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IL TURBOLEGHISMO 2.0 DI PEPE

Rinuncia all’indennità da sindaco per la comunità, altro che Cicala

Turboleghismo, parte seconda: con una nota protocollata ieri del Comune di Tolve, il sindaco senatore Pasquale Pepe ha formalmente rinunciato all’indennità di funzione del suo ruolo comunal-apicale.
Nella rinuncia, a firma proprio del senatur leghista, si legge che «in seguito alla riconferma del sottoscritto alla carica di sindaco del Comune di Tolve, è mio volere, in continuità con la decisione assunta nel precedente mandato ammininstrativo con l’elezioni a senatore della repubblica italiana, rinunciare all’indennità di funzione». «La rinuncia alla suddetta indennità – ha scritto Pepe nel documento – opererà immediatamente e l’economia di spesa che si genererà nel bilancio dell’Ente, è intenzione del sottoscritto, che venga destinata a favore della comunità tolvese, attraverso il finanziamento di attività di carattere sociale prevalentemente rivolte alla disabilità». In aggiunta, Pepe ieri ha altresì annunciato tramite i social la formazione della nuova giunta comunale, attraverso un video diffuso sui social. Indietro di un passo: la rinuncia. Una bella iniziativa, indubbiamente, che giunge dopo un altro atto dall’aura “svilente” che, al contempo, ha il potere di “macchiare” anche la rinuncia dell’indennità. Come ricorderete, nei giorni scorsi, Pepe ha messo un avviso pubblico per la carica femminile di assessore, corredata dalla clausola però di «condividere i valori etico-politici della maggioranza eletta». Un avviso pubblico con l’asterisco, forse rappresentazione autentica del leghismo “turbo”: grandi lezioni, con “l’inghippo” in piccolo, in basso, quasi non visto. Certo è che, comunque, il turboleghismo in versione istituzionale in Basilicata provoca e ha provocato non pochi grattacapi all’entourage nazionale, soprattutto per quanto concerne un certo disallineamento ideologico fra le varie correnti che popolano lo schieramento di forze lucano. Basti pensare ai Cicala, una delle correnti interne alla Lega più forti, e la questione Covid Bonus (tra l’altro, in netta antitesi concettuale e pratica con quanto operato da Pepe) su cui, dopo un exploit nelle scorse settimane, è piombato un glaciale quanto imbarazzato silenzio.

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