AttualitàBasilicataBlog

LA SPADA DI DAMOCLE DELL’ANTIMAFIA PENDE SULLA TESTA DEL LEGHISTA CARIELLO

Dopo le perquisizioni in Regione, il suo avvocato esclude collegamenti con l’attuale carica di consigliere regionale: ma la vicenda si complica ugualmente

L’ombra delle indagini dell’Antimafia di Potenza sugli intrecci, a Scanzano Jonico, tra la politica e gli «ambienti criminali locali», al fine di individuare possibili influenze malavitose nella «gestione pubblica», si è estesa così tanto sino a comprendere nel raggio d’azione anche l’attuale consigliere regionale della Lega, Pasquale Cariello. Per questo, ieri mattina, i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Matera hanno effettuato perquisizioni sia presso l’abitazione di Cariello, residente proprio a Scanzano Jonico, che in Regione al Palazzo del Consiglio.

A via Verrastro, infatti, verso le 13, ad attendere l’arrivo di Cariello, un nutrito gruppo di Carabinieri, una decina, che appena giunto il consigliere regionale, hanno subito imboccato l’ingresso per salire al secondo piano alla ricerca di materiale probatorio. Una perquisizione di rito, ha inteso precisare l’avvocato del leghista, Vittorio Faraone, necessaria in quanto comunque i suoi uffici in Regione rappresentano locali nella disponibilità del suo assistito. Le contestazioni della direzione distrettuale dell’Antimafia di Potenza, però, come dallo stesso difensore affermato, nulla centrerebbero con l’attuale mandato elettivo di Cariello.

I fatti si riferirebbero esclusivamente al periodo durente il quale Cariello ricopriva la carica di consigliere comunale di opposizione a Scanzano Jonico. L’ipotesi di reato, resa nota dallo stesso avvocato, è quella di concorso in abuso d’ufficio aggravato da metodo mafioso. Per l’Antimafia di Potenza, Scanzano Jonico è la «base» operativa della definita «un’associazione armata di stampo mafioso» denominata, dal nome del capo Gerardo, “clan Schettino”.

GLI ABUSI EDILIZI DI FAMIGLIA

Le plurime inchieste giudiziarie che si sono susseguite negli ultimi anni, hanno fatto emergere la volontà del “clan Schettino” di «infiltrarsi sia nel tessuto sociale ed economico locale, sia nel contesto delle imprese edili anche in ambito nazionale, sia nelle compagini politiche». Pochi mesi fa, nell’ambito di attività amministrativa volta alla regolarizzazione degli abusi edilizi, coinvolta anche una proprietà dei genitori del consigliere regionale Cariello. Gli abusi edilizi, però, sono solo una parte di fatti ed eventi già vagliati nel corso dell’istruttoria conclusasi, neanche un anno fa, con lo sciolgiemento del Comune di Scanzano Jonico per sospette infiltrazioni mafiose. Restando, per esempio, nel tema abusi edilizi, emerse come un terreno e una casa di proprietà dell’Ente regionale Alsia, fosse « di fatto nella disponibilità» della «famiglia omissis», che aveva «occupato abusivamente l’immobile e gli ulteriori manufatti realizzati senza alcun rispetto delle leggi», tanto che la mattina del 4 ottobre 2018, «omissis capo dell’omonimo clan» è stato catturato proprio in quell’abitazione nell’ambito di un’operazione “101” del Direzione distrettuale antimafia di Potenza.

SCANZANO JONICO APPALTI E MAFIA: L’INTRECCIO FATALE

Secondo la commissione di indagine, «l’inerzia dell’Amministrazione» di Scanzano Jonico, generalmente intesa, ha avuto come risultato sia il non aver posto in essere misure efficaci per «evitare la compromissione con la criminalità organizzata», e sia, per altro verso, l’aver attuato azioni caratterizzate da «gravi illegittimità dei procedimenti amministrativi», così da «agevolare il soddisfacimento di interessi diversi da quelli pubblici, di natura personale o a favore di appartenenti al clan locale». Il noto concerto del cantante neomelodico, Daniele De Martino, a Scanzano, nel 2018, è tra gli eventi ritenuti «inequivocabilmente» sintomatici del «radicamento nel territorio» da parte dei clan. nonchè della «capacità di condizionare le determinazioni dell’amministrazione locale»., Concerto, patrocinato dal Comune e «allestito da un’associazione facente capo direttamente a soggetti intranei alla locale organizzazione criminale». elogiativo «del mondo criminale» con «brani esplicitamente celebrativi della camorra».

Sono numerosi i fatti oggetto di indagine che a partire dal 2016 riguardano assunzioni, appalti, affidamenti diretti di servizi, lavori e forniture, fare, tra cui il servizio di igiene urbana, concessioni e rinnovo delle stesse. Anomalie riscontrate persino nella gestione dei bagni pubblici. E poi, data la vocazione turistica della zona, c’è anche il settore dei lidi balneari: anche in questo ramo, «la condotta dell’amministrazione comunale di Scanzano Jonico » è stata «finalizzata ad agevolare interessi economici» della criminalità. Seppur limitatamente, come ha sostenuto il legale difensore di Cariello, le indagini dell’Antimafia sul leghista si feriscono a quando «ricopriva la carica di consigliere comunale di opposizione a Scanzano Jonico», i fatti oggetto dell’inchiesta potrebbero essere plurimi. Il consigliere regionale Cariello ha inteso manifestare la propria «fiducia nell’operato dei magistrati» e si augura che «la questione personale, per quanto gli riguarda, possa essere chiarita nel più breve tempo possibile». «Fiducioso e sereno», Cariello ha, inoltre, incaricato il proprio difensore di «chiedere al giudice di essere sentito per portare qualsiasi chiarimento in merito ai fatti che gli vengono contestati».

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti