologica, collegandolo al tema dell’evasione fiscale. Lo dirò con chiarezza, non c’è correlazione fra l’intensità del limite al contante e la diffusione dell’economia sommersa. Ci sono paesi in cui il limite non c’è e l’evasione è bassissima, sono parole di Piercarlo Padoan. ministro dei governi Renzi e Gentiloni, governi del Pd” dice Meloni. “Confermo che metteremo mano al tetto al contante” che tra l’altro, “penalizza i più poveri”, come emerge anche dai richiami “alla sinistra da parte della Bce”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in replica dopo la discussione sulla fiducia al Senato, sottolineando anche che da un lato “rischia di non favorire la nostra competitività” visto che paesi come Austria o Germania non ce l’hanno.

“Il cronoprogramma delle spese del Pnrr prevedeva al 31 dicembre di quest’anno avremmo speso 42 mld. Nel Def di aprile scorso il dato è stato aggiornato a 33,7 mld. Nella nota di aggiornamento del Def, prevede per il 2022 21 miliardi, meno della metà. E’ andato tutto bene? Forse no. Per questo ci carichiamo la responsabilità di dare anche velocità all’attuazione del Pnrr”. Lo ha detto il premier Giorgia Meloni in sede di replica al dibattito di fiducia in Senato. “Se potete mostrarmi quando mai io abbia detto che volevo stravolgere il Pnrr vi sarò grata. Abbiamo detto una cosa chiara, non abbiamo mai detto che lo volevamo riscrivere ma che in base all’articolo 21 del Next generationEU sono consentiti aggiustamenti sulla base di scenari che dovessero cambiare”. Lo dice la premier Giorgia Meloni in replica al Senato in occasione della fiducia al governo. E quando è stato scritto il Pnrr, ribadisce Meloni, “non c’era ancora la guerra, i prezzi delle materie prime non erano così alti. È lecito ragionare se tutte le rirose e su quali siano gli interventi più efficaci in questo tempo o no?”. Il rischio è che le “gare vadano deserte e così le risorse non siano messe a terra”, conclude.

“L’unica possibilità, da che mondo è mondo, per favorire i negoziati nei conflitti è che ci sia un equilbiro. A meno che mi vogliate dire che la pace si ottiene con la resa, la pace si ottiene proseguendo con il sostegno all’Ucraina, consentendole di difendersi”. Lo dice la premier Giorgia Meloni in replica al Senato in occasione della fiducia al governo.

L’intervento di Mario Monti
“Condivido molte delle linee programmatiche da lei esposte, anche se alcune sono assai diverse dalle mie. Mi rallegro ma ho bisogno di essere convinto dai fatti. Per qesto oggi mi asterrò e valuterò provvedimento per provvedimento”, ha detto il senatore. 

L’intervento di Maria Stella Gelmini
“La nostra non sarà un’opposizione ideologica, ma sul merito. Vogliamo fare un’opposizione repubblicana. C’è chi vuole fare una battaglia sui nomi, noi no, la vogliamo fare sui fatti”. Così Maria Stella Gelmini, senatrice del Terzo polo che ha fatto i complimenti alla Meloni per essere diventata la prima donna premier e le augura buon lavoro, ma annuncia anche un’opposizione “senza sconti”.

L’intervento di Stefano Patuanelli
Nelle dichiarazioni programmatiche della premier Meloni “ci sono troppe cose non dette, o dette senza dire e molte contraddizioni“. Lo ha detto Stefano Patuanelli (M5s). “Per esempio – ha proseguito l’ex ministro – come si fa a stare con Orban in Europa e allo stesso tempo chiedere la solidarietà europea sul price cap”

L’intervento di Francesco Boccia
“Facciamola pure questa Commissione d’inchiesta sulla gestione del Covid per fare un’analisi di quanto accaduto in Italia durante la pandemia, ma allora si parli di tutto, anche delle responsabilità delle Regioni del Nord“, le parole di Francesco Boccia del partito Democratico.

Licheri critica Crosetto e il centrodestra fischia
L’aula del Senato si è accesa per qualche istante allorché Ettore Licheri, di M5s, ha criticato la scelta di affidare il ministero della Difesa a Guido Crosetto. “Lei (rivolgedosi a Meloni) ha deciso di strafare nominando Crosetto ministro della Difesa”, parole che hanno spinto alcuni senotori del centrodestra a commentare rumorosamente. “Quello che ieri era il più grande lobbista dell’industria delle armi – ha insistito Licheri – oggi starà nel posto dove si fanno gli appalti per quelle industrie. Questo non è da governo del centrodestra, ma da Repubblica delle banane”

L’intervento di Ilaria Cucchi
“Non voterò la fiducia. Ma vi invito a tenere in considerazione le mie parole”

Lo ha detto in Aula in Senato Ilaria Cucchi (Avs). “Mi chiamo Ilaria Cucchi – ha esordito – e voi tutti sapete chi sono. Conoscete la mia storia. Mio fratello Stefano è stato ucciso a suon di botte morendo poi, dopo sei giorni, nelle mani dello stato passando attraverso la custodia indifferente e cinica di oltre 140 pubblici ufficiali”

Cucchi ha incentrato buona parte del suo intervento sul tema delle carceri, “dove lo Stato è fin troppo spesso assente, ed uso un eufemismo

Le parole di Licia Ronzulli
“Ci hanno voluto rappresentare divise e invece noi combatteremo insieme le battaglie per il nostro paese”. Lo ha detto la Capogruppo di FI al Senato Licia Ronzulli intervenendo nell’Aula del Senato sul voto di fiducia al Governo rivolgendosi direttamente a Giorgia Meloni che ha smesso di scrivere per ascoltarla e l’ha guardata sorridendo.

