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COVID, LE VARIANTI FANNO PAURA E BLOCCANO LO SCI: STOP FORZATO FINO AL 5 MARZO

Proteste delle regioni sul provvedimento del Ministro Speranza. Caiata (Fdi): «Ennesimo colpo di grazia a ristoratori e albergatori»

L’incubo della varianti blocca la ripartenza dello sci fino al 5 marzo 2021. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino alla data di scadenza del Dpcm 14 gennaio 2021. Un’ordinanza in extremis, che è arrivata alla vigilia delle previste riaperture e che sollevato le proteste delle Regioni e della Lega. Il provvedimento, si legge in una nota, tiene conto dei più recenti dati epidemiologici comunicati venerdì 12 febbraio dall’Istituto Superiore di Sanità, attestanti che la variante VOC B.1.1.7, detta variante Uk e caratterizzata da maggiore trasmissibilità, rappresenta una percentuale media del 17,8% sul numero totale dei contagi. Sono stati diversi i presidenti delle Regioni a protestare contro la questione.

«Trovo assurdo apprendere dalle agenzie di stampa la decisione del ministro della Salute di non riaprire gli impianti sciistici a poche ore dalla scadenza dei divieti fin qui in essere, sapendo che il Cts aveva a disposizione i dati da martedì, salvo poi riunirsi solo sabato», commenta il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Così commenta il governatore del Veneto, Luca Zaia: «Prendiamo atto della ordinanza del ministro Speranza che fa slittare la chiusura impianti sci fino al 5 marzo. Pur considerando che la salute dei cittadini viene prima di tutto, è innegabile che questo provvedimento in zona Cesarini mette in crisi tutti gli impiantisti». Anche in Basilicata ci sono state proteste in merito alla questione. In modo particolare, nei giorni scorsi, si era pronunciato il deputato lucano di Fratelli d’Italia Caiata: «Cambia il governo, ma non cambiano i modi. Forse perché in alcuni casi non cambiano nemmeno i ministri.

E così accade che – ha sottolineato Caiata – il ministro Speranza, così capace nel gestire la pandemia da meritare la riconferma, a sole poche ore dall’apertura degli impianti sciistici decide di dare l’ennesimo colpo di grazia all’economia di albergatori e ristoratori, che avevano già effettuato ennesimi investimenti per ripartire in sicurezza, che avevano fatto approvigionamenti seppure con estremo sforzo, proprio perché rassicurati non più di dieci giorni fa dallo stesso Ministero della Sanità. È un colpo anche alla dignità di questi imprenditori, che sono padri di famiglia, che hanno una sola volontà: ricominciare a lavorare». «Perché è questo che chiede la Nazione a gran voce: lavorare in sicurezza. E se non bastasse la gravità del gesto è doveroso rimarcare che tutto ciò accade senza che il Governo attuale abbia minimamente contezza di come rimborsare l’ennesimo fallimento. Non è più accettabile questo atteggiamento totalmente irrispettoso nei confronti del popolo della montagna» ha concluso Caiata.

 

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