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TASSE, BASILICATA “ZONA ROSSA”

Il report, povertà energetica: i lucani tra quelli più a rischio in Italia


IL RANGE DEI NUCLEI FAMILIARI CHE NON HANNO SOLDI PER LE BOLLETTE VA DA 56MILA A OLTRE 84MILA


Famiglie italiane che si trovano nella condizione di povertà energetica: la Basilicata è in piena zona rossa.

Se prima era il Covid, ora il caro bollette, il forte rincaro generale dei prezzi e dei carburanti stanno mettendo a dura prova la tenuta economica di almeno 56mila nuclei familiari lucani che si trovano nella condizione di povertà energetica, ovvero in forte difficoltà nei pagamenti delle bollette.

Secondo l’elaborazione dell’Ufficio studi dell’associazione Artigiani e piccole imprese Cgia Mestre sui dati del Rapporto Oipe 2020, si stima che in Italia ci siano 4 milioni di nuclei in difficoltà.

Famiglie che si trovano nell’impossibilità di procurarsi un paniere minimo di beni e servizi energetici: ovvero il riscaldamento, il raffrescamento, l’illuminazione, l’utilizzo di elettrodomestici e via discorrendo. Le famiglie più a rischio sono quelle con un elevato numero di componenti, vivono in abitazioni datate e in cattivo stato di conservazione, il capofamiglia è giovane, spesso indigente e-o immigrato.

A livello territoriale la situazione più critica si presenta nel Mezzogiorno, dove la frequenza della povertà energetica oscilla tra il 24 e il 36 per cento delle famiglie di quel territorio. In Basilicata il range va d a almeno 56mila e 459 nuclei in difficoltà a quasi 84mila e 688.

«Se dall’avvento del Covid fino al gennaio di quest’anno – si apprende dal report della Cgia di Mestre – il numero degli occupati tra i lavoratori indipendenti è sceso di 185 mila unità, tra i dipendenti la contrazione è stata pari a 79 mila.

Possiamo quindi affermare con buona approssimazione che, anche per quanto riguarda la povertà energetica, in questi ultimi 2 anni i nuclei dove il capofamiglia è un autonomo la situazione è peggiorata in misura maggiore che fra le realtà famigliari dei lavoratori dipendenti ».

Tra le regioni che al contrario della Basilicata, nella fascia più critica insieme a Molise, Calabria, Sicilia e Campania, si trovano nella fascia medio bassa, tra il 10 e il 14 per cento di frequenza, ci sono Lazio, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia e la Valle d’Aosta. Per il Sud, più nello specifico, in Campania, ad esempio, il range va da almeno 519 mila nuclei in difficoltà a quasi 779 mila, in Sicilia da poco più di 481 mila a 722 mila e in Calabria da poco oltre le 191 mila fino a quasi 287 mila unità.

Tra le realtà, infine, meno interessate da questo fenomeno, dove la forchetta oscilla tra il 6 e il 10 per cento e quindi all’opposto della “zona rossa”, ci sono Lombardia, Veneto, Emila Romagna, Toscana e Trentino Alto Adige. Da ricordare che il Governo centrale ha introdotto il bonus bollette, tagliando significativamente il peso dei costi di energia elettrica e gas per le persone con un Isee inferiore alle 8mila e 265 euro. Soglia, quest’ultima, che è stata innalzata a 12 mila euro con il decreto anti-rincari del 21 marzo scorso.

Sempre sul fronte della bollette di luce e gas è stata data la possibilità alle utenze domestiche di rateizzarne i pagamenti, sono stati azzerati gli oneri di sistema e l’Iva è scesa al 5 per cento. Dall’estate scorsa, inoltre, il Governo Draghi ha messo a disposizione di famiglie e imprese quasi 20 miliardi di euro contro il caro energia-carburante.

«Una cifra sicuramente importante – viene riportato nelle conclusioni dello studio dell’associazione Artigiani e piccole imprese Cgia Mestre – , ma ancora insufficiente a mitigare efficacemente i rincari che sono avvenuti in questi ultimi 9 mesi»


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