I punti del discorso programmatico di Giorgia Meloni

Il governo Giorgia Meloni incassa 115 sì al Senato: i problemi per il premier (che ottiene aperture da Matteo Renzi) non arrivano da Silvio Berlusconi, che promette lealtà, ma dalla Lega con gli “avvertimenti” del capogruppo Massimiliano Romeo

Il voto a Palazzo Madama

Meloni, ok alla fiducia al Senato: Berlusconi rivendica ruolo di “padre” del centrodestra, Renzi apre a presidenzialismo e attacca il PD, dalla Lega “avvertimenti” al premier

Dopo la Camera, Giorgia Meloni e il suo governo ottengo la fiducia al Senato

Sono 115 i voti a favore, 79 i contrati e 5 gli astenuti a Palazzo Madama nella votazione che chiude di fatto i conti aperti lo scorso 25 settembre con la vittoria del centrodestra nelle urne.

Un voto, quello odierno al Senato, segnato in particolare da tre interventi, oltre a quello della stessa presidente del Consiglio GIORGIA MELONI

Il primo è quello di Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva usa il suo discorso anche come una sorta di “regolamento di conti” col Partito Democratico.

È infatti alle altre opposizioni che l’ex premier dedica le parole più dure, tanto da far sorridere più volte Giorgia Meloni.

Ironia scatenata dalle parole di Renzi nell’attaccare i Dem sulla questione femminile.

“Faremo opposizione a viso aperto. Con la politica, non con il vocabolario. Tutto si può dire sulla presidente Meloni, ma attaccarla sulla rappresentanza femminile non è ridicolo, è masochismo”, le parole di Renzi.

Quindi le altre accuse sulla questione del “merito”denominazione finita al ministero dell’Istruzione.

“Agli amici del Pd: non riesco a capire come sia possibile che il primo argomento di discussione sia attaccare la maggioranza per il merito, per il nome dato a un ministero. Lo dico a Simona Malpezzi, che era una pasdaran del fatto che bisognasse inserire il merito nella buona scuola”, ha ricordato Renzi.

Il numero uno di Italia Viva ha quindi aperto ad una sponda al governo sulle riforme istituzionali, in particolare sul tema del presidenzialismo.

“Lei ha fatto un’apertura importante sulle riforme costituzionali. Se c’è un’apertura sulle riforme istituzionali, un no a prescindere per me è sbagliato”, ha chiarito l’ex premier.

Quindi l’intervento di Silvio Berlusconi, che dopo 9 anni torna a parlare da quel Senato da cui era stato cacciato per la condanna e l’applicazione della legge Severino.

Il presidente di Forza Italia si è lasciato andare ad un discorso meno aggressivo rispetto a quanto si potesse immaginare alla vigilia: apre annunciando la nascita del suo 17esimo nipotino, ma il punto chiave è stato quello della rivendicazione dei suoi meriti nella nascita di questo esecutivo.

La coalizione al governo è infatti quella “a cui ho dato vita 28 anni fa e che da allora ad oggi ha scritto pagine fondamentali nella storia della Repubblica”, ha detto Berlusconi rivendicando anche lo sdoganamento degli eredi dell’Msi, il Movimento Sociale Italiano post-fascista, da Gianfranco Fini a Giorgia Meloni.

“Se oggi per la prima volta alla guida del governo del Paese, per decisione degli elettori, c’è una esponente che viene dalla storia della destra italiana, questo è possibile perché 28 anni fa è nata una coalizione plurale, nella quale la destra e il centro insieme hanno saputo esprimere un progetto democratico di governo per la nazione“, ha infatti aggiunto il Cav.

Nessuno scontro o contrapposizione sulla composizione dell’esecutivo, su cui Berlusconi ha dovuto incassare i “no” alla fedelissima Ronzulli e alla casella della Giustizia, andata a Nordio.

Quindi il passaggio delicato sull’Ucraina.

“Io sono sempre stato un uomo di pace e i miei governi hanno sempre operato per la pace e sempre in pieno accordo con i responsabili di governo dell’Europa, della NATO e degli Stati Uniti. Come ho avuto modo di ricordare solennemente davanti al Congresso Americano”, ha ricordato Berlusconi, evocando ancora una volta il suo ruolo nel trattato di Pratica di Mare del 2022 fatto firmare a Putin e Bush.


Quindi le parole di Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega, che avranno provocato tensione e apprensione alla premier.

Il fedelissimo di Matteo Salvini, tra i banchi del governo mentre il suo capogruppo parlava, ha aperto con Meloni due fronti

Il primo è il posizionamento internazionale, che per il presidente del Consiglio, come più volte ribadito, è saldamente ancora all’atlantismo in particolare come risposta all’invasione russa in Ucraina, rispettando le decisioni di quest’ultima sulle trattative di pace.

Diverso invece il discorso di Romeo, che pur sottolineando come

“l’Italia è nella Nato e la collocazione atlantica non è mai stata messa in discussione”

dall’altra parte chiede al presidente del Consiglio di

“impostare anche un discorso di negoziati di pace”

Le parole che aprono un fronte interno alla maggioranza :

“Si fa fatica a sentire che decideranno gli ucraini. Certo, va rispettata la loro volontà ma meglio dire che decide la comunità internazionale nell’interesse dell’Ucraina”

Quindi sul finire del suo intervento, la seconda stoccata alla presidente del Consiglio.

Sul mandato dell’esecutivo e dell’inquilina di Palazzo Chigi, Romeo ha infatti ricordato, con un chiaro avvertimento, che :

“la durata di un governo è proporzionale alla capacità di tutti di fare squadra”

IN AGGIORNAMENTO 

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