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LEONE RASSICURA: «NESSUN SOGGETTO È INVISIBILE DAVANTI AL BISOGNO DI SALUTE»

L’assessore alla Sanità risponde alla lettera di un padre di un giovane disabile per sollecitare i vaccini. L’impegno: «Compatibilmente con le dosi soddisferemo le richieste»

L’appello alla Regione affinchè rispondano alle esigeze concrete delle persone più deboli e esposte. Raffaele Olita, il padre di Flavio diciottenne affetto dalla Distrofia Muscolare di Duchenne aveva scritto al governatore lucano Bardi e all’assessore regionale alla Sanità Leone affinché adottino con urgenza interventi correttivi sul piano strategico nazionale di vaccinazione nel quale sono state totalmente dimenticate le persone con disabilità e i loro caregiver.

Mentre la tabella di marcia della somministrazione dei vaccini contro il Coronavirus sta subendo rallentamenti importanti a causa dei ritardi nelle forniture da parte delle ditte produttrici Pfizer e AstraZeneca (lo slittamento per gli anziani over 80 si stima in ben 4 settimane, ndr), le persone con disabilità continuano ad attendere informazioni e chiarimenti sull’annunciato inserimento della loro categoria tra quelle che riceveranno l’immunizzazione appena terminerà il primo ciclo e la successiva Fase 2 che è solo all’inizio.

A sottolineare quanto la situazione sia grave e precaria, anche il forte appello di associazioni e gentiori. L’ultimo appello in ordine di tempo è quello del signor Olita rivolto alle istituzioni regionali: «È necessario che la Regione intervenga rapidamente per colmare questa grande lacuna, per dedicarsi ai problemi concreti delle persone più deboli che da quasi un anno vivono rintanati in casa per paira del contagio. Dopo la pubblicazione della lettera nell’edizione di Cronache di ieri arriva la risposta dell’assessore Leone che garantisce: «Davanti al bisogno di salute non esistono gli ultimi e meno che mai i soggetti invisibili, ma solo persone aventi pari dignità, diritti e doveri. Questi precetti sono parte del nostro corredo etico e culturale e condivisi da tutto il presente governo regionale.

La campagna di prevenzione anti Covid-19, tramite vaccini, alle categorie portatori di gravi disabilità e alle persone che se ne fanno carico è un problema che ci siamo sempre posto così come le sue eventuali soluzioni». «Non sfugge a chi ci interroga che la dimensione del problema è rilevante da un punto di vista numerico e postula soluzioni eque e condivise -aggiunge l’assessore-. Noi condividiamo quanto già sancito nell’accordo tra governo, regioni, province autonome e il commissario unico per l’emergenza vaccinale Domenico Arcuri il 04/02/2021 sulla esigenza di estendere ad “altre categorie” la priorità vaccinale anti Covid-19, ed accogliamo con piacere, non solo la richiesta, ma anche la soluzione profilata dal Garante professor Giuliano e da alcune associazioni, sulla istituzione di una anagrafe regionale della disabilità al fine di delineare compiutamente la dimensione del problema, e da valere non solo per la necessità vaccinale ma per tutta un’altra serie di contingenze, e che diventi strumento di trasparenza».

«Nell’attesa che ciò si realizzi, nell’immediato, riteniamo che sia necessario partire dal recente accordo governo, regioni, province autonome con il commissario Domenico Arcuri del 04. 02. 2021 e compatibilmente con le risorse vaccinali che ci giungeranno, procedere a soddisfare quanto richiesto inserendo i soggetti con grave disabilità nel prossimo protocollo vaccinale che avrà inizio appena sarà terminata la campagna di profilassi ai soggetti ultraottantenni, con estensione alla più vasta platea di soggetti aventi diritto. Sono certo che il nostro impegno sarà anche garanzia di risultato» conclude l’assessore Leone.

Da marzo 2020, raccontano genitori e associazioni le persone disabili vivono le severe ristrettezze sociali imposte dai protocolli sanitari adottati per la loro tutela, ma questo lungo periodo di distanziamento sociale sta provocando loro gravi conseguenze psicologiche e un aumento dei comportamenti disadattivi. Inoltre, bisogna tenere conto del fatto che a questi ragazzi è consentito raramente di vedere qualcuno dall’esterno ed è prioritario che tornino al più presto alla normalità.

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