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UCCISE LA MADRE PERCHÈ L’«OPPRIMEVA»: VENTRE ASSOLTO

Brienza, la Corte d’Assise di Potenza, presieduta da Sergi, ha accolto la perizia dell’accusa: «Incapace di intendere e volere»


La Corte di Assise di Potenza, presieduta da Federico Sergi, ha assolto l’ultra 40enne Antonio Ventre perché al momento dell’omicidio della madre 80enne, Irene Lopardo, spinta dalle scale della sua abitazione in corso Umberto I a Brienza, era il 3 luglio del 2021, «non era in grado di intendere e di volere».

Nei confronti di Ventre, però, difeso dall’avvocato Lorenzo Raffaele Petracca, è stata disposta la libertà vigilata per 2 anni che l’uomo dovrà scontare nella comunità terapeutica dove si trova attualmente. Il giorno della tragedia, a lanciare l’allarme fu un’infermiera che si era recata nello stabile dove abitava Lopardo per assistere un’altra signora che vi abita. I Carabinieri rintracciarono Ventre, a seguito di una segnalazione, davanti la Chiesa Madre del paese.

Era in stato confusionale e pronunciava frasi deliranti. Per quanto le indagini agevolate da determinati riscontri, decisive le scarpe di madre e figlio e le impronte di sangue calpestate, sin da subito apparse evidente che l’uomo soffrisse di problemi psichici. Nella confessione rilasciata agli inquirenti, la causa del gesto nelle parole «mi opprimeva».

La spinse dalle scale al culmine di un litigio, perchè non sopportava «la sua invadenza ». Anche sulla scorta delle sue dichiarazioni, l’originaria accusa formulata per Ventre, che era stata quella di omicidio preterintenzionale aggravato da rapporto di parentela tra vittima e assassino, è stata riqualificata in omicidio volontario.

Ad ogni modo, a certificare l’incapacità di intendere e volere di Ventre, il perito, lo psichiatra Andrea Barra, nominato dal Pubblico ministero Sarah Masecchia.


 

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