AttualitàBasilicataBlog

COSTANTINOPOLI, A BARILE LA CEMENTERIA CHE SI CREDE UN INCENERITORE DI RIFIUTI

Bruciare spazzatura conviene alla società, così il trend di inversione per l’utilizzo al 100% di solo Css-combustibile è fermo al palo

Sull’asse Regione Basilicata-Cementificio Costantinopoli a Barile, continuano a verificarsi anomalie che non hanno giustificazioni se non quelle, emergenti dal carteggio tra i due protagonisti, che, però, appaiono prive di razionale fondamento nella realtà. Dopo la benevolenza sul fronte dei controlli e delle ispezioni consistente nell’aver trasformato il cementificio in una “fabbrica di cioccolatini”, ormai c’è un interrogativo che non può restare inevaso: ma Costantinopoli è una cementeria o un inceneritore camuffato?

LA PROMESSA DELLA SVOLTA E IL CSS COMBUSTIBILE… QUESTO SCONOSCIUTO

L’impianto ha una capacità produttiva di 590 mila tonnellate di clinker che è il componente base per la produzione del cemento e con l’ultima e, pertanto, nuova autorizzazione è stata concessa all’impianto Costantinopoli di Barile la possibilità di utilizzo di 50 mila tonnellate di Ccs-rifiuti e 10 tonnellate di Css-combustibile. Al momento il cementificio lavora in tutto o in parte con il materiale utilizzato anche dagli inceneritori: il Css rifiuti. L’unico obbligo che ha è quello di bruciare oltre i 900 gradi per ridurre le diossine in emissione. Al gestore è stata data la facoltà di sostituire il Css rifiuti con quello combustibile presentando un programma entro 12 mesi dalla adozione del provvedimento e comunque la riconversione sarebbe dovuta accadere entro 36 mesi e che sarebbero scaduti massimo il nel gennaio scorso 2021, poiché il provvedimento è stato adottato il 7 Novembre 2017.

Il cosiddetto processo di inversione del trend prevede che in 3 anni, a Barile, Costantinopoli arrivi all’utilizzo di 60mila tonnellate di Css combustibile e zero di Css rifiuto. Poi, però, prima nel 2018 e successivamente nel maggio 2019, dal Cementificio Costantinopoli le richieste di proroga per la presentazione del progetto relativo al trend di inversione dell’utilizzo del Css rifiuto a favore del Css combustibile. Anche in questo caso la proroga richiesta era di 6 mesi per motivazioni varie tra cui la presunta “difficoltà nella individuazione di operatori qualificati per la fornitura di CSScombustibile esercenti all’interno del territorio regionale”, la presunta “difficoltà nel reperimento di materiale idoneo al ciclo produttivo della Cementeria”, e infine l’“esiguo numero di aziende produttrici di Css-combustibile”. Nel febbraio dell’anno scorso, la risposta dalla Regione: poiché già concesse 2 proroghe di 6 mesi ciascuna per la realizzazione del progetto di inversione citato, da Css rifiuto a Css combustibile, “detta inversione dovrà realizzarsi nel giro di 24 mesi”.

Di questi 2 anni, 1 è appena trascorso eppure non è cambiata una virgola. Per Costantinopoli è quasi il caso di “nessuna nuova, buona nuova”, ma così non è. Nel settembre scorso, con un ritardo di 6 mesi rispetto alla nota della Regione, iniziate le ricerche in regione. Sostanzialmente una è la ditta lucana produttrice di Css-combustibile, in grado di soddisfare la richiesta di Costantinopoli. La società interpellata, tuttavia, è autorizzata dalla Regione a produrne 20 mila tonnellate annue e di conseguenza, avendo già commessa preesistente, ringrazia, rifiuta e va avanti come prima. La clessidra brucia sabbia, ed esclusa l’ennesima proroga, per Costantinopoli risultata aumentata la fretta di trovare una soluzione.

La società lucana del “no, grazie”, ma per cause indipendenti dalla propria volontà, ha, però, documentazione alla mano fatto presente che la produzione di Css combustibile non può essere incrementata a causa del limite autorizzativo, ma che qualora l’autorizzazione della Regione ci fosse, già dal giorno dopo potrebbe garantire i quantitativi richiesti da Costantinopoli. Oltre ai dati tecnici, tra cui la verifica del rispetto dei limiti emissivi e di altre prescrizioni, la differenza sarebbe qualitativa e non quantitativa, poiché il limite già autorizzato in entrata è di molto superiore a quello in uscita, la società lucana interpellata da Costantinopoli ha anche argomentato la vicenda in punta di diritto.

Non sarebbe leso il principio di autosufficienza, prossimità ed equa distribuzione poiché a livello regionale, ed è questo il mercato di reperimento che Costantinopoli prediligerebbe, non ci sono, in sintesi, altre parti lese. Quella stessa ditta ha già plurime richieste di commesse, al di là di Costantinopoli, che non può accettare per i limiti imposti dalla Regione. Su questo fronte potrebbe sorgere un contenzioso con l’ente per relativa richiesta di risarcimento del danno economico, mancato guadagno, subito. Ma questa è un’altra storia.

CSS-RIFIUTI E CSS COMBUSTIBILI: DIFFERENZE E CONVENIENZE

Tornando a Barile, invece, per ora nessuna nuova, buona nuova corrisponde comunque a certo vantaggio economico per Costantinopoli. Per comprendere meglio, due le linee guida da fissare: il Css combustibile costa produrlo e viene venduto mentre non è detto che il Css rifiuto prodotto venga pagato, ma soprattutto non tutto il rifiuto può rientrare nella tipologia utile a divenire Css combustibile. I Css “combustibili” sono prodotti, da tenersi distinti dai Css che restano rifiuti, «»con la conseguenza che questi ultimi vanno utilizzati solo negli impianti autorizzati alla gestione dei rifiuti, mentre i primi possono trovare impiego nelle centrali termoelettriche e nei cementifici». La puntuale precisazione, è riportato in una recentissima sentenza del Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio, gennaio scorso, sul caso di un cementificio ubicato in località Mocomero del Comune di Vernasca, in provincia di Piacenza.

Per il Cementificio Costantinopoli a Barile la differenza tra Css combustibile e Css-rifiuti oltre che tecnica è di rilevanza economica: se riceve Cssrifiuti incassa per bruciarlo, o comunque anche se lo utilizza senza farsi corrispondere un prezzo, non paga nulla per averne la disponibilità. Energia “gratis” per produrre cemento. Diverso, si direbbe l’opposto, per il Csscombustibile: quello dovrebbe pagarlo al fornitore. Per questo l’interrogativo, ma l’impianto di Costantinopoli a Barile è una cementeria o un inceneritore camuffato? I fatti parlano da soli, recita l’adagio, e la convenienza è rilevabile a colpo d’occhio.

Ferdinando Moliterni

3807454583

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti