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50 ANNI DI FRONTE DELLA GIOVENTÙ DA OPPOSIZIONE A CLASSE DIRIGENTE

Tra quelli usciti da quella fucina: il Dg dell’Arpab Tisci, l’Au di Sel Modrone e il vicepresidente della Commissione antimafia Pepe

Cantavano “il domani appartiene a noi” ma forse neanche immaginavano che quel domani sarebbe stato vero e così vicino. È l’ultima nidiata lucana di dirigenti del Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del Msi che quest’anno compie 50 anni, che ha raccolto il testimone delle generazioni passate e che oggi è chiamata, per la prima volta nella storia, a portare il proprio impegno militante nelle istituzioni e non solo.
Pasquale Pepe, Rocco Coviello, Luigi Modrone, Antonio Tisci ma anche Fabio Amendolara e Luigi Laguardia, e anche tanti altri, Gianni Motta, Francesco Pappalardo e Raffaele Morelli, hanno in comune il fatto di essere cresciuti politicamente e umanamente nella soffitta della sede di via Pretoria. Storie diverse, come diverse sono le personalità dei personaggi ma con in comune un tratto formativo importante della propria vita e della propria giovinezza. Quattordici, quindici anni avevano quando si sono conosciuti e hanno iniziato a militare tra libri da leggere, tessere da fare, manifesti da incollare e megafoni ai quali urlare. Erano gli anni a cavallo tra la fine del Msi e la nascita di Alleanza Nazionale, anni turbolenti nei quali, soprattutto per i più giovani, si mischiava la voglia di diventare protagonisti della scena politica e la paura di perdere le radici, di non poter più dire “anche se tutti, noi no” come recitava una canzone della Compagnia dell’Anello. Storie diverse, storie anche di contrapposizione interna, come sempre accade nei partiti strutturati e che servono a formare alla politica e alla vita. Coviello e Modrone erano i giovani di fiducia di Digilio e dell’ultimo segretario provinciale del Fdg di Potenza Francesco Crocetto. Tisci, Pepe, Amendolara e Laguardia erano gli alemannniani, gli uomini della destra sociale. Anni di forte contrapposizione interna che, però, riusciva sempre a trovare un momento di unità verso l’esterno.
Storie che si sono divise con la fine di Alleanza Nazionale, lo scioglimento del Pdl e la seguente diaspora della destra italiana.
Dopo aver fatto il consigliere comunale a Potenza, oggi Coviello è per la seconda volta di seguito l’uomo di fiducia del sin-daco di Potenza. Prima con De Luca ora con Guarente, con la fine di Alleanza Nazionale passò a Futuro e Libertà e, infine, è approdato alla Lega con cui si è candidato al Consiglio Comunale. Modrone è stato l’unico a non aderire al Pdl, scelse la Destra di Storace e, poi, fondò la Lega in Basilicata in tempi in cui al messaggio di Salvini non credeva nessuno, oggi dirige la Sel. Pasquale Pepe, oggi è Senatore della Repubblica, eletto con un risultato straordinario, come sempre straordinari sono stati tutti i suoi risultati elettorali. Prima consigliere Comunale a Tolve, poi sindaco di Tolve, alla fine di Alleanza Nazionale aderì prima al Pdl e, poi, a Fratelli d’Italia da cui uscì per approdare in Lega, oggi è Senatore della Repubblica e leader indiscusso della Lega in Basilicata, protagonista della scena politica meridionale del Partito di Salvini. Tisci, per due volte consigliere Comunale a Picerno, capogruppo di Alleanza Nazionale in Regione Basilicata, Presidente Pr-vinciale del Pdl a Potenza, dopo la fine di An ha seguito il percorso umano e politico di Alemanno, aderendo a Fratelli d’Italia dalla sua fondazione, uscendone per fondare il MNS, per poi tornare in Fratelli d’Italia già dalle ultime elezioni regionali e candidarsi alle elezioni europee anche per sancire la riappacificazione della destra italiana, oggi dirige l’Arpab. Meno politici i percorsi di Luigi Laguardia e Fabio Amendolara, gli unici a non aver ricoperto cariche né politiche né elettive. Amendolara già dopo Fiuggi scelse la Fiamma Tricolore di Rauti, per poi smettere di fare politica e dedicarsi intera-mente al giornalismo, nato come cronista di giudiziaria oggi è una delle più prestigiose firme lucane della carta stampata. Luigi Laguardia, un passato da militante nel Fdg, in Alleanza Nazionale e nel Pdl, oggi è Presidente Regionale dell’Asi, ente di promozione sportiva riconosciuto dal Coni. Erano ragazzini quando si sono conosciuti, insieme si sono formati, oggi da uomini sono chiamati a rappresentare a vario titolo quelle idee nella loro attività quotidiana, nelle istituzioni e non solo. È toccato a loro, nati sul finire degli anni ’70, il compito di portare nelle istituzioni la storia della destra italiana, anche nel nome di quelli come Camardese, Mancino, Cordasco, Trerotola che questa opportunità non l’hanno mai avuta.
Una sfida immane, alla quale hanno iniziato a prepararsi mischiando acqua e colla in un secchio di plastica con una scopa e cantando “il domani appartiene a noi”.
Quel domani che è diventato oggi.

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