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AFFIDAMENTOPOLI, LA “LENTE” DI CRONACHE CONTINUA AD OSSERVARE: CAPITOLO SCUOLE

Potenza, diversi gli incarichi conferiti direttamente dal Comune, seppur cronologicamente vicini e dagli scopi simili: la situazione 

Continua il nostro viaggio all’interno della galassia degli affidamenti diretti utilizzati dal Comune di Potenza. Una inchiesta mirata, come raccontato più volte nelle scorse puntate, ad evidenziare criticità concettuali rispetto alla opportunità delle scelte di gestione operato dall’attuale amministrazione comunale. In modo particolare, così come evidenziato più volte nel corso degli ultimi mesi, punteremo sulla “tendenza” del Comune ad adoperare lo strumento dell’affidamento diretto (il famoso e “famigerato” art.36 del Codice degli Appalti) per quanto concerne gli importi pari ed inferiori a 40mila euro, indicando, spesso, come motivazione dell’utilizzo dello strumento, il carattere di “urgenza” dell’intervento, rispetto invece all’uso di gare aperte.

Ma nella odierna puntata, discuteremo della questione focalizzando la nostra lente d’ingrandimento sugli affidamenti diretti per quanto concerne l’ambito scolastico. Ed è bene puntualizzare, immediatamente, che negli atti emanati dall’Ente di cui discorreremo, non v’è traccia di illiceità in quanto, come più volte specificato, lo strumento dell’affidamento diretto è completamente a norma e sancito come procedura ultra-semplificata, che elimina la concorrenza pur mantenendo la rotazione nella scelta degli affidatari.

Ma la questione, intesa nel suo massimo “respiro” concettuale, presuppone l’esistenza di “zone d’ombra”, correlate soprattutto all’eventualità di una “frammentazione disperata” di ipotetici lavori d’ogni ordine e tipo che potrebbero esser “unificati”. Una questione “spinosa” e normativamente complicata, su cui, con una delibera datata 18 dicembre 2019, si era espressa anche l’Anac, autorità nazionale Anticorruzione, proprio nei confronti del Comune di Potenza.

CAPITOLO SCUOLE

Nel settore “scolastico”, diversi contesti fanno pensare ad una “mancanza di visione d’insieme” nell’organizzare interventi di carattere semanticamente vicini. Lo ripetiamo, affidare direttamente è possibile ed è sancito dalla legge come strumento, motivato dall’emergenza e dall’urgenza, ma è anche naturale teorizzare che, nell’ottica di una complessiva programmazione preventiva, come potrebbe essere quella relativa agli interventi di routine o strutturali relativi agli edifici scolastici, ci possa essere un risparmio teorico di risorse, anche consistente, se si pensa eventualmente alla possibilità si una pianificazione per “grandi e generali” interventi, tramite gare aperte che, oltre a permettere il coinvolgimento di più operatori del settore, andrebbe in linea di massima a sfruttare la naturale “competizione” economica e produrre, almeno in teoria fondamento basilare per tutti gli Enti al fine di ottenere, come detto, un risparmio finanziario nella complessiva pianificazione degli interventi. Ad esempio, consultando sul sito del Comune è facile trovare un nugolo di interventi similari per area semantica (ad esempio nel campo della manutenzione e messa in sicurezza in campo edile delle strutture scolastiche).

Consultando gli elenchi delle determine comunali in ambito scolastico, ad esempio, tra ottobre, novembre e dicembre, ben 8 interventi recanti quasi sempre a motivazione il «risanamento conservativo e messa in sicurezza meccanica» di diversi istituti scolastici della città e della periferia.

Spesso, i citati interventi, oltre a riportare sostanzialmente le stesse motivazioni di intervento, sono stati affidati nello stesso giorno ad aziende diverse (seppur, nell’arco dei tre citati mesi, alcune di esse siano più volte apparse come “destinatarie” dell’affidamento, con la lecita motivazione indicata dal Comune dell’aver permesso di «raggiungere un elevato grado di soddisfazione a conclusione dei precedenti rapporti contrattuali»). Ad esempio, guardando le determine dirigenziali, il 22 dicembre, troviamo due affidamenti diretti di 30mila circa e 15mila euro, per le scuole di via delle Acacie e via Adriatico, sempre per «intervento di risanamento conservativo e messa in sicurezza meccanica».

