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LATRONICO RIAPRE LA PRATICA CAVA

Dopo l’intervista di Valvano a Cronache, conferenza sull’incendio che può bloccare tutto


Cava Monte Crugname: semplificandosi, la vicenda del progetto di coltivazione mineraria di una cava di quarzareniti proposto dalla Società Cementeria Costantinopoli Srl, si è complicata. Sembra un paradosso, ma è così. A poco più di 1 mese dal concesso, da parte della Giunta regionale, era il 4 maggio scorso, Giudizio favorevole di compatibilità ambientale, con annessa autorizzazione, l’atto dell’esecutivo è a un passo dalla possibile revoca. Allo stato attuale delle cose, si può azzardare la previsione che più che l’esito, sia in dubbio soltanto il quando ci sarà il dietrofront della Giunta.

Più che la Soprintendenza col suo nì alla cava, ha potuto l’incendio. L’assessore regionale all’Ambiente, Cosimo Latronico, e il Dg Roberto Tricomi hanno mostrato, nel corso di un’apposita conferenza stampa, la piena volontà ad agire con trasparenza.

Più che le intenzioni, però, dato l’importante aggiornamento su Monte Crugname, potrebbe rivelarsi fatale il “tradimento” della fretta, che entrambi, va precisato, negano. Adesso, appare più comprensibile il perchè il predecessore di Latronico, Gianni Rosa, per mesi e mesi, abbia trattenuto lo step conclusivo in stand by.

L’ITER E LA “BIZZARRA” CRONOLOGIA

Sull’autorizzazione alla cava, la Conferenza di Servizi ha avuto tre sedute: maggio 2018, marzo 2019 e dicembre 2019, mentre la determinazione motivata di conclusione, risale, invece, all’aprile 2020. L’ultimo verbale del Comitato tecnico regionale per l’Ambiente, invece, è datato 27 ottobre 2021. A giorni il verdetto dalla Regione. Se tutto confermato, allora l’intera vicenda potrà essere così sintetizzata: dal 2017, anno in cui è stata presentata l’istanza di V.I.A., ci sono voluti 5 anni per terminare l’iter autorizzativo che ad 1 mese dalla conclusione, quella del 4 maggio scorso, rischia fortemente di saltare per un evento, l’incendio, verificatosi in data di molto antecedente rispetto a quando, la Società Cementeria Costantinopoli Srl, ha presentato l’istanza precisamente acquisita e registrata al protocollo Dipartimentale nell’aprile del 2017.

L’incendio, a quanto segnalato dall’ex sindaco di Melfi, Livio Valvano, che ha interessato anche la Procura di Potenza con tanto di allegate note risalenti al 2020, è quello del luglio del 2015.

LA CAVA E LA LEGGE QUADRO SUGLI INCENDI

L’evento incendio, è il dettaglio fondamentale di tutta la storia ed è anche agevole comprenderne la motivazione rintracciabile nell’articolo 10, comma 1°, della legge 353 del 2000. La legge citata prescrive che «le zone boscate ed i pascoli i sui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno 15 anni ». Per Valvano, «la totalità delle aree del progetto» della cava, sono state percorse dalle fiamme nel luglio di 7 anni fa.

Per questo, ha precisato l’ex sindaco nel “dossier” Crugname, nel nuovo Regolamento Urbanistico del Comune di Melfi, adottato con nel febbraio del 2020, «è stata cancellata la previsione esplicita della destinazione ad “uso cava” dell’area interessata, qualificata solamente come “area agricola”». È proprio questo, ciò che l’assessore Latronico e il Dg Tricomi hanno ordinato, agli Uffici competenti, di verificare.

A PRATICA CHIUSA IL SUPPLEMENTO DI ISTRUTTORIA

«Sulla delibera di autorizzazione della Cava di Monte Crugname – ha dichiarato l’assessore Cosimo Latronico – è in corso un supplemento di istruttoria per verificare ulteriormente l’iter procedurale percorso e gli atti compiuti, valutati in buona fede e dopo l’acquisizione di pareri ufficiali.

Sulla questione del rispetto della legge 353 del 2000 in materia di incendi boschivi, la Regione ha interpellato ufficialmente enti ed autorità competenti su questo tema, tra cui il Comune di Melfi che è l’ente deputato alla tenuta e all’aggiornamento del Catasto delle aree percorse dal fuoco».

IL CONSIGLIO DI STATO

Vera la parte sugli adempimenti in capo al Comune, anche se in merito occorrerebbero più precisazioni. Una, però, la si può fare.

La Giurisprudenza amministrativa, tramite il Consiglio di Stato, pronunciandosi sull’articolo 10 della legge citata, ha sancito che l’operatività dei divieti del cambio di destinazione e, più in generale, delle prescrizioni fondamentali della norma, peraltro caratterizzati dalla sanzione penale in caso di violazione, non può essere subordinata all’effettivo adempimento dell’attività di censimento dei soprassuoli percorsi dal fuoco tramite apposito catasto, attività amministrativa di «mera certificazione ed elencazione» e, pertanto, di carattere dichiarativo e non costitutivo. E comunque, come sostenuto da Valvano, l’incendio del 2015 è visibile anche sul portale incendi della Regione Basilicata, consultabile dagli stessi Uffici del Dipartimento Regionale all’Ambiente.

A GIORNI, LA VERITÀ

«Se riscontreremo da atti nuove evidenze che ci consentiranno un ripensamento di quanto deliberato dalla Giunta – ha proseguito Latronico -, le tradurremo subito in atti amministrativi, posto che, nelle more della delibera approvata dalla Giunta, per tutte le prescrizioni indicate, le attività non potranno partire nell’immediato».

«Il nostro è un compito difficile – ha aggiunto il Dirigente generale del Dipartimento Ambiente Roberto Tricomi – perché dobbiamo contemperare gli interessi contrapposti che derivano dalla delibera di Giunta.

A fronte di elementi presenti negli atti riguardo all’interessamento delle superfici dagli incendi saremo pronti a valutare se modificare o confermare le decisioni assunte. Per operare correttamente bisogna dare il tempo agli uffici di fare gli accertamenti predisposti e attendere la risposta alle note inviate». “Trovato” l’incendio del 2015 e il riscontro ad alcune circostanze specifiche, come affermato all’unisono da Latronico, Tricomi e Carmela Bruno, la dirigente dell’Ufficio compatibilità ambientale, «si applicherà la legge».

Se la «legge», a seconda dei risultati degli accertamenti, sarà la citata Legge- quadro in materia di incendi boschivi, allora il risultato finale sarà il seguente: Cava Monte Crugname, tutto rinviato al 2030. In tempi brevi, pare a giorni, verrà comunicato il verdetto dalla Regione


 

Ferdinando Moliterni

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