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GUARENTE-TRAMUTOLI, ORMAI È AMORE!

Potenza, in Consiglio il sindaco non c’è: a tenergli il numero legale il compagno ex avversario per la fascia tricolore


POTENZA. All’indomani di un Consiglio comunale già sofferto, in cui è emerso un evidente debito storico che ha portato il Comune di Potenza a un pre dissesto, si è svolta nella giornata di ieri la Seduta di riaggiornamento di un sequel a tratti tragicomico.

UNITÀ: UN MIRAGGIO NELLA MAGGIORANZA

Mentre Guarente si trovava oltralpe – al summit europeo delle città e delle regioni, in quel di Marsiglia – tra i banchi dell’Assise di via Nazario Sauro, un folto gruppo della maggioranza risultava assente: trattasi dei consiglieri di FdI e FI, la cui mancata presenza in Aula è un evidente risposta alla spaccatura profonda che s’è lacerata ancora di più con il rimpasto di Giunta.

Un mancato atto di coerenza a quel tanto decantato «senso di responsabilità » richiesto durante il Consiglio precedente, quello in cui il Sindaco con i suoi imploravano voti per poter ottemperare ad una maggioranza che gli potese consentire di rimandare il discorso del predissesto fra 90 giorni, avendo il tempo così di predisporre il piano di riequilibrio finanziario utile a scongiurare una nuova crisi (a causa della debitoria passiva di quasi 80 milioni euro ereditata dall’amministrazione Guarente).

L’interesse mancato di una maggioranza che non garantisce il numero legale di presenza in aula, aprendo così anche solo alla remota possibilità di rendere nulle le votazioni, può considerarsi (come evidenzaito dai consiglieri di centrosinistra) «responsabile, coerente e – soprattutto – interessata al Bene comune»? Questo, almeno, è stato affermato nello scorso Consiglio.

Ad una settimana dalla varata di quel momentaneo rilancio, che avrebbe dovuto portare ad un mezzo sospiro di sollievo, quello che traspare è un Consiglio opacizzato ed una Giunta ingessata, immobile, con una evidente crisi all’interno della maggioranza stessa.

Per evitare potenziali condizioni di disagio, votare atti di gestione che interesserebbe gestire in primis alla maggioranza, non di certo all’opposizione, non era bene presiedere in aula con la stessa coerenza di quanto si è presienziato pochi giorni fa per evitare (momentaneamente) il dissesto?

È una maggioranza che, di fatto, continua unicamente a bisticciare, ostaggio dell’interesse di alcuni e che si presta ai giochi di questo. E i cittadini ne pagano lo scotto.

L’INCOERENZA DEI “TRAMUTOLIANI”

All’ordine del giorno la discussione, con annessa votazione, era incentrata sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio: dieci punti debitori pendenti, derivanti da sentenze dei tribunali che condannano al risarcimento, da parte del Comune, quei cittadini che sono stati giudicati danneggiati dalla condotta – talvolta dolosa, altre omissiva – dell’Ente stesso.

Si tratta di interventi che potevano essere attuati preventivamente e che vedono i cittadini, che hanno vinto in giudizio, ancora in attesa della liquidazione delle spettanze. Normale amministrazione quotidiana: incidenti causati da scivolamenti sul ghiacchio, danneggiamenti di auto a causa delle pessime condizioni del manto stradale, azioni sindacali su mancati accordi di carattere contrattuale della polizia locale.

E criticità simili che sono prova della difficoltà pragmatica dell’Amministrazione a gestire la “cosa pubblica”. Il messaggio che ne esce da quell’aula non è certo di chiarezza: una maggioranza non compatta oltre che fisicamente non presente; una parte di opposizione (La Basilicata Possibile, Potenza Città Giardino, M5s, +Europa) che, pur decidendo di rimanere in aula per non far decadere il numero legale, vota contrariamente il riconoscimento dei debiti fuori bilancio.

Un non voto che poteva benissimo essere gestito diversamente, fosse solo per coerenza: un duro segnale alla Giunta Guarente sarebbe arrivato se avessero abbandonato l’aula, non garantendo quel numero legale che sarebbe stato premura della maggioranza mantenere in primis. Garantendo con la loro presenza il numero legale in aula, il partito di opposizione ha fatto sì che si potesse votare a qualcosa di cui erano a prescindere contrari.

Garantendo, in tal modo, comunque un sostegno su cui la maggioranza a quanto pare non è d’accordo. La scelta dei consiglieri di parte dell’opposizione – Biscaglia, Giuzio, Falconeri, Flore, Tramutoli, Pergola, Smaldone – s’appellava alla propria «responsabilità singola di vigilare sui processi politici ed amministrativi» del Consiglio.

Ma alla luce dell’incoerenza dimostrata, quanto non si sono invece dimostrati una “stampella” di Guarente? Una situazione che sembra ripetersi: appare quanto mai strano che Tramutoli, nonostante la scarsa considerazione, tante volte palesata, di Guarente e di questa maggioranza, ora decida di fargli da stampella per permettergli, in ogni caso di fare approvare gli atti.

Come in ogni amministrazione che si rispetti, tocca alla maggioranza garantire i numeri per approvare gli atti, non certo alle opposizioni che svolgono il ruolo di contrapposizione. Insomma, una Giunta che, per quanto le premesse elettorali fossero futuristiche e rivoluzionarie, pare rivolta al passato, perdendosi il presente pregiudicandone il futuro ed il «bene della e per la città».


 

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