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UNIVERSITÀ E TERRITORIO, IL CASO MEDICINA E CHIRURGIA DELL’UNIBAS

Ospite negli studi di Cronache Tv il Coordinatore del Corso di Laurea Salzano: cogliere la sfida delle opportunità

Il ruolo dell’università nella dinamica dei territori è stato il tema della quarta puntata di Talks -Narrazioni Contemporanee, andato in onda ieri su Cronache Tv, canale 76 del digitale terrestre. Territorio, comunità ruolo dell’università nella dinamica dei territori è stato il tema delle università si relazionano in maniera costante, interagendo come parti di un unico motore per spingere la società verso il cambiamento e lo sviluppo sempre più sostenibile e inclusivo. Partendo da queste considerazioni Rosario Palese, conduttore del programma, ha inteso invitare il Prof. Giovanni Salzano, Coordinatore del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia recentemente istituito presso l’Università degli studi della Basilicata. Nel prendere in considera-zione il rapporto Università – Territorio, in alcuni ambienti si sostiene che nel nostro Paese ci siano troppe università e che bisognerebbe andare verso un drastico accorpamento di queste istituzioni allo scopo di averne meno, ma con una elevata qualità; partendo da questa considerazione, la domanda se Atenei come quello lucano, avessero ancora un senso nel nostro sistema universitario al prof. Salzano, il quale ha prontamente risposto asserendo: «Io posso rispondere a questa domanda, utilizzando una parte del payoff della sua trasmissione:  no, è la narrazione che si fa delle cose!». «Probabilmente – ha aggiunto Salzano – questa narrazione parte da luoghi comuni che molto spesso derivano da visione politiche. Faccio un esempio. Su un lavoro pubblicato dall’Ocse del 2010 l’Italia risultava avere 1,5 o 1,6 atenei per ogni milione di abitanti, contro i circa 8 atenei della Francia, per milioni di abitanti, 14 della degli U.S.A per milione di abitanti e addirittura la Spagna aveva circa due per milione di abitanti. Quindi voglio dire, questo tipo di narrazione probabilmente fa comodo ad alcune visioni». Partendo dal fenomeno dei giovani che lasciano le regioni meridionali per andare a studiare in atenei del Settentrione, l’intervista è continuata spostando l’attenzione sull’antica dinamica Nord Sud. Al Coordinatore di Medicina è stato chiesto se, a suo avviso, esistesse una nuova questione meridionale per quanto riguarda le politiche ministeriali sull’università; secondo Salzano «la mobilità è un valore non un problema; nello specifico però nel nostro paese abbiamo il 25% di studenti che dal sud vanno verso il nord, e dalle regioni del Nord si spostano solo il 7% degli studenti, quindi più che la mobilità in quanto tale, è questa simmetria della mobilità che crea qualche problema, indebolisce processi di accumulazione dicapitale Il capitale umano è proprio quello che l’Unibas vuole formare con il nuovo corso di Medicina e Chirurgia e a ‘è da dire che la Regione Basilicata era l’unica regione che non aveva un corso di studio in medicina e chirurgia e così, partendo da questa analisi, con un accordo di programma firmato con la Regione Basilicata, il Ministero della Salute e il Ministero dell’Università e l’Università si è deciso di dar vita a questo corso». Naturalmente l’aver dotato il territorio di un corso di laurea di questo tipo ci interroga sul possibile impatto di questa azione e Salzano afferma che «qualsiasi corso di laurea impatta per i territori e abbiamo esempi importanti anche nella nostra università rispetto ai corsi di laurea in ingegneria o di agraria, di lettere. Medicina è importante, certo, può migliorare e aiutare la crescita anche dal punto di vista della ricerca in campo biomedico. Presso l’Università della Basilicata già si fa un’ottima ricerca in campo biomedico e devo dire che anche molti colleghi del Servizio Sanitario Nazionale di questa regione fanno un ottimo lavoro di ricerca; il corso di laurea in medicina può mettere a rete questo sistema e quindi migliorare questa ricerca». Sulla nascita del CdL in medicina Salzano ha continuato affermando «sono stati due anni di grosso lavoro cui l’Università tutta, cominciando dal Magnifico Rettore Ignazio Mancini, a tutti i componenti della commissione che ha lavorato per l’istituzione di questo corso e una volta partiti con il primo anno, abbiamo avuto risultati che io ritengo estremamente soddisfacenti in termini di iscritti. Abbiamo studenti lucani, ma molti vengono da regioni limitrofe e diversi vengono dalle regioni anche del Nord Italia. Quindi da una parte sono contento perché abbiamo dato la possibilità ai giovani lucani di trovare il modo di studiare medicina in Basilicata e dall’altro devo dire sono contento anche che c’è questo confrontarsi con giovani di altre realtà, altre culture che secondo me è un momento di crescita. Al momento, risultato estremamente positivo». Avviandosi alle conclusioni, secondo la domanda finale, i lucani a questo punto si aspetterebbero l’istituzione di un Policlinico o di una Azienda Sanitaria Universitaria, e il professore Salzano non sente di proporre soluzioni «perché non so chi deve prendere scelte così importanti». «So – ha concluso Salzano -che medicina ha senso se lavora insieme all’interno del Sistema Sanitario Regionale e la regione Basilicata da questo punto di vista mi sembra pronta. Poi quello che sarà la forma mi sembra secondario in questa fase, quello che sarà utile trovare il modo di far funzionare bene quello che si deciderà di fare».

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