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LA SANITÀ LUCANA VERSO LA VERA EMERGENZA

Sarebbero previsti, da stime interne, circa 1600 infetti di picco con un 10% di casi gravi: schema evolutivo del contagio sul modello lombardo

L’incubo divenuto realtà, il Covid-19, sta imperversando in Italia, con un alto numero di contagi e decine e decine di pazienti che, purtroppo a ritmo regolare, entrano nelle Terapie Intensive per iniziare la propria lotta, spesso per la vita. Anche in Basilicata, il virus ha interessato diverse zone della regione, non risparmiando le due città lucane più popolose, Matera e Potenza. In quest’ottica generale di incertezza complessiva, oltre agli interventi diretti, ai controlli sanitari e alle misure predisposte dal governo centrale per arginare eventuali contagi, la Sanità lucana guarda avanti e cerca di “immaginare” il futuro. Infatti, secondo fonti interne, in questi ultimi giorni si sarebbe svolto un corso di formazione per vestizione, svestizione e utilizzo dei ventilatori diretto agli operatori delle Sale operatorie. Il fulcro dell’operazione interna alla sanità lucana, avrebbe come obbiettivo quello di rendere “versatili” tutte le figure professionali in modo da poter esser utilizzate “in trincea” per i casi di Coronavirus. In base a quanto si apprende, questi sarebbero stati diretti a chi opera direttamente nelle sale d’intervento chirurgico che, a quanto pare, sarebbero state indicate come locus ideale da trasformare, eventualmente, in centri di accoglienza per i malati affetti da Covid-19. Operatori che quindi dovranno sapere come comportarsi anche in un “improvvisato” reparto di Terapia Intensiva che potrebbe esser predisposto eventualmente per divenire un vero e proprio centro di gravitazione dei contagiati aggiuntivo una volta che le terapie intensive centrali saranno sature. Riferiscono le fonti che gli interventi chirurgici in alcuni reparti non urgenti, saranno eventualmente rimandati e che le equipe complessive di intervento saranno attivate solo in casi di estrema urgenza. Ogni piano di emergenza, come è lecito, è una risposta ad una domanda semplice quanto spaventosa: cosa succederà in futuro? Anche la Sanità regionale sembrerebbe aver provato a lungimirare sulla pandemia, cercando di approntare delle stime di massima relative all’espansione complessiva dell’agente patogeno. In questo senso, i numeri interni che circolerebbero, non sarebbero particolarmente ottimistici, evidenziando che, dati alla mano, la struttura sanitaria regionale si sta preparando ad una vera e propria guerra. In sostanza, stando a quanto si apprende da fonti interne alla sanità, le previsioni parlano di circa 1600 di picco contagi in Basilicata di cui, orientativamente, un 10% di casi gravi e che, quindi andrebbero gestiti in Terapia Intensiva. La qual stima, che sembrerebbe esser stata formulata studiando gli schemi evolutivi dei contagi della Lombardia, la regione più colpita in assoluto, porrebbe dei problemi potenzialmente notevoli visto che, se le stime si dovessero rivelare purtroppo concrete, al momento la Basilicata, nel suo complessivo sistema strutturale sanitario, riuscirebbe oggi ad accogliere circa un 30% dei casi gravi stimati totali. E, se ancora una volta le stime si rivelassero corrette, l’eventuale picco sarebbe lontano da noi solo pochi giorni. In aggiunta, seguendo le disposizioni regionali promulgate nell’ordinanza n° 5 del 15 marzo, i dipendenti fuori regione sono stati invitati a permanere, da ieri sino al 3 aprile, nel domicilio lavorativo onde contenere l’incremento dei contagi. Solo per formalizzate e gravi ragioni, i dipendenti potranno rientrare, astenendosi dal lavoro seguendo la normativa vigente. L’inosservanza, riporta la circolare, potrebbe scaturire in sanzioni disciplinari e/o penali.Ma non ci sono solo cattive notizie: il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera San Carlo – Potenza, Massimo Barresi, ha ieri ringraziato pubblicamente il Dott. Antonio Liseno per aver devoluto spontaneamente 5mila mascherine chirurgiche che sono state immediatamente destinate prioritariamente alle esigenze dei Presidi Ospedalieri di questa azienda. Un gesto di cuore “doppio” visto che, come si è più volte appreso dalla Cronaca negli ultimi giorni, i presidi sanitari essenziali come guanti e mascherine, sono divenuti introvabili e spesso oggetto di “contrabbando”.

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