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STORIE DI SEGGI: “MAMMINA AIUTAMI A VOTARE”

L’aneddoto di una giovane ventenne al primo voto

Quando ancora infuriano discussioni ed analisi sulla montagna di dati dopo le elezioni del 25 settembre sul futuro politico dell’Italia, la parola futuro evoca come una formula magica uno dei tanti strani episodi da seggio della domenica elettorale. Nelle sedici ore di votazione ai seggi succede di tutto, ma alle prime elezioni in cui anche i senatori sono eletti dall’intero corpo elettorale senza più distinzione di età, un aneddoto da seggio é risultato particolarmente emblematico quanto inquietante. Una ragazza di poco più di venti anni, arrivata in sezione con i genitori, é rimasta in cabina per molti minuti prima di uscirne con le schede. Nel mentre, un curioso siparietto tra lei e i genitori all’esterno, mentre piagnucolava per non sapere come fare, provando a chiedere ai componenti del seggio se la madre potesse entrare ad aiutarla, rimanendo immobile dietro la tendina della cabina anche quando quest’ultima, per decenza e per evitare problemi, le ha detto che l’aspettava fuori. Quando la ragazza è uscita, al limite dell’indugio artificioso, aveva lo sguardo atterrito, come se avesse affrontato un esame difficilissimo con un terribile interlocutore. Cosa mai ci possa essere di tanto spaventoso per una ventenne in una scheda gialla ed in una rosa é arduo da immaginare così come é difficile pensare che possa trattarsi di un senso di responsabilità esageratamente sviluppato, posto che sarebbe facilmente aggirabile con varie soluzioni, dall’astensione alla scheda bianca o nulla. Nasce spontaneo il quesito se una generazione che ha paura di esprimersi nel segreto dell’urna sará in grado di assumere su di sé responsabilità reali, le stesse che delega con il voto. Per quanto tempo ci si deve appoggiare a “mammina” se se ne invoca l’aiuto anche per la più protetta delle operazioni civiche? Già, perché il caso della ventenne non é stato né un caso isolato né limite e di ragazzi spaventati di votare ce ne sono stati tanti almeno quanti quelli degli anziani incerti che vorrebbero figli e nipoti in cabina per non sbagliare a votare pur non essendo fisicamente impediti. Resta lo sconcerto per questi ragazzi cosiddetti Millenials che nascono tutti geni tecnologici, multimediali e connessi col mondo ma che di fronte alle prime responsabilità di adulto tornano infanti impacciati in cerca di protezione materna. Con grande probabilità questo resterà solo un aneddoto che non interessa a nessuno di quelli che si trovano nella fascia intermedia tra giovanissimi e anziani sebbene sia emblematico di uno scollamento generazionale che parte dalla delega della rappresentanza sociale e arriva inevitabilmente all’assunzione diretta di tale responsabilità.

Ad ogni modo, si narra che tra le schede nulle in quel seggio ne sia stata scrutinata una che riportava la scritta: “Mi fate paura tutti”. Praticamente un messaggio di aiuto lanciato da un naufrago nella bottiglia ma destinato a non arrivare mai a destinazione.

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