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LISANDRO RACCONTA “L’AIRONE CENERINO”

Il naturalista: “Sono una specie protetta dalla Direttiva Uccelli”


L’Airone cenerino, chiamato anche Airone grigio è un trampoliere stanziale gregario che, tra gli Ardeidi che frequentano il territorio lucano, si riconosce più facilmente, oltre che per il suo portamento elegante ed il volo potente, soprattutto per la livrea e le dimensioni.  A raccontarcelo è il naturalista Carmine Lisandro.

«Il nome cenerino è dovuto al colore grigio-cenere del suo piumaggio. La testa è bianca con due strisce nere che partendo dagli occhi arrivano fino alla nuca e, nel periodo riproduttivo, genera due sottili ciuffi di piume nere. L’Iride, il becco e le zampe hanno una colorazione gialla, l’apertura alare supera il metro e mezzo, la lunghezza invece è di circa un metro ed il peso è di poco inferiore ai 2 Kg., con la coda corta rispetto al corpo.

Altro segno di riconoscimento, tipico degli aironi è il collo ripiegato ad “S” durante il volo. I giovani hanno un piumaggio più chiaro con il collo che anteriormente è pieno di macchie scure.                                                                                                          

 Gli ambienti che frequenta sono zone umide, in vicinanza delle rive di fiumi, torrenti con acque poco profonde e con presenza di salici, pioppi e ontani oltre a visitare laghetti artificiali, luoghi dove, anche di notte, con movimenti lenti e calibrati va alla ricerca di prede come pesci, anfibi, bisce d’acqua e crostacei ed in queste occasioni,  difende con puntiglio il suo territorio da eventuali contendenti.                                                                                                                                                                  

Appena scorge una probabile preda, l’Airone si immobilizza anche per diversi minuti, per poi con uno scatto repentino del collo infilzarla con il robusto becco. Nei periodi di magra o in inverno, si allontana per km dai luoghi abituali, recandosi nei prati o nelle campagne alla ricerca di insetti, rettili, topi o arvicole.

Verso la fine di gennaio iniziano le rivalità tra maschi ed i relativi corteggiamenti di questi magnifici uccelli –prosegue Lisandro- che, con un buon binocolo e tanta pazienza, si potranno osservare nei loro consueti atteggiamenti, mentre Il maschio si dedica alla ricerca, su alberi di alto fusto, di un sito dove fare il nido ed una volta formata la coppia  provvedono alla sua costruzione utilizzando rametti e canne, spesso in vicinanza di nidi di altri Ardeidi dove la femmina depone 4-5 uova che cova per circa un mese, i piccoli   saranno allevati per almeno due mesi e, se tutto andrà bene, avranno in media un’aspettativa di vita sui  5 anni. Devono comunque essere attenti alla predazione da parte di volpi e al saccheggio di uova da parte di corvidi.                                                                                                                                                                       

Non è improbabile che, durante il periodo della riproduzione si formino su grandi alberi dei raggruppamenti di Ardeidi chiamati “Garzaie” composti da coppie di Aironi cenerini, rossi, bianchi maggiori, guardabuoi, Garzette e Sgarze ciuffetto. Gli Aironi cenerini sono una specie protetta dalla Direttiva Uccelli».

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