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SULL’ACTA A POTENZA LA FARSA È COMPIUTA

Per l’Au della municipalizzata il sindaco Guarente va di “Cencelli”: come anticipato da Cronache ecco Naborre

Ormai è ufficiale: l’avvocato Camillo Naborre è divenuto il nuovo amministratore unico dell’Acta, succedendo all’uscente (dopo una proroga in extremis effettuata per evitare il baratro del commissariamento) Roberto Spera. Una nomina che Cronache aveva “predetto” ben due mesi fa e che vi ha raccontato, palmo per palmo, nel suo complicato iter di realizzazione. Una nomina effettuata, si legge nel comunicato ufficiale, «a seguito dell’esito dell’istruttoria effettuata dall’Organismo tecnico comunale sulla scorta delle candidature pervenute» (immaginiamo tantissime, visti i requisiti “malleabili”). L’Avvocato è stato accompagnato, ieri mattina, presso la sede di Acta spa dal Sindaco che, nell’indirizzo di saluto, ha tenuto a ringraziare l’uscente Roberto Spera per «il lavoro svolto in questi anni», consapevole che la nomina di Naborre «consentirà all’Acta di consolidare e rilanciare i notevoli risultati raggiunti in questi anni nel complesso e delicato settore dei rifiuti e della tutela ambientale».

Un arrivo in casa Acta che è stato accolto dalla maggioranza in modo entusiastico: a tal proposito, il consigliere comunale e commissario cittadino di Forza Italia Restaino, ha sottolineato le «grandi doti professionali e manageriali dell’ Avv. Camillo Naborre potranno consentire all’ Acta di affrontare le imminenze nel migliore dei modi e, soprattutto, consentiranno all’ Acta – e con esso al Comune di Potenza – di poter finalmente programmare le attività in un settore strategico ed importantissimo per la cittadinanza». Anche il già consigliere regionale Luigi Scaglione, sottolineando che è intervenuto sulla faccenda, affidando ai social un suo messaggio non risparmiando critiche alla precedente gestione: «Naborre è la scelta giusta soprattutto nel necessario ricambio rispetto ad un amministratore, quello precedente, che nominato dalla politica ha preferito parlarne male, prendere le distanze, e soprattutto attaccare i cittadini che facevano notare i disastri del sistema di raccolta nascosti da numeri senza riscontri certi sulla differenziata, ma solo dichiarata». Scaglione, riprendendo quanto sostenuto da Cronache, ha anche sottolineato che «ora si tratta di vedere chi sarà il direttore tecnico dell’Acta, che conterà più di Naborre, con buona pace degli amici leghisti e dello stato maggiore dell’Alto Bradano».

Ma non tutta la cittadinanza è così entusiasta. A questo proposito, si è espresso il consigliere comunale Vincenzo Telesca, in questi ultimi mesi in primissima linea sulla questione. «Una nomina scontata. Annunciata da oltre due mesi. L’amministrazione – ha detto Telesca – pur di colmare gli equilibri politici dovendo conferire a Forza Italia una postazione ha avuto l’ardire di sconfessare se stessa. Da opposizione hanno voluto uno statuto che parlasse di merito e competenza. Quando si sono trovati a dover gestire la meritocrazia – ha dichiarato Telesca – l’hanno eliminata con un regolamento che nulla regolava e con un avviso ancor più inutile. Il tutto fatto solo per far apparire un agire legittimo. Era tutto già deciso da mesi. Il cambiamento e’ stato posto in essere dalla passata consiliatura, oggi si torna indietro».

Come detto, intorno a questa scelta che, almeno sulla carta, appare vistosamente politica, la maggioranza ha dovuto costruire, così come vi abbiamo dettagliatamente parlato negli ultimi mesi, un regolamento ad hoc ed “epurato” da tutte le “trappole” normative che avrebbero potuto bloccare la nomina. Tra cui il “famigerato” articolo 7 del Regolamento che demandava stringenti prerequisiti per poter esser papabile alla nomina e che, durante il consiglio comunale dello scorso 21 luglio, venne sostanzialmente approvato in forma “mutilata” per esser enormemente ammorbidito (si passò da una comprovata esperienza, richiesta anche dallo Statuto dell’Acta e che confluiva in requisiti specifici, come un diploma di laurea ed un’esperienza minima in ruoli apicali richiesti anche in una mozione del consigliere comunale Telesca, accettata dagli Uffici e respinta dalla Commissione preposta, ad una «adeguata», e non meglio precisata, esperienza). Una visione paradossale che confluì integralmente nell’avviso pubblico che, paradosso nel paradosso, poneva requisiti più stringenti per i candidati al Collegio Sindacale dell’Acta, organismo preposto al mero controllo del rispetto normativo dell’amministrazione. In ultimo, negli scorsi giorni, addirittura alcuni requisiti specifici, comparsi sulla “Dichiarazione di Inconferibilità e Incompatibilità dell’Avviso per l’au”, erano stati “misteriosamente” soppressi, tra cui quella della non appartenza ad una società segreta, del non essersi candidato durante l’ultima competizione elettorale e di non esser stato revocato, per giusta causa, in precedenti incarichi dal Comune o altro Ente Pubblico. Una nomina che, ricordiamo infine, per statuto e regolamento avviene per intuitu personae. Quindi, stringendo all’inverosimile, un avviso pubblico che parrebbe esser stato scientemente ripulito di tutto quanto potesse essere ostativo, concretamente o ipoteticamente, alla partecipazione di Naborre alla corsa per l’apice dell’Acta. Insomma, lo avevamo detto a giugno e, ormai dato di fatto, la nomina confluisce in un’unica verità assoluta: anche oggi, il cambiamento lo si fa domani.

Non è il primissimo caso in cui Cronache coglie in “fallo” l’amministrazione leghista di Potenza intenta a confezionare avvisi pubblici che, in sostanza, si rivelano null’altro che tappeti rossi per i “predestinati”. È il caso, scoppiato alcuni mesi fa, dell’addetto alla comunicazione del sindaco Guarente, Donatella Mancusi. Cronache, un mese prima dell’indizione del bando, era il 13 novembre, aveva già annunciato in “anteprima” il nome del vincitore: Donatella Mancusi, ex segretaria dell’ex presidente del Consiglio regionale, Vito Santarsiero e per 3 anni, dal 2015 al 2018, nel gruppo consiliare in Regione del Partito democratico. E, nonostante i 23 partecipanti, alla fine a spuntarla è stata proprio la “prescelta” indicata da Cronache mesi prima.

Come detto, Cronache aveva anticipato la nomina di Naborre sin dallo scorso giugno. Una scelta fondamentale per gli equilibri politici interni alla maggioranza, nella più classica delle ripartizioni politiche, da questa questione più volte messi duramente alla prova durante gli ultimi mesi (basti ricordare l’exploit del consigliere comunale di Fratelli D’Italia Napoli durante un recente consiglio comunale. Ma nonostante la concretizzazione della nomina, essa non va ad eliminare completamente i rischi politici ed un eventuale “capitombolo” dell’attuale giunta Guarente. Infatti, dopo lunghi mesi di “taglia e cuci” normativi ai danni del Regolamento fondamentale per la nomina, “epurato” come detto da tutte le “trappole” normative che avrebbero potuto bloccarla, tra pre-requisiti “soppressi”, articoli “guastafeste” mutilati ecc., un altro problema parrebbe infatti, così come vi abbiamo raccontato, turbare le placide acque della maggioranza. Voci di corridoio riportano anche la volontà dell’amministrazione di “ampliare” la rosa delle figure apicali dell’Acta, andando quindi almeno in teoria a gonfiare ulteriormente la spesa pubblica, procedendo alla nomina di un direttore tecnico, sorta di “braccio destro” dell’ipotetico Au. Una scelta che, in teoria, servirebbe un pò a colmare le lacune settoriali dell’Au, a cui spetterebbe il difficile compito di controllare un’azienda che si spande in diverse aree e non tratta unicamente la (già per sua natura difficoltosa) gestione dei rifiuti. Ma, la nomina avrebbe l’effetto “invisibile” di bilanciare politicamente la presenza interna nell’Acta. Il posto, con il benestare delle altre liste della maggioranza, spetterebbe infatti ad un uomo della Lega. Ma è proprio questo il punto: il benestare degli altri colori del centro- destra potentino. Che potrebbero prendere malvolentieri quest’improvvisa “sub-spartizione” dell’Acta tra Forza Italia e la Lega, facendo presente, ebbene, d’aver anche loro un peso specifico visibile nei meccanismi della gestione della cosa pubblica. La qual cosa, potrebbe nella peggiore delle ipotesi, portare ad uno svantaggio numerico della giunta Guarente in Consiglio e, termine ultimo, ad un rimpasto

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