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LA SFIDA LUCANA DI DAVIDE E GOLIA

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Può sembrare strano, almeno per le rotte traverse e planetarie a cui ci ha abituato l’economia, ma solo qualche anno fa nella piccola Basilicata la Storia ha organizzato la trama di una vera e propria sfida che si è combattuta a colpi di codici, analisi e brocardi. Come Davide e Golia, in disparità di forze, ma sul campo aperto e temibile del diritto si sono fronteggiati gli intrepidi magistrati della Procura distrettuale antimafia Francesco Basentini e Laura Triassi, guidati dall’allora capo Luigi Gay e le multinazionali Eni e Total. Ora quel buon lavoro d’indagine e di condotta istruttoria rimette ai lucani l’indirizzo per una cartolina di ringraziamento con destinazione Roma, Nola e Napoli oltre ad una prima e significativa verità rappresentata dalla sentenza del Tribunale di Potenza di confisca ad Eni per l’equivalente profitto di reato, della cifra monstre di euro 44.248.071,00. Eppure quel controcanto renziano che già aveva tuonato contro le inchieste sul petrolio “mai arrivate a sentenza” anziché cospargersi di scuse obbligate s’è rifatto sotto nella crisi del governo Conte col bersaglio mirato, guarda caso, proprio del DAP. Ha scritto Charles Maurras:“Bisogna aspettarsi di tutto dalla politica”.

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