Nella stessa giornata, il Comune di Potenza ha anche affidato ad un’altra azienda un altro intervento, sempre “direttamente” e per il valore di 6mila euro, questa volta però per quanto concerne la manutenzione della struttura, in modo particolare per quanto riguarda la «copertura e sistemazione delle parti di controsoffitto danneggiate» diretto all’ex scuola di c.da Giarrossa. Dunque, una “anomalia” che, però, si è ripetuta anche nei mesi precedenti: andando a ritroso troviamo altri contesti “d’interesse”. Come, ad esempio, i sei affidamenti diretti di intervento, sempre «conservativo e di messa in sicurezza meccanica» (seppur in alcuni casi v’è stato una “sotto-motivazione” più specifica di intervento).

Affidamenti che hanno riguardato 5 Istituti diversi. Nella fattispecie, il 13 ottobre altri due interventi, sempre orientati al “risanamento conservativo e di messa in sicurezza meccanica”, è stato affidato nella scuola dell’infanzia di via Lazio, per circa 15mila euro, e in quella di via Perugia, per la stessa cifra orientativamente.

E, solo pochi giorni prima, ovvero l’8 ottobre 2020, sono stati predisposti ben 4 affidamenti diretti, sempre per le stesse citate motivazioni orientativamente un intervento diretto alla scuola dell’infanzia di San Nicola e Avigliano Scalo, per 25mila euro, due interventi nella scuola dell’infanzia di via delle Acacie, da 35mila e 38mila circa, ed una della scuola dell’Infanzia De Gasperi, da 39mila e 500. Come detto, tutti gli gli affidamenti l’8 ottobre Tutte con lo stesso fine, ovvero «il risanamento conservativo e messa in sicurezza meccanica delle scuole dell’infanzia e asili nido della Città. Nel caso di quello da 35mila (Acacie) e quella da 25mila (Avigliano), nella determina dirigenziale c’è il sotto “scopo” della messa in sicurezza in caso di incendio e risparmio energetico. Riassumendo: in circa tre mesi, poco più di 200mila euro di interventi, tutti in linea di massima della stessa portata e affidati in modo diretto dal Comune.

GLI INTERROGATIVI

Com’è lecito attendersi, sorgono diversi interrogativi sulla faccenda, pur sottolineando, ancora una volta, la completa legalità degli atti in questa sede citati. Ed è naturale che, interventi del genere, ad anno scolastico in corso (seppur funestato naturalmente dall’emergenza pandemica), assumano giustamente l’identità di emergenza e, quindi, di urgenza (motivazione fondante per poter ricorrere allo strumento “veloce” degli affidamenti diretti).

Seppur, appunto, una prioritaria pianificazione “generale” della complessiva interventistica che, così come appare, si è sostanzialmente direzionata verso identici tipi di intervento (oppure, come detto, interventi correlabili o complementari, o comunque inseribili in un complessivo piano “allargato” di interventi edilizi), sarebbe probabilmente stata possibile. Insomma, riassumendo con un esempio “slegato”: intervenire prima, pianificando oculatamente, per eliminare la probabile urgenza poi derivante da una certa latenza “operativa”, diretta artefice di una “emergenzialità indotta” (e, da sempre, contestata proprio dall’Autorità Nazionale Anticorruzione). Anche perché, naturalmente, l’avvio scolastico, seppur in dubbio sulla data in correlazione all’evolversi, purtroppo, della pandemia, era stato messo in discussione relativamente (quindi, il giorno specifico in cui si sarebbero aperte le porte degli istituti) ma non assolutamente (ovvero, prima o poi, la scuola sarebbe “partita”). Quindi, ancora una volta, riassumendo: la scuola sarebbe iniziata comunque, perché non pianificare in estate?

In aggiunta, data l’assonanza concettuale degli interventi che, quanto meno formalmente, hanno toccato quasi sempre le stesse “corde”, e la stretta vicinanza temporale degli affidamenti stessi (circa tre mesi), una domanda sorge spontanea: non era probabilmente più opportuno, ad esempio, indire un’unica gara aperta a tutti gli attori? Non solo per una questione di massima trasparenza, ma anche e soprattutto in virtù della, teorica ma molto probabile, competizione economica che si sarebbe potuta instaurare tra i partecipanti. Una competizione che, con altrettanta probabilità, avrebbe potuto condurre ad un risparmio, anche ingente, di risorse.

E non solo: la concorrenza, oltre all’eventuale risparmio di spesa, avrebbe creato eventualmente anche una “urgenza” negli attori convenuti, nel proporre “il progetto migliore”. In più, per dare una possibilità anche agli attori più “piccoli” di poter partecipare, l’eventuale gara aperta avrebbe potuto esser anche “frammentata” in differenti lotti, in modo da garantire anche la più ampia partecipazione possibile

 

 

Ferdinando Moliterni

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