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OMICIDIO DI CARLO LA DUCA: L’ANALISI DELLA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO

“Il cervello conosce la verità ed è fatto per rivelarla non per nasconderla”

UN CASO ALLA VOLTA FINO ALLA FINE CON LA SQUISITA COLLABORAZIONE DELLA NOTA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO

Criminologa URSULA FRANCO

OMICIDIO DI CARLO LA DUCA: L’ANALISI DELLA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO

CARLO LA DUCA

Criminologa Franco: “Nel nostro paese siamo ancora a “carissimo amico” riguardo alla Statement Analysis, ci si affida ancora all’intuizione, lo dico con profondo rammarico”

Dottoressa Franco, abbiamo recentemente pubblicato la sua analisi dell’intervista rilasciata dall’amico di Carlo La Duca all’inviata di “Chi l’ha visto?” poco dopo la scomparsa ed andata in onda nel marzo 2019.

Sì, da quell’intervista si poteva inferire che a far sparire Carlo era stato l’amico.
Ero in montagna quando andò in onda, non vedevo l’ora di tornare a Roma per trascriverla ed analizzarla.

Ma, come potete immaginare, nel nostro paese siamo ancora a “carissimo amico” riguardo alla Statement Analysis, ci si affida ancora all’intuizione, lo dico con profondo rammarico.

Da che cosa si inferisce il coinvolgimento dell’amico Piero?

1) Piero, pur avendo ipotizzato un allontanamento volontario perché, a suo dire, Carlo si “sentiva… tipo… soffocare”, ha pianto di continuo durante l’intervista.

2) Ha parlato in almeno due occasioni di Carlo al passato e, nell’appello, ha messo in dubbio che Carlo potesse sentirlo, evidentemente perché aveva motivo di crederlo morto.

3) Non ha raccontato il vero in merito alla telefonata del giorno prima.

4) Ha cercato di normalizzare l’ultimo incontro con Carlo.

5) È stato l’unico a raccontare di un programmato fantomatico incontro tra Carlo ed un amico suo/persona/ipotetica persona per una “eventuale” coltivazione di mandorle, un incontro che Carlo non aveva motivo di tener segreto né a sua madre né a Cettina. Non solo Piero è stato l’unico a raccontare di “un altro appuntamento con un’altra persona” ma è stato lui stesso a mettere in dubbio l’esistenza di questa persona.
Se Carlo avesse avuto un incontro segreto non avrebbe dovuto giustificarsi con l’amico inventandosi un altro appuntamento collegato all’idea della nuova coltivazione, avrebbe potuto semplicemente dirgli che Cettina lo stava aspettando.
Peraltro, se Carlo si fosse informato in Comune o in Regione su eventuali fondi da distribuire a chi si fosse dedicato alla coltivazione di mandorle, non avrebbe avuto motivo di tenerlo segreto alla madre o a Cettina.

6) Ha sostenuto che Carlo era rimasto con lui fino alle “dieci e mezza” e, poiché da Ciaculli al luogo del ritrovamento dell’auto del La Duca si impiegano circa 20 minuti e il telefono di Carlo risultava spento quantomeno già dalle 11:00, è difficile pensare che tutto sia avvenuto tra le 10:50 e le 11:00.
È stato peraltro lo stesso Piero a confermarci di essere stato l’ultimo a vedere Carlo.

7) Non ha mai pronunciato il nome dell’amico, neanche nell’appello, non l’ha mai fatto per evitare lo stress che gli avrebbe prodotto. Durante una conversazione o in un appello, fare il nome di uno scomparso è un modo per sentirsi vicini a lui, è anche un modo di allontanare da sé l’idea che possa essere morto.

8) Ha mostrato velato disprezzo nei confronti dell’amico Carlo quando ha detto “lui era eclatante nel modo di parlare, di esprimersi”, “Carlo… non è all’altezza di fare e o di pensare minimamente un discorso del genere”;

9) ha introdotto il tema della “morte” quando ha detto “sicuro come la morte” perché la “morte” era nei suoi pensieri; non stupisce il fatto che lo fosse, stupisce che Piero non abbia parlato esplicitamente di questa possibilità ma che anzi abbia cercato di convincere la giornalista che può trattarsi di un allontanamento volontario.

