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LICEO CLASSICO “DUNI”: UN’OPERA INCOMPIUTA

A quattro anni dalla chiusura dell’istituto si allungano i tempi di consegna dei lavori di ristrutturazione

Era il settembre 2018 quando a pochi giorni dalla riapertura delle scuole, l’allora Sindaco di Matera nel dare seguito alla richiesta del Presidente della Provincia, adottò con urgenza i provvedimenti per l’interdizione delle attività didattiche e d’ufficio che si svolgevano all’interno del liceo classico “Emanuele Duni”.
Gli esiti delle successive indagini e dei test effettuati sui materiali della struttura del Duni e le verifiche effettuate da professionisti incaricati dalla Provincia di Matera accertarono la presenza di microlesioni su alcune travi della zona aula magna e i risultati di altri test evidenziarono lo schiacciamento dei provini di calcestruzzo che indicavano una resistenza bassa dei corpi aula e in particolare degli ultimi due piani dell’edificio che potevano compromettere la sicurezza anche dei carichi verticali. Inoltre i valori della resistenza rilevati su alcuni pilastri risultavano inferiori ai limiti richiesti dalle norme vigenti nel 1939 e ancora in vigore all’epoca della costruzione dell’edificio che risale al 1962.
Insomma, per non mettere in pericolo l’incolumità delle persone che operavano nell’ambito del Liceo classico Duni, studenti, docenti e personale ata si dispose l’immediata chiusura in via cautelare dell’istituto.
Inutile descrivere le travagliate vicende e i vari esodi e spostamenti da un luogo all’altro a cui gli studenti del rinomato Liceo materano furono sottoposti, fino a quando non si pensò di utilizzare gli spazi vuoti presenti all’interno degli edifici prefabbricati, in coabitazione con gli uffici regionali in via Castello, nei pressi della nuova sede dell’Università della Basilicata.
Resta comunque una sistemazione molto precaria quella degli studenti del Duni considerata la sproporzione di volumetrie esistente tra l’originaria sede ufficiale del Duni di grandi dimensioni e notevoli spazi per le attività correlate e questa temporanea sistemazione nei ristretti locali degli ex uffici della regione.
Ristrettezza degli spazi che tra l’altro si rivela davvero critica in momenti in cui per varie esigenze pandemiche si è costretti a contingentare il numero degli studenti ammessi ai vari turni di insegnamento. Il tutto con enormi disagi per discenti e docenti e con in sottofondo il coro delle promesse di politici e istituzioni che rassicurarono nel 2018 tempi brevi per il completamento dei lavori che avrebbero rigenerato il liceo Duni.
L’inchiesta svolta da Cronache TV ci ha portato, a distanza di quattro anni dalla chiusura dell’edificio Duni, a un sopralluogo sul cantiere dei lavori dove la prima notizia che colpisce è proprio la scadenza della data prevista per il completamento della ristrutturazione che era previsto per il 4 gennaio 2022, ma che come mostrano le immagini richiederà ancora altri mesi per essere portata a termine e se poi si aggiungono i vari collaudi e i certificati di agibilità dei vari enti la tempistica si allunga oltremodo.
Ci ha detto una studentessa che prima di completare il quinquennio di studi classici avrebbe voluto almeno per un anno studiare nell’edificio dello storico Duni situato in Viale delle Nazioni Unite piuttosto che in anonimi prefabbricati adibiti a scuola. Ma a giudicare dall’andamento del cantiere non è facile prevedere che la studentessa conseguirà la maturità classica senza aver mai messo piede in quello che negli anni ‘70 veniva considerato un po’ il tempio della cultura classica materana ed oggi è fermo ancora a poco più di uno scheletro e con i lavori costantemente in progress.
Ci ricorda un altro studente che proprio il pannello indicativo della ristrutturazione che avverrà a un costo di oltre 1 mln di euro, reca la dicitura di lavori finalizzati a garantire l’agibilità del liceo Duni e soprattutto <>, rispetto al quale ha detto lo studente: <>.
Non resta dunque che sperare in un cambiamento di passo nell’esecuzione dell’opera di restauro del Liceo classico Duni e soprattutto auspicare che, con buona pace del carpe diem oraziano, più che al presente si guardi soprattutto al futuro di tanti studenti materani a cui va assolutamente garantito il diritto allo studio in un luogo adatto e dignitoso.

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