AttualitàBasilicata

VALVANO SULLA CAVA DI MONTE CRUGNAME

“La Regione rinvia la decisione a dopo le Politiche”

Un altro atto della Giunta Regionale sulla vicenda del “Progetto Cava di quarzareniti in località Monte Crugname di Melfi”

Con la delibera n.514 del 03 agosto 2022, la Giunta Regionale di Basilicata ha deciso di rinviare di ulteriori 60 giorni la decisione definitiva sull’autorizzazione della nuova Cava a Melfi.

L’autorizzazione la Regione l’aveva concessa con la delibera n.253 del 04/05/2022, nonostante fossero stati depositati e documentati agli atti una serie di elementi di fatto e di diritto che avrebbero dovuto indurre i funzionari del Dipartimento Regionale per l’Ambiente alla determinazione di respingere la richiesta di autorizzazione o quanto meno a condurre ulteriori approfondimenti.

Fu solamente la denuncia all’autorità giudiziaria fatta dal consigliere di minoranza del PSI di Melfi in data 06/06/2022 a indurre la Regione a bloccare l’autorizzazione con un “atto intermedio”; infatti con la delibera n.346 del 10/06/2022 la Regione decise di correre ai ripari e, però, anzichè annullare l’autorizzazione si limitò prudentemente a “sospendere l’efficacia”, ai sensi dell’art.21-quater della legge n.241/1990, per 60 giorni.

Il tempo scorre, ineluttabilmente, anche contro la volontà e i desideri degli uomini e, come era prevedibile, al termine dei 60 giorni la Regione decide di non decidere, adducendo la motivazione della necessità di un parere legale che la Regione chiede a se stessa (Ufficio Legale).

Così accade che il giorno 3 agosto la Giunta approva la nuova delibera con cui decide di sospendere il termine per altri 60 giorni che, a questo punto, scadrà il 2 ottobre 2022.

Si, proprio il 2 ottobre 2022, dopo il 25 settembre 2022cioè dopo la data delle elezioni politiche.

A pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina…….., così amava spesso ricordare un noto politico italiano.

In buona sostanza, prima delle elezioni politiche, nessuno potrà dirsi scontento. Non potranno dirsi scontenti:

– i richiedenti l’autorizzazione, che potranno continuare a sperare di ottenerla definitivamente;

– i cittadini preoccupati per l’insediamento della nuova Cava, che potranno continuare a sperare di ottenere l’annullamento dell’autorizzazione concessa;

– l’opinione pubblica che segue la vicenda e che, tra favorevoli e contrari, avrà un elemento in più per sperare che la storia si conclude verso l’auspicato lieto fine.

Insomma tutti in sospeso, prima delle elezioni politiche del 25 settembre 2022, nessuno potrà lamentarsi e provare sentimenti avversi nei confronti degli esponenti politici che governano l’Ente Regione, anzi, al contrario, si alimenteranno le aspettative a seguito della nuova decisione “di non decidere”.

Ad ognuno dei portatori di interesse potrà essere raccontata come “positiva” l’ultima delibera, utile ad approfondire se ci sono effettivamente le condizioni per realizzare le singole aspettative.

In una direzione o nell’altra, tutte le opzioni restano aperte, tutti possono nutrire la speranza, il sentimento che più di ogni altro mobilità le migliori energie umane.

Resta la profonda delusione della conferma dell’approccio del Governo Regionale, tipico della destra. Un approccio orientato dalla predisposizione culturale a soddisfare determinate esigenze, soprattutto se provenienti da ristretti gruppi di interesse che per loro hanno sempre la priorità rispetto agli interessi della popolazione.

Nessun accenno agli aspetti paesaggistici emersi negli ultimi due anni, allo studio archeologico, al parere della Soprintendenza, al PITESAI del Governo Nazionale che qualifica quell’area non idonea per le estrazioni di gas e petrolio e quindi a maggior ragione, per le stesse motivazioni, non si dovrebbe poter toccare quella collina.

Solo il timore di guai giudiziari (che non auguriamo a nessuno), insieme alle possibili ritorsioni elettorali, possono indurli a correggere il tiro.

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