Spero che abbiate fatto caso al fatto che la madre di Carlo La Duca, nonostante l’arresto dei due complici per omicidio, le numerose interviste rilasciate e la contaminazione da parte dei suoi interlocutori, difficilmente pronuncia la parola “corpo”.
Non pronuncia termini correlati alla morte del figlio per esorcizzarla.
Ecco perché ho trovato inaspettato che, a poche settimane dalla scomparsa di Carlo, l’amico Piero abbia detto “sicuro come la morte” mentre tentava di convincere la giornalista che poteva trattarsi di un allontanamento volontario.

E riguardo all’intervista rilasciata da Luana Cammalleri, che può dirci?

Era più difficile inferire un suo coinvolgimento in quanto gli stralci mandati in onda riguardavano solo il rapporto con

Carlo e non i suoi movimenti del giorno della scomparsa del marito.
In poche parole non era inaspettato che lei parlasse male di Carlo posto che stavano per separarsi.

Dottoressa, facciamo il punto sul movente?

Il movente è spesso articolato e quando due o più soggetti commettono un omicidio in concorso non è detto che il movente sia condiviso.

Con tutta probabilità ciò che ha spinto all’odio Luana sono le umiliazioni subite, poi credo temesse di perdere il diritto ai beni acquisiti con il matrimonio in quanto stava per separarsi da Carlo.

Riguardo a Piero, forse invidiava Carlo per ciò che possedeva e lo disprezzava in quanto lo riteneva un inetto, un incapace, un perditempo, un raccontaballe e per ciò che gli aveva raccontato di aver subito la sua amante Luana. Credo che anche Luana condividesse con Piero il disprezzo nei confronti del marito da un punto di vista lavorativo, in un’intervista ha infatti detto: “Lui l’ultimo periodooo stava… vendendo tutto, già ha venduto la terra, il escavatore, alcuni mezzi di lavoro.”

Può essere più precisa riguardo alle umiliazioni subite da Luana?

Verrà tutto fuori al processo, qualcosa emerge da alcune dichiarazioni di Luana: Lui aveva un vizioo… che una moglie dà molto molto fastidio. Nel rapporto con la moglie provava piacere ancheee… altri vizi, diciamo, che… che piaceva a lui, sono cose delicate, privati che non… non… non le voglio mettere in mezzo, però c’erano tanti vizi, sì. Io a lui gli facevo fare tutto, gli perdonavo tutto, però queste cose arrivò il punto che poi ho detto: “Basta”, non me la sentivo più.”

Riguardo invece al movente economico, lo scambio interessante è il seguente:

Giornalista: Luana come bisogna chiamarti, moglie, ex moglie?

Luana: Moglie.

Giornalista: Moglie, perché ti senti tale ancora?

Luana: Sì.

Giornalista: E perché la separazione ancora non….?

Luana : No, ancora la separazione non… non c’è stata, perciò… doveva essere la fine di marzo, perciò mi sento moglie.

Dottoressa, la Statement Analysis potrebbe ancora servire?

Certo, dall’analisi delle intercettazioni si potrebbe inferire il luogo dell’occultamento. Faccio un esempio, in un’occasione Piero ha detto a Luana: “Là sopra accendigliela una candelicchia, un lumino, almeno gli si rinfresca pure l’anima”. Perché Piero ha aggiunto la parola “pure”?
Questa intercettazione ha forse a che fare con il luogo dell’occultamento?

Hanno forse gettato il corpo di Carlo in un pozzo?

Dottoressa, grazie, vuole aggiungere qualcosa?

C’è uno stralcio particolarmente interessante ed inedito nell’intervista di 3 anni fa all’amico Piero ora in carcere ed è il seguente:

Giornalista: C’è sempre un alone di sospetto nell’ultima…
Piero: Ma porca mise…
Giornalista: … persona che vede la persona che scompare.
Piero: Ovvia… o… o… ovviamente, ovviamente, ma di questo ne sono resp… ne sono consapevole, però non ho problemi…

Piero avrebbe potuto cogliere l’occasione per negare di aver ucciso Carlo mentre invece ha prima imprecato per prendere tempo per pensare a cosa dire e ha poi detto “Ovvia… o… o… ovviamente, ovviamente”.
Il fatto che Piero balbetti è un indice di stress, il fatto che ripeta la stessa parola ci rivela un suo bisogno, quello di prendere tempo per pensare a cosa dire.
Due segnali che indicano che l’affermazione della giornalista è per lui sensitiva.


Si noti poi l’autocensura “ma di questo ne sono resp…”.
Si tratta forse di Leakage? Stava forse per dire “responsabile”?
È alquanto probabile che si tratti di una clamorosa ammissione di responsabilità.
Il cervello conosce la verità ed è fatto per rivelarla non per nasconderla.

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