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UN NUOVO INCARICO, POCO RILEVANTE, PER PEPE

Sfumata l’occasione da sottosegretario, al senatore lucano non resta che ringraziare Salvini per l’incarico da semplice componente nella Giunta per le elezioni

Su designazione del Capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, il lucano Pasquale Pepe entra a far parte, quale componente effettivo, della Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari. Un nuovo incarico per il senatore del Carroccio lucano. Peccato, però, che non ha nulla a che vedere con la sfumata nomina a sottosegretario all’Agricoltura.

Pepe ha perso il prestigioso incarico nel nuovo governo Draghi a pochissimi minuti dalla presentazione dell’elenco ufficiale della nuova squadra di governo. Eppure il suo nome è circolato per giorni, in molti lo davano già per ufficiale. Sarebbe stata anche la giusta risposta al derby in corso tra Lega e Fratelli d’Italia che aveva visto in Basilicata, nei giorni prima, i meloniani fare incetta di adesioni proprio tra gli amministratori della Lega. Uno su tutti l’ex capogruppo del Carroccio in Regione Tommaso Coviello, molto vicino proprio a Pasquale Pepe. Questo non può certo dirsi il momento fortunato per Pepe, il suo appeal sul territorio lucano ma soprattutto nei confronti di Salvini è ormai svanito. Nonostante Salvini nella partita dei sottosegretari abbia voluto giocarsi due carte fondamentali: provare a riequilibrare in chiave “destrorsa” le attività di alcuni ministeri (per non offrire spazi alle critiche di Fdi) e puntellare il progetto nazionale con indicazioni che guardino al Mezzogiorno.

Eppure Salivini non ha voluto investire in nessun modo sul senatore lucano, i ben informati addirittura riferiscono che il suo nome sia stata depennato dalla lista qualche minuto prima della presentazione. Era quello più “sacrificabile” di tutti. Una chance che ora come ora difficilmente potrebbe ripresentarsi, soprattutto se a sfumare sarà anche la nomina a segnatario lucano della Lega. Nonostante i vertici del partito si siano convinti che per guidare il Caroccio in Basilicata serva un uomo del territorio, visto i flop precedenti, Pepe sarebbe all’ultima posizione nella lista dei papabili.

Eppure Pepe è espressione della prima ondata di amministratori meridionali che hanno aderito al movimento “Noi con Salvini”, esperimento di esportazione nel Sud delle tematiche autonomiste: un anno prima delle politiche aderì al network salviniano “Sud in testa” come sindaco del comune di Tolve. La candidatura a Palazzo Madama fu il passaggio successivo, salutato dal sorprendente risultato emerso nelle urne: 20.591 voti, con il 7,19% e un seggio conquistato. Nel 2019 nuovo exploit del Carroccio alle regionali, vinte dal governatore forzista Vito Bardi: Lega primo partito della coalizione. Pepe, in questo frangente, spiegò così l’attenzione per il “modello Salvini”: «Siamo per la politica della prossimità, siamo gomito a gomito con la gente come il nostro leader.

Solo così si raggiungono numeri stratosferici: abbiamo triplicato il risultato di un anno fa». Numeri lontani visti gli scarsi risultati raggiunti dalla governo regionale e dalle continue pagine di giornali riempite dalle lotte intestine della Lega lucana. Un partito non più in crescita che si porta dietro anche la caduta politica degli amministratori lucani. Infatti a Pepe non resta che sperare in tempi migliori e almeno per ora garantire fiducia al suo partito come fatto all’indomani della nuova nomina: « Un segnale di grande fiducia che mi ha rivolto Matteo Salvini, tramite il capogruppo Massimiliano Romeo, che ripagherò con equilibrio e abnegazione».

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