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BARDI E I DIALOGHI SULLO SPIRITO

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A sentire il tono apatico e la vuotaggine dialettica di Vito Bardi all’Auditorium del Conservatorio di Potenza c’è venuto da pensare che il suo dialogo riguardasse le virtù dello spirito piuttosto che quelle del PNRR e che sul palco ci fosse, a dar man forte, monsignor Gianfranco Ravasi più che il ministro Roberto Speranza, peraltro intento a sconfessare l’ammiccamento inciucista del suo barbuto pupillo, tale farmacista Carlo Trerotola, tanto per stare sulla salute politica del centrosinistra. Ora però i 70 anni del governatore, volenti o dolenti, rischiano di essere un bel problema per la Basilicata che vuol correre a passo giovane e possedere l’età del fare invece che quella del contemplare, luogo non politico in cui sguazza a proprio piacimento Bardi e dove tutto rimane sospeso, indeciso, incompiuto. Così, tanto per non farsi facili illusioni sulle magnifiche e progressive sorti che ci attendono anche col Bardi bis, scopriremo ad esempio che dopo tre anni ci sono ancora così tante liste d’attesa da far guadagnare il primato della vergogna nazionale e che le impugnative del Governo Draghi sono ormai all’ordine del giorno contro le leggi lucane. Ha scritto Antoine Rivarol: “Non c’è nulla di così assente come la presenza di spirito.”.

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