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È CACCIA ALL’ORO BIANCO : LITIO

Il giacimento di litio italiano che ci facciamo soffiare dall’estero
C’è un tesoro nel sottosuolo alle porte di Roma ma non abbiamo le competenze per sfruttarlo

#litio

Litio a nord di Roma, si comincia a scavare. Borgomeo: «Nasce il polo hi-tech»

Entusiasmo per i giacimenti nel Lazio: due i permessi di ricerca già assegnati.

Possibile svolta per l’economia del futuro di auto elettriche e smartphone, Borgomeo: “Bene accelerare: passo in controtendenza rispetto al passato”

Prima gli investimenti regionali nel mondo della ricerca. Poi il Rome Technopole di Pietralata dove le imprese, le università e le istituzioni progettano il futuro. Ora, l’interesse per il litio e l’entusiasmo per i giacimenti a nord di Roma, con due permessi di ricerca assegnati.

Cosi Roma si trasforma, ancora di più, nella Capitale dell’hi-tech, diventando una delle poche al mondo che potenzialmente sarebbe in grado di poter “chiudere la filiera”, almeno nella produzione delle batterie. L’estrazione del metallo nella miniera che sorgerebbe tra Cesano e Anguillara potrebbe portare alla nascita di nuove imprese fondamentali per le auto elettriche e per gli smartphone.

Ne parla oggi Il Messaggero con l’articolo a cura di Giampiero Valenza dove interviene il Presidente di Unindustria Cassino Francesco Borgomeo (l’articolo completo è disponibile in allegato). Del resto della “guerra del litio” se ne parla da tempo, anche perché oggi solo alcuni Paesi del mondo lo sfruttano: Australia, Cile, Cina, Russia, Ucraina in testa. E poi ci sono gli Stati dell’Africa centrale. Un minerale, dunque, che è una delle pedine essenziali nello scacchiere della geopolitica mondiale. Secondo un lavoro dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Cnr, presentato nel corso dell’Egu del 2021, l’area tra Roma e Viterbo, oltre a quella di Napoli, è tra quelle con maggiori concentrazioni di litio in Italia e l’idea piace tantissimo al mondo dell’impresa che si occupa di mobilità sostenibile.

«Roma e iI Lazio diventano la capitale dell’hi-tech – dice Francesco Borgomeo che alla Presidenza di Unindustria Cassino ha subito avviato e lanciato il “Progetto Latiomotive” dedicato alla filiera Automotive e della Mobilità sostenibile di tutto il Lazio, con un’azione volta a supportarla nel processo di transizione ecologica, energetica e tecnologica in corso, e per far cogliere le opportunità derivanti da questo nuovo scenario – siamo ben contenti che ci siano autorizzazioni che lasciano fare ricerca in ambito minerario. Per l’Italia è un passo in controtendenza rispetto a quanto avvenuto nel corso degli anni con i “no” su petrolio e gas. Ci auguriamo che queste indagini possano dimostrare la presenza di una materia prima cosi importante. Il litio diventerà il nuovo oro, iI mondo andrà a batterie e chi Io detiene ha vinto»

Borgomeo sottolinea che il comparto automotive nel Lazio conta circa 18.000 dipendenti e, dopo il settore farmaceutico, è il secondo comparto industriale della Regione. Fondamentali, per questo, sono le produzioni dei componenti dei veicoli.

«Tutti stanno puntando a fare fabbriche di assemblaggio delle batterie: oggi le celle arrivano dalla Cina e dal Sud est asiatico, avere qui materie prime potrebbe darci grandi opportunità. Bisognerà favorire una l’avvio di una nuova filiera», spiega Borgomeo.

Il prossimo 14 giugno 2022 Unindustria promuove l’incontro sulla mobilità sostenibile:

Il ruolo del settore energetico per la mobilità sostenibile. Prospettive e opportunità per la decarbonizzazione

Allegati
#ègiustoinformare #orobianco #litio
? Si nazionalizzi il litio italiano‼️
?Una risorsa così strategica non deve essere affidata a stranieri per nessun motivo al mondo.

