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LA POLIZIA CELEBRA 40 ANNI DALLA LEGGE 121/81

Con l’uscita del libro “La riforma dell’Amministrazione della pubblica sicurezza”

 


di Eliana Positano


Si celebrano oggi primo aprile i 40 anni della legge 121 del 1981 che viene ricordata mediante la pubblicazione di un libro su “La riforma dell’Amministrazione della pubblica sicurezza” scritta dal Prefetto Carlo Mosca deceduto nei giorni scorsi. Il libro è stato realizzato con i contributi scritti del Presidente della repubblica Sergio Mattarella, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Franco Gabrielli che ha ricoperto il ruolo di capo della polizia fino allo scorso 1 marzo. A questi si sommano i messaggi del Ministro della giustizia Marta Cartabia e di Michele Ainis, componente Autorità garante concorrenza e mercato. Nel messaggio del Presidente della Repubblica, si fa coincidere il 40ennale della riforma della polizia con la celebrazione dei 160 anni dell’Unità d’Italia ricordando che i due eventi sono intrinsechi e rappresentano una fortificazione dello Stato unitario, in cui proprio il corpo della Polizia rappresenta non un mero compito di sicurezza, ma la cura dell’ordine democratico del Paese affidato a uomini e donne di valore al servizio delle istituzioni democratiche. Un corpo che si è evoluto negli anni e che, a partire dal periodo del terrorismo, passando per quello delle stragi mafiose, arriva fino ai giorni odierni con maggiore consapevolezza nell’essere baluardo e collante per la legalità riuscendo ad interagire con i territori e in grado di rispondere all’evoluzione della società italiana.

Il sottosegretario Grabrielli mediante le sue parole ribadisce invece un altro aspetto fondamentale: la riforma non ha rappresentato solo la smilitarizzazione o la sindacalizzazione del corpo di polizia, ma ha portato al riconoscimento di diritti civili e politici che sono sfociati su un piano prettamente funzionale e istituzionale anche mediante la parificazione del ruolo delle donne e la creazione del ruolo degli ispettori, disciplinando l’architettura dell’Amministrazione della pubblica sicurezza italiana. Un passo fondamentale per evitare di far prendere piede a terrorismo e criminalità ed impedendo di dissaldare la democrazia.

Un ulteriore passo compiuto con la riforma dell’ordinamento è stata l’apertura all’uguaglianza tra donne e colleghi uomini che- come sottolinea il Guardasigilli Marta Cartabia- ha permesso nel tempo di lasciare proprie alle donne in divisa un ruolo anche di protezione materna nei confronti di alcune vittime di determinati reati. Sin dalle prime battute, le donne poliziotto hanno sempre avuto incarichi specifici che riguardavano il contrasto di reati nei confronti di donne e bambini, contro la moralità pubblica e a sfondo sessuale. Ma non può essere dimenticato nemmeno il loro impiego a supporto anche psicologico durante i terremoti del Belice, di Tuscania, di Ancona, del Friuli e dell’Irpinia e Basilicata.

Oggi, sono oltre 15mila le donne della Polizia di Stato e il 2021 ha aperto anche un’ulteriore strada alla progressione di carriera con l’assegnazione proprio ad una donna del ruolo di vice capo vicario della Polizia.

Dal punto di vista sindacale si è avuta una trasformazione, un’innovazione continua all’interno del processo di democratizzazione anche mediante la nascita delle organizzazioni a tutela dei poliziotti. Con la legge 121- scrive Ainis- il riconoscimento della libertà sindacale ha rappresentato un elemento imprescindibile per l’autonomia del corpo di polizia e per raggiungere traguardi relativamente a trattamento economico, orario di servizio, ferie, missioni e trasferimenti.

Sulla celebrazione dei 40 anni dalla legge 121 interviene anche il nuovo capo della Polizia Lamberto Giannini per cui la Polizia di Stato è al passo coi tempi e sempre in grado di rispondere alle istanze di sicurezza delle nostre comunità mettendo i cittadini al centro della sua missione istituzionale.

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