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L’IPERTROFIA POLITICA DELLO SCARICABARILE

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Sulla scrivania del presidente americano Truman campeggiava la scritta “lo scaricabarile finisce qui”. L’avvertimento, quasi una sentenza breve di verità, serviva a rammentare che oltre al titolare pro tempore di quella scrivania non c’erano altre responsabilità su cui far svolazzare alibi e ghirigori. Ora quella lezione dalle nostre parti non gode affatto di buona salute, anzi pare proprio il suo esatto contrario: l’ipertrofia politica dello scaricabarile è ormai il genere letterario preferito dal centrodestra. Del resto piaccia o no, ma la pandemia s’è trasformata anche in un durissimo “stress test” per misurare capacità di gestione ed efficienza dei governatori su quella che è una crisi epocale mai finita. Eppure se il Coronavirus non ha risparmiato i sistemi economici e sanitari delle Regioni, non su tutte ha riversato gli stessi effetti depressivi come invece è accaduto con la Basilicata, triste record d’Italia sul pil e prestazioni sanitarie e su cui l’intrepido trio istituzionale Bardi-Leone-Cupparo farebbe bene a rimpiazzare l’arte corta dello scaricabarile con quella più salutare dell’autocoscienza. Ha scritto Milan Kundera: “Con quanta leggerezza e con che pessimi materiali l’uomo costruisce le sue scuse”.

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