❇️ Giacimento di litio vicino #Roma perché le imprese estere possono prendersi il nostro oro

Grande entusiasmo per il giacimento di litio vicino Roma.
Ma c’è già chi pensa che le imprese estere potrebbero privarcene
Sta facendo molto notizia il giacimento di litio presente a Roma nord.
Negli ultimi giorni, infatti, sono arrivati due permessi che daranno il via alla ricerca del minerale.
Si tratta, infatti, di una materia molto importante per l’attuale economia globale, in quanto determinante per la produzione di alcuni strumenti tecnologici, come vetture elettriche e smartphone.

Dunque, la notizia della presenza di questo prezioso minerale è molto importante per l’Economia di questo Paese, ma ci sarebbero già timori di presenze che potrebbero ostacolarci.
Ecco, infatti, perché si parla di possibili imprese estere che potrebbero privarcene.

Nella zona di Roma nord, più precisamente nell’area circostante al pozzo Cesano 1, risulta esserci una grande presenza di litio, un prezioso minerale che, nell’epoca attuale, sta assumendo sempre più rilevante valore grazie al suo diffuso utilizzo nell’economia globale.

Si tratta di un vero e proprio tesoro presente nel sottosuolo italiano che, tuttavia, necessità di competenze e capacità utili al suo sfruttamento.

È proprio questo il motivo per cui, un’impresa estera australiana ha fatto sapere di essere interessata.
L’oro bianco, così viene definito il litio, è una delle materie prime più ricercate al mondo, in quanto è fondamentale per la produzione di veicoli elettrici e non solo.
Oggi il suo prezzo è schizzato del +280% rispetto al 2021, superando i 75mila dollari a tonnellata.

Nella zona di Roma nord, presso il pozzo Cesano 1, le 1975 l’Enel riuscì a trovare una concentrazione mineraria di circa 350 milligrammi per litro, tra le più elevate al mondo. Tuttavia, in Italia non c’è un’adeguata competenza che permette di estrarlo.
È proprio per questo che l’azienda australiana “Vulcan Energy Resources” si è fatta avanti, ottenendo il permesso di ricerca da parte della Regione Lazio
Si tratterebbe, quindi, di una scelta da parte del nostro Paese che appare piuttosto in controtendenza rispetto agli altri Paesi.
Un esempio è il Messico ?? che ha votato per la sua nazionalizzazione, autorizzandone sfruttamento ed esplorazione.
Un tentativo, questo, che mette in luce la necessità di evitare di fornire nuove opportunità di crescita a Paesi già molto potenti come la Cina ??

Il giacimento di litio italiano che ci facciamo soffiare dall’estero
C’è un tesoro nel sottosuolo alle porte di Roma ma non abbiamo le competenze per sfruttarlo.

Così sull’estrazione di quello che è stato definito l’oro bianco indispensabile per la transizione energetica ha messo gli occhi una multinazionale australiana. Altrove invece lo si nazionalizza.
L’inchiesta del team Dossier di Romatoday

Il litio è tra le materie prime più ricercate nella corsa ai veicoli elettrici, tanto da essere chiamato “oro bianco”
Il suo prezzo è alle stelle: in crescita del 280% da gennaio 2021, è arrivato a superare i 75mila dollari per tonnellata.

E mentre tutto il mondo si contende il primato nella gestione di questa risorsa, in Italia rischiamo di farci soffiare da sotto i piedi (letteralmente) un tesoro dal valore inestimabile.
Il litio infatti potremmo averlo a pochi chilometri da Roma, nell’area circostante al pozzo Cesano 1, lì dove l’Enel aveva scavato nel 1975 trovando una concentrazione mineraria del di 350 milligrammi per litro, una delle più alte al mondo.

❇️ Il problema è che il nostro Paese non ha le competenze per estrarlo.
E quindi per sfruttarlo.
È così che ne sta approfittando un’azienda straniera. Il team Dossier di RomaToday in una inchiesta a firma di Gabriele D’Angelo ha scoperto che si tratta dell’australiana Vulcan Energy Resources, che a gennaio scorso ha ottenuto dalla Regione Lazio un permesso di ricerca nelle campagne romane.

? Litio, una risorsa cruciale‼️

Sarebbe davvero un’occasione sprecata quella del giacimento laziale.
Il litio, infatti, sta ridisegnando la geopolitica delle miniere: è proprio in quest’ottica che si può leggere la scelta del Messico di votare per la sua nazionalizzazione, dichiarandone la “pubblica utilità” nell’esplorazione, nello sfruttamento e nell’uso.
Che è un modo per tenere alla larga i gruppi stranieri, soprattutto la Cina, che vuole imporsi come leader economico assoluto, battendo sul tempo gli Stati Uniti.
Questa riforma che non è stata fatta per nessun altro minerale di valore, come l’oro o l’argento, fa capire la dimensione che sta assumendo il mercato del litio.
Potrebbe essere proprio quest’ultimo il protagonista della prossima transizione energetica.
Un recente report di McKinsey fotografa quelli che saranno gli sviluppi del mercato, soprattutto della spinta delle auto elettriche. Stando a questa accurata analisi avremo una domanda di litio di 3.3 milioni di tonnellate o un tasso di crescita del 25%.
Le previsioni indicano una fornitura di 2.7 milioni di tonnellate al 2030.
? E l’Italia ?? resta a guardare‼️
{FOTO : La campagna di Cesano, Roma. Nel sottosuolo un giacimento di litio}

Litio, a Roma è caccia all’oro bianco.

Giacimenti a nord della Capitale: ora si comincia a scavare

Concesse due autorizzazioni ad altrettante aziende nella zona tra la Capitale e Anguillara

❇️ Un tempo nel Far West c’era la febbre dell’oro.

❇️ Ora a Roma Nord c’è quella del litio, minerale essenziale per le batterie dei cellulari e delle auto elettriche.

In un pozzo di Cesano (di quelli usati in passato per l’energia geotermica) i valori che sono stati trovati sono così interessanti che oggi c’è chi punta tutto su questa nuova corsa ai metalli nella periferia della Capitale.

Ma Cesano non è la frontiera del vecchio West americano: non ci sono cowboy con pistole e saloon dove riposarsi dopo un giorno di ricerca affannosa di pepite del moderno oro bianco.
Questa volta è la scienza a dire come e dove scavare.
E proprio le vecchie indagini sono utilissime per cercare di individuare le zone esatte.

A oggi due sono i permessi di ricerca assegnati: uno ha coinvolto la tedesca Vulcan e l’altro la italo-australiana Energia Minerals, impresa che già in alcune Regioni del Nord Italia sta puntando su zinco, nickel, rame e argento.

✳️ LE RICERCHE
?Il primo permesso di ricerca riguarda il Comune di Campagnano e coinvolge 1.146 ettari di terreno.
?Il secondo, nella frazione di Galeria, tra i Comuni di Roma (XIV Municipio) e Anguillara Sabazia, è quasi il doppio più grande: 2.046 ettari.
Le indagini che sono state autorizzate non avranno un impatto diretto sull’ambiente.
I pozzi già ci sono: si tratta di quelli che vennero realizzati tra gli anni Settanta e Ottanta.

Quindi, saranno sfruttate le attività che quaranta o cinquanta anni fa fecero grandi imprese come Enel ed Eni.

È qui che i ricercatori dovranno capire se quei numeri individuati in passato sono ancora di interesse proprio per le attività estrattive. I permessi tengono fuori i parchi e le zone d’interesse ambientale.

Marcello De Angelis, geologo e amministratore di Energia Minerals, spiega che nel pozzo di “Cesano 6” il litio è presente in 380 parti per milione.

«È un contenuto di alto interesse. Solitamente per l’estrazione il minimo è di 150 ppm, quindi sarebbero più che sufficienti»

Nella zona più vicina a Roma ce ne sarebbero, precisa, «tra i quaranta e i cinquanta pozzi» che potrebbero dare sorprese.
Non bisogna immaginare il litio romano come se fosse una roccia, ma è “nascosto” nel geotermico di cui è ricca l’area che da Roma Nord porta alla Tuscia e, quindi, a Viterbo.
«L’estrazione – prosegue l’amministratore – avviene trattando i fluidi una volta in superficie con procedimenti chimico-fisici. Poi vengono conservati o processati per produrre o il carbonato di litio o il cloruro di litio»

Grazie a questa lavorazione si crea quello che di fatto è uno dei componenti delle batterie elettriche di nuova generazione.
Un minerale ambitissimo nel mondo e che potrebbe, oggi, essere un prodotto romano “Doc”
E i tempi❓

«Dopo aver fatto la ricerca di base, avuti poi i permessi di estrazione, si va molto rapidamente. L’idea è arrivare a produrre litio entro il 2026», conclude De Angelis.

#sapevatelo2022

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