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Prof. AMATO: presunto tsunami di ieri come effetto del terremoto al largo della Croazia, a me e ai colleghi del CAT (Centro Allerta Tsunami) non convince

Nessuno tsunami è stato generato dal terremoto di ieri. Dati e considerazioni spiegano perché il video fatto circolare non è attendibile

ALESSANDRO AMATO 


A proposito del video che circola in rete sul presunto tsunami di ieri come effetto del terremoto al largo della Croazia, a me e ai colleghi del CAT (Centro Allerta Tsunami) non convince.

Perché?

Vediamo i dati (D) e le considerazioni (C).


D1. Nessun mareografo in Italia e nei Paesi adriatici mostra un’anomalia vagamente somigliante a uno tsunami, anche piccolo (v. figure dei mareografi di Tremiti e di Vela Luka in Croazia, i due più vicini; il terremoto è avvenuto alle 13:47UTC).
D2. Non ci sono state osservazioni sulle coste di inondazioni, ritiri del mare, correnti particolare, a quanto ci risulta.

Nel caso di una o più onde di tsunami, anche fossero alte soltanto 50 cm, sulle coste si sarebbero dovute avere onde alte qualche metro, con ingressioni importanti.

Non parliamo poi di “onde alte tre metri” come ho letto in un giornale on line pugliese!


C1. Un terremoto di magnitudo intorno a 5.5 come quello di ieri è molto, molto difficile che possa provocare uno tsunami, per quanto piccolo. Affinché questo accada, una faglia deve essere abbastanza vicina alla superficie (o al fondo mare) da deformarla un bel po’.

Per questo motivo i centri di allerta emettono dei messaggi di allerta a partire da magnitudo 6, mentre per magnitudo tra 5.5 e 5.9 inviano solo messaggi di Informazione (come fatto ieri dal CAT), che non prevedono tsunami né un allertamento.

C2. Anche ammesso che un terremoto inneschi una frana il cui movimento provochi uno tsunami (cosa possibile), valgono i punti D1 e D2.


C3. Il video non fa capire le caratteristiche del fenomeno, ma le lunghezze d’onda sembrano molto piccole, forse qualche metro o decina di metri, niente a che vedere con le onde di tsunami che sono ben maggiori (chilometri fino a centinaia di chilometri).


C4. Pare (sembra (dice)) che le onde siano state osservate a sud delle Tremiti intorno alle 15:42 (pers. comm. da twitter, grazie @ilpepp2).

Quindi meno di 1 ora dopo il terremoto. Ammesso che sia vero, vediamo se il tempo è compatibile con la ipotetica velocità V di uno tsunami.

V è circa uguale alla radice quadrata del prodotto tra accelerazione di gravità g e profondità Z del mare.

Tra epicentro e Tremiti il mare dovrebbe essere profondo tra i 100 e 200 metri. Se usiamo 100, il prodotto gZ sotto radice fa ~1000, quindi V sarebbe circa 30-35 km/h (se h=200 V circa 45km/h).

Poiché la distanza è di circa 70 km, l’eventuale tsunami doveva essere avvistato tra 1 ora e mezzo e 2 ore dopo l’evento.

Se i conti sono giusti, non torna (andrebbe fatta una modellazione accurata con la batimetria di dettaglio ma forse non vale la pena).

Per concludere, uso le parole di un esperto vero di tsunami del CAT, che ha definito il fenomeno SARCHIAPONE

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