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SANITOPOLI, IMPIANTO ACCUSATORIO FALCIDIATO PER PITTELLA CHIESTI 3 ANNI DI RECLUSIONE

Dal Pm Colella in totale invocati oltre 54 anni di carcere, ma ci sono anche le assoluzioni. Per l’ex governatore, salva l’accusa per 1 solo concorso

Dall’inchiesta “Suggello”alle richieste del Pm Salvatore Colella ieri al Tribunale di Matera: per il considerato «deus ex machina della distorsione istituzionale» nella Sanità lucana, in relazione alla manipolazione dei concorsi, in totale 4, 3 all’Asm e uno all’Irccs Crob di Rionero in Vulture, Marcello Pittella, «nulla si muove senza il suo dictat», invocata dall’accusa una condanna a 3 anni di reclusione.
Complessivamente, per le contestazioni riguardanti il «totale condizionamento della sanità pubblica da parte di interessi privatistici e da logiche clientelari politiche», sono stati chiesti 54 anni e 4 mesi di reclusione per 18 dei 20 imputati, con pene individuali comprese tra 1 anno e 4 mesi e 6 anni e 6 mesi. Quest’ultima richiesta, la più elevata di tutte, si riferisce all’ex dirigente amministrativa dell’Asm, Maria Benedetto. La “Sanitopoli” lucana nel luglio del 2018 portò all’esecuzione di 30 misure cautelari, tra cui proprio quella degli arresti domiciliari a carico dell’allora presidente della Regione, Pittella (attualmente consigliere regionale del Partito democratico dopo rinuncia, anche per motivi legati all’inchiesta “Suggello”, alla candidatura di governatore alle regionali del 2019). Il Pm, però, per diversi imputati, tra cui l’ex Dg del-l’Irccs Crob di Rionero, Giovanni Battista Bochicchio (con la formula «perchè il fatto non sussite»), ha chiesto l’assoluzione in relazione a 6 capi d’accusa, ovvero alle contestazioni connesse alle ipotesi di abuso d’ufficio, ritenute non più sussistenti a seguito della depenalizzazione del reato avvenuta lo scorso anno. Così, per l’ex governatore Pittella, resterebbe in piedi una sola contestazione: quella di concorso in falso ideologico e materiale, come istigatore, nella presunta formazione di un verbale non veritiero in un concorso all’Azienda sanitaria di Matera.
Tra le altre richieste di pena, da segnalare quelle per gli allora commissari delle due Asl provinciali, Pierino Quinto (4 anni e 6 mesi) e Giovan Battista Chiarelli (4 anni e 2 mesi).
Per altri imputati, queste le richieste di condanna: Vito Montanaro (2 anni e 4 me-si), Maddalena Berardi e Davide Falasca (3 anni), Giovanni Amendola (4 anni), Angela Capuano (4 an-ni), Vito D’Alessandro (2anni) e Anna Rita Di Taranto (4 anni e 6 mesi). Chieste invece pene inferiori, di 2 anni a testa, per i 6 accusati della illecita sostituzione di una società di trasporto di infermi all’Asm.
Da ricordare che l’inchiesta “Suggello” iniziò proprio sulla scorta dell’esposto di un ex dipendente della cooperativa “Croce verde Materana” che denunciava un tentativo di truffa ai danni della Asm.
Il Pm ha sostenuto durante la requisitoria la solidità del quadro probatorio, ma, in realtà, l’impianto accusatorio, già assottigliato durante le udienze preliminari, come per esempio per il caso della presunta corruzione tra Quinto e Meale, entrambi prosciolti per questa contestazione, ne è risultato fortemente ridimensionato.
Ad ogni modo il presidente del collegio Gaetano Catalani ha già fissato il calendario delle prossime udienze, in cui la parola passerà alle parti civili prima e alle difese poi. A ritmo sostenuto, seguiranno plurime udienze fino al 17 di novembre che dovrebbe coincidere col giorno in cui potrebbe essere emessa la sentenza.

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