Attualità

INDIANI SICK IN VAL D’AGRI IN CERCA DI INTEGRAZIONE

È iniziato, nella sede della Camera del lavoro della Cgil, al centro sociale di Villa d’Agri, il ciclo di assemblee

È iniziato, nella sede della Camera del lavoro della Cgil, al centro sociale di Villa d’Agri, il ciclo di assemblee organizzate da Flai Cgil Basilicata e Flai Cgil Potenza con i i lavoratori indiani sick che vivono in area Val d’Agri. Il sindacato vuole realizzare, nei Comuni coinvolti, un progetto che attivi un percorso di integrazione tra le famiglie degli indiani sick e le popolazioni locali. Secondo gli ultimi dati Istat sono 820 i lavoratori indiani sick in Val d’Agri. In prevalenza donne, sono impegnati nell’allevamento e vivono trai i Comuni di Marsicovetere, Moliterno – Sarconi – Grumento – Tramutola – Paterno – Marsico Nuovo  – Spinoso – Montemurro – Viggiano. I Comuni con più alta densità abitativa sono Marsicovetere e Viggiano. Referenti del progetto sono Maria Antonietta Maggio (Slc Cgil, Ires Ccgil Basilicata) e Donato Di Sanzo (Ires Cgil Basilicata). In una fase iniziale il progetto mira all’individuazione graduale di referenti informali della comunità presenti sul territorio, i cosiddetti mediatori di comunità, per attività di promozione collaterali come momenti culturali e di promozione sociale, feste, rassegne culinarie, ecc. Stabiliti i primi contatti, si passa all’organizzazione sul territorio delle assemblee dei lavoratori sikh e delle loro famiglie. «L’obiettivo principale – spiegano il coordinatore regionale Flai Cgil Vincenzo Esposito e il segretario generale Flai Cgil Potenza Giuseppe Burdi – è instaurare un rapporto di fiducia con la comunità attraverso la conoscenza reciproca e una conseguente contaminazione culturale e sociale prima che sindacale. Non a caso le assemblee sono aperte a tutto il nucleo familiare e mentre con i genitori si svolgono delle attività, ci sono dei compagni della Camera del Lavoro che intrattengono i bambini.  È questa l’unica strada per avviare un percorso di sindacalizzazione che ha come fine ultimo quello di portare all’emersione dei fenomeni di sfruttamento spesso poco conosciuti nello specifico settore e alla creazione di uno sportello immigrazione territoriale, affinché ogni lavoratore sia consapevole dei propri diritti e dei propri doveri. Un vero e proprio progetto di educazione civica, con cui insegnare loro come si legge una busta paga, cos’è un Cud, la dichiarazione dei redditi. Un progetto pilota da estendere anche ad altre aree della Basilicata e ad altre comunità». Gli strumenti fondamentali con cui si vogliono raggiungere questi obiettivi sono l’ascolto attivo e quindi la partecipazione della comunità nelle decisioni che riguardano l’impostazione e l’organizzazione del percorso e soprattutto i corsi di italiano (già cominciati e per i quali sono aperte le iscrizioni) e orientamento ai servizi per tutti i lavoratori e di italiano di base, conoscenza del territorio, orientamento socio-sanitario e scolastico per le donne. Grazie alla Fondazione Metes, istituto di ricerca e formazione della Flai Cgil, quando la classe sarà pronta sarà possibile farle sostenere l’esame di italiano per il permesso di soggiorno direttamente a Villa d’Agri e non a Potenza, come solitamente avviene. A oggi, sull’intero territorio è attivo il solo sportello della Regione Basilicata presso il Comune di Moliterno che, insieme allo sportello attivato dall’Asp presso il consultorio familiare di Villa d’Agri, sono dei ponti per l’integrazione poco conosciuti dagli stessi migranti e di conseguenza poco strumentali ai processi di inclusione. I lavoratori e le loro famiglie non hanno infatti contatti diretti con associazioni, sindacati, enti religiosi. Nell’area manca anche un luogo di culto sikh e l’accesso alle necessarie pratiche burocratiche avviene attraverso la mediazione del proprio datore di lavoro , non agevolando percorsi di autonomia e individualizzazione. La mancata conoscenza della lingua italiana, particolarmente forte in questa comunità, è l’ostacolo principale per l’esercitazione dei propri diritti oltre che all’inclusione piena. «Si tratta dunque – concludono Esposito e Burdi – di una situazione che richiede un potenziamento dei servizi e una valorizzazione anche sociale e culturale della presenza di cittadini stranieri sul territorio, soprattutto considerando la centralità che Villa d’Agri e l’intera Val d’Agri stanno assumendo per contesti e realtà territoriali vicini».